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Endless flipper prêt-à-porter? PinOut!

PinOut, "il flipper reinventato dagli sviluppatori di Smash Hit e Does not Commute", è davvero il flipper reinventato dagli sviluppatori di Smash Hit e Does not Commute (che, per la cronaca, sono i ragazzi di Mediocre, quelli di Smash Hit e Does not Commute).

Diciamo che è un po' il flipper 3.0, che prende la classica meccanica del flipper, ci rimugina sopra, ci smanetta, la reinterpreta, la rimodella e ne tira fuori un’esperienza arcade futuribilistica che si traduce in "un continuo viaggio dentro un canyon di luci pulsanti e vibrazioni di bassi dal gusto retrò".

Se non fosse per l'innovativa struttura endless – o progressivamente infinita, che dir si voglia – applicata all'eterno concetto di flipper eterno, staremmo a chiacchierare amabilmente di un pinball modesto, forse alquanto ripetitivo, caratterizzato da una fisica della pallina un po' così, cioè un pelo troppo "guidata", un pizzico troppo magnetica, un cicinino facilitata. E invece, bisogna parlare del concept innovativo e senz'altro sfizioso proposto da PinOut.

Il tavolo da gioco è infinito, procede senza tregua (e a patto di saperci fare) verso l'alto, in una sorta di avventura nella quale bravura, riflessi, precisione, velocità e una microscopica componente esplorativa si rivelano ingredienti fenomenali/fondamentali.

Per i primi cinque o dieci secondi, PinOut è un flipper normalissimo pieno di neon, salvo poi sbocciare in tutto il suo splendore endless, facendosi strada a colpi di precisione. Naturalmente, occorre colpire la pallina tappando a destra e sinistra sul melafonino (esiste un'espressione più brutta di questa? Assolutamente no!), cercando di proiettarla su rampe (sospettosamente magnetiche) e all'interno passaggi angusti, che aprono la strada verso nuove vette, nuovi tavoli, l'infinito!!! Che è sempre fatto di luci e colori al neon.

Bisogna fare i conti con il timer, che sostanzialmente è l'unico impedimento tra il successo e il ricominciare tutto d'accapo. Non si muore, non si perde la pallina (che è una sola, sempre la stessa), al limite si torna indietro, giù ai tavoli precedenti, e si ricomincia a lottare contro il tempo, i neon, l'infinito, il tempo, i neon, l'infinito, il tempo, i neon, l'infinito, il tempo, i neon, l'infinito.

O i soldi. 

Scusate, ho sbagliato a caricare l'immagine. Poco male, dai: i tavoli di PinOut sono tutti uguali. Meglio una PinUp barbuta. Sempre piaciuta. 

I due piccoli difettucci, se proprio vogliamo, sono – come premesso – la fisica della pallina (un pelo troppo "guidata", un pizzico troppo magnetica, un cicinino facilitata) e una certa monotonia di fondo dei tavoli. Non ci sono guizzi di splendido table design, ma tavoli che si ripetono senza mai stupire, proponendo qualche tourbillon qui e là, ma insomma, ecco, sono un po' sempre gli stessi. 

PinOut costa gratis o 1,99 euro (per ripartire dai checkpoint). Se subite il fascino dei vecchi flipper, non fa per voi. Se siete alla ricerca di un passatempo un po' classico e un po' innovativo, potrebbe, rivelandosi un prodottino simpatico e sfizioso, da tenere sempre a portata di polpastrello, per una partita schiacciapensieri en passant.

Per cui, il giudizio codardo è presto detto:

Ho giocato a PinOut su iPhone e su iPad, apprezzando molto la suadente colonna sonora e persino la fisica della pallina un pelo troppo "guidata", un pizzico troppo magnetica, un cicinino facilitata, che ormai incomincio ad avere una certa età e ho bisogno di aiuto.