Earthbound: guerra e pace (dei sensi)
Vorrei raccontarvi di quando ero bambino e mi hanno comprato Earthbound.
Nella confezione del gioco, distribuito direttamente da Nintendo e sviluppato da HAL laboratory, c’erano anche la guida strategica e degli adesivi da grattare e annusare, che rilasciavano improbabili odori come vomito, puzzette, spazzatura. Vorrei raccontarvi della confezione enorme (formato rivista di videogame, per capirci), che ospitava tutto questo ben di Dio, in un’epoca in cui ancora non avevano intuito il potenziale economico delle edizioni limitate.
Vorrei raccontarvi, inoltre, di come mi sono sentito dopo aver avviato per la prima volta il Super Nintendo con la cartuccia di Earthbound all`interno, di quando è apparso la prima volta il quotidiano con l`annuncio dell'invasione della Terra, dei suoni distorti in sottofondo, dello "Ok, desu ka" con la voce campionata di nascosto di Shigesato Itoi, il director del gioco - inserita senza dirgli nulla - come conferma quando si scelgono i nomi dei protagonisti del gioco, della sensazione di star iniziando una nuova avventura adolescenziale, giocando da adolescente.
Vorrei che fosse andata così, ma purtroppo le cose sono diverse, perché Nintendo non ha distribuito Earthbound da noi, all’epoca della sua pubblicazione.
Il mio primo incontro con questo gioco è coinciso con l'uscita in Giappone della collection per Game Boy Advance di Mother 1 e Mother 2. Di quest’ultimo, Earthbound è l’adattamento statunitense, ad opera di Marcus Lindblom.
Un incontro proficuo come un sonoro due di picche ricevuto dalla nostra cotta adolescenziale mai ricambiata. Il gioco era totalmente in giapponese, non ne avevo mai sentito parlare, ma quel character design, quella ambientazione, quello stile grafico mi colpirono istantaneamente al cuore.
Google, in seguito a una rapida ricerca, mi svelò l’enorme fanbase di appassionati occidentali della saga. starmen.net, Earthbound Central, veri e propri "shrine", santuari, come venivano chiamati i siti dedicati a un videogame o a una saga in quegli anni. E come vengono chiamati alcuni importantissimi luoghi in Earthbound stesso.
Procuratomi il gioco in modi non propriamente ed eticamente corretti, iniziai finalmente a giocarci. Il meteorite, Pokey picchiato dai genitori, la polizia, il sindaco di Onett, l’umorismo piccatamente slapstick del gioco: mi ritrovai catapultato in un universo che mi rapì per circa un mese, lasciandomi alla fine commosso, soddisfatto e nostalgico.
Shigesato Itoi, fra l'altro, di lavoro fa il pubblicitario. Ha una sua rivista online una sua linea di agende che fa il tutto esaurito ogni anno con cover personalizzabili, svariate delle quali a tema Earthbound, scrive romanzi e slogan.
Tanti slogan. Decine di slogan. Centinaia di slogan.
Come potete leggere nel saggio di Ken Baumann intitolato proprio Earthbound, la creazione più emblematica di Itoi potrebbe essere facilmente identificata come una pubblicità progresso contro la reintroduzione del servizio militare in Giappone. Nel manifesto, che potete vedere qui a destra, si osservano due militari, inchinati, che dicono: “Dopo di lei, Primo Ministro”.
Ma la portata della sua creazione videoludica va ben oltre le intenzioni di Itoi. Uno stuolo di appassionati ha dimostrato il proprio amore per Ness e i suoi compagni in tanti modi, a cominciare dalla creazione di un enorme volume, che potete sfogliare online, inviato a Nintendo e a Itoi per posta, per richiedere la localizzazione ufficiale del terzo capitolo. Ma c'è anche una patch amatoriale, fatta da Dio in Terra, alias Tomato, alias Clyde Mandeline, pubblicata quasi dieci anni fa. E ancora: parecchi volumi che analizzano ogni singolo evento nel gioco finanziati tramite Kickstarter; modellini in plastilina realizzati a regola d’arte dal nostro compatriota Emilio Orsi; libri sull’adattamento dal giapponese all’americano, nati a loro volta da un sito in cui perdersi; aneddoti di ogni genere del traduttore; guide turistiche di Earthbound finanziate tramite Kickstarter, con allegata una cartolina con diverse caselle “gratta e annusa” a cui ogni tanto la guida fa riferimento; campi estivi a tema Earthbound e tanto, tanto altro, frutto dell’amore della community.
In questo preciso momento, vi lancio un guanto di sfida: quali altri videogame possono vantare una fanbase così amorevole e attiva?
Non ho fatto quasi cenno alla storia, lasciando che ognuno la scopra per conto suo; piuttosto, mi basterà citare la tagline originale della versione giapponese: "Adults, children, and even older sisters".
Il sistema di combattimento e` classico, a turni. Non serve specificare altro.
Se siete pronti a commuovervi, trovate questa meraviglia nell’eShop di Wii U e del New 3DS. O nello SNES Mini, che arriva il 29 settembre.
O ancora, potete cercare su ebay, spendendo circa venti volte di più, la versione originale completa di tutti i bonus, consultando l’apposito sito web che si occupa di catalogare tutti gli annunci di vendita a seconda che si parli di cartuccia loose, pacchetto completo in condizioni mint e tutto ciò che sta nel mezzo.
Ora scusate ma devo lasciarvi: mi è venuta voglia di andare a sfogliare ancora una volta la guida turistica di Earthbound.
Se volete leggere altro su Earthbound, vi segnalo questo Racconto dall’ospizio.
Questo articolo fa parte della Cover Story "Aspettando il Nintendo Classic Mini: Super Nintendo Entertainment System", che trovate riepilogata a questo indirizzo.