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Old! #179 – Ottobre 1976

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

A ottobre del 1976, Sega spedisce in sala giochi Heavyweight Champ, esemplare appartenente alla serie di sperimentazioni bizzarre coi controller con cui il publisher nipponico si diletta in quegli anni. Il gioco propone degli incontri di pugilato visualizzati con grafica monocromatica, inquadratura laterale e lottatori dalle dimensioni notevoli. Ma la vera attrattiva sta nel sistema di controllo, costituito da due guantoni meccanici, uno per giocatore, che vanno alzati e abbassati per selezionare l’altezza dei colpi e spinti per sferrar cazzotti. Si tratta, forse, di una prima volta assoluta per questo genere di controller.

A settembre del 1987 arriverà in sala giochi una sorta di remake dallo stesso titolo. Qui la visuale si sposterà alle spalle del pugile e sarà prevista solo la modalità per giocatore singolo, ma questa volta il giocatore avrà a disposizione un doppio controller per i pugni e sarà anche possibile gestire gli spostamenti laterali. Un anno dopo, Sega riutilizzerà il marchio Heavyweight Champ anche per portare fuori dagli USA la versione per Master System di James "Buster" Douglas Knockout Boxing (gioco in origine di Taito, noto come Final Blow in Giappone) e tenterà nuovamente la via del doppio guantone come controller per Title Fight (1991), che manterrà la visuale alle spalle del pugile ma reintrodurrà il multiplayer grazie a un setup da due monitor.

Va che bel pezzo di grafica!

Il 29 ottobre del 1976 arriva in sala giochi anche Night Driver, gioco di guida sviluppato da Ted Michon che viene considerato il primo racing game con visuale in prima persona (l’automobile è realizzata in plastica e inserita sotto lo schermo del cabinato) e, in generale, uno fra i primi giochi con quel genere di visuale a poter vantare un sistema di movimento in tempo reale. Come il titolo può far intuire, le gare sono ambientate in notturna, da affrontare con un sistema di controllo che prevede volante, pedale dell’acceleratore e cambio a quattro marce.

Nei miei ricordi la grafica è come nella copertina.

Distribuito in due versioni (abitacolo e cabinato tradizionale per il gioco in piedi), Night Driver riscuote grande successo e Atari mette in cantiere una conversione per Atari 2600, affidandola a Rob Fulop, già distintosi con lavori eccellenti come le conversioni di Missile Command e Space Invaders.

Come sistema di controllo ci si appoggia alle manopole, nella conversione va persa l’integrazione del cambio a quattro marce ma vengono aggiunti altri elementi. Il gioco arriverà poi anche su Apple II e Commodore 64, oltre che nella Game Room di Microsoft su Xbox 360 (nella sua versione per Atari 2600).