Le cose più belle di GoldenEye 007 sono arrivate dopo il gioco | Racconti dall'ospizio
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Mai visto il film GoldenEye; giuro che lo iniziai un paio di volte ma mai finito per un motivo o per l’altro. Però giocai tantissimo al videogame, scrissi pure una guida, svariati anni fa, ma lo feci in ritardo rispetto al resto del mondo. Mentre tutti compravano una PlayStation 2 io ero ancora lì a soffiare sulle cartucce.
Oggi è possibile recuperare approfondimenti sul gioco senza problemi, lo staff che lavorò allo sviluppo è aperto e racconta la sua storia sui social network e nelle riviste di settore. Sono state pubblicate migliaia di parole, sappiamo addirittura che aria tirava negli uffici Rare, in quei anni.
Dopo pubblicazione di GoldenEye 007 il genere FPS è stato esplorato in numerose declinazioni. Abbiamo visto uscire giochi nettamente superiori come design e giocabilità. Ma nonostante tutto siamo ancora qui a celebrarlo. Se dovessi spiegare a un ragazzino di oggi perché si parla ancora tanto di questo gioco, punterei sull’influenza che ha imposto sul genere per tutti gli anni a seguire, oltre al fatto che quella generazione di videogiocatori è spesso immersa nella nostalgia. Siamo vecchi, insomma, che parlano di cose vecchie.
Ad ogni modo, se volete dargli una possibilità e vi fa schifo la grafica poligonale, potete recuperare il remaster per Xbox 360 mai distribuito, o esplorare quel filone che parte da GoldenEye e svela tantissime altre perle; potete giocare a Perfect Dark o alla serie Time Splitters, attestare quanto sia brutto Haze per poi finire su Crysis.
Attorno a GoldenEye si è sviluppata una delle più vecchie community di speedrun: il gioco è stato smontato in ogni sua parte, sono nate mod e tool per realizzare livelli personalizzati. Insomma, parliamo di un microcosmo dove trovare tantissima roba.
Poi è uscito Perfect Dark e si è mangiato GoldenEye in un sol boccone, ma i nostalgici, oggi, non ricordano più di aver scambiato il Nintendo 64 con una PlayStation per giocare a tutto il ben di dio che uscì l’anno seguente, il 1998.