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Backlog #9: Spark the Electric Jester omaggia con gusto e trova una sua identità

Backlog è la rubrica in cui chiacchieriamo fuori tempo massimo di giochi che abbiamo recuperato nella nostra lotta infinita contro il cumulo di arretrati. Sono quei giochi troppo recenti per poter essere ammessi nell'ospizio, ma già troppo vecchi perché possa ancora interessare a qualcuno una recensione classica.

L'altra settimana, parlando di Tower 57, dicevo di aver recuperato, grazie a un mio recente tuffo fra le riviste accumulate sullo scaffale (virtuale), un paio di giochi dell'anno scorso che mi ero perso. Uno era, appunto, Tower 57, l'altro è Spark the Electric Jester, un delizioso omaggio alla serie di Sonic the Hedgehog, con una spruzzatina di Kirby e di Mega Man (insomma, il meglio dei giochi di piattaforme non Nintendo anni Novanta). Così come Tower 57, anche Spark the Electric Jester è nato su Kickstarter, ed è stato sviluppato dal brasiliano Felipe Ribeiro Daneluz (LakeFeperd), che, insieme ai suoi compari musicanti, aveva già lavorato su dei brillanti fan game dedicati proprio a Sonic. Insomma, le carte in regola per un gioco in grado di soddisfare i piattaformisti nostalgici c'erano tutte, a maggior ragione nel momento dell'uscita, precedente a quella dell'acclamato Sonic Mania. Ma tutto sommato ancora oggi, dai: se interessa, perché no?

La struttura di base, in Spark the Electric Jester, ha indubbiamente la "faccia" da Sonic the Hedgehog, seppur in variante Knuckles, fra un protagonista che sfreccia a velocità altissime, giri della morte, cazzottoni da sferrare in ogni direzione e, soprattutto, la capacità di centrare quello che poi è sempre stato il fascino maggiore della serie Sega: non tanto la velocità fine a se stessa, quanto l'alternanza fra quei momenti di panico alla velocità della luce e quelli in cui ci si dedica all'esplorazione, sfrucugliando a fondo nello sviluppo verticale dei livelli. Non l'hanno sempre capito in Sega, va detto, ma di sicuro non è sfuggito a chi quei giochi li ama e li ha amati.

Ci sono però delle varianti che, nonostante un impatto superficiale quasi da clone, donano a Spark un'identità abbastanza distinta. Innanzitutto, il level design è più arioso e complesso rispetto alla media dei Sonic, e più in generale, le dimensioni sono decisamente superiori, tanto nella lunghezza dei singoli livelli, quanto in quella del gioco intero. Ne viene fuori un ritmo che estremizza ancora di più la dicotomia folle tipica di Sonic, con quel suo combattere fra le cavalcate roboanti e il placido esplorare. A questo si aggiunge la trovata dei costumi, più kirbyana, forse: sparsi in giro per i livelli ce ne sono in gran numero e Spark, il giullare protagonista del gioco, può portarsene dietro in qualsiasi momento due diversi (da selezionare a piacere), grazie ai quali utilizzare armi, abilità di movimento e poteri estremamente differenziati, che cambiano davvero tanto l'approccio al combattimento e all'esplorazione. Ne viene fuori un gameplay sempre interessante, stimolante e variegato, seppur ovviamente legato a un modello di base condiviso.

Anche dal punto di vista audiovisivo, prevedibilmente, Spark the Electric Jester richiama con tutta la forza possibile gli anni Novanta, seppur concedendosi qualche modernità. A funzionare è soprattutto la colonna sonora, con alcuni pezzi clamorosi, ma anche sul piano estetico, soprattutto se pensiamo che si tratta in larga misura del lavoro di una persona sola, non c'è da lamentarsi. Il problema, semmai, è che il gioco non si presenta benissimo, con dei livelli iniziali francamente banalotti tanto sul piano estetico quanto su quello strutturale, e solo procedendo nel gioco si scoprono vette notevoli sotto tutti i punti di vista, compreso anche il design di alcuni boss, davvero azzeccati e fantasiosi.

Dove il lavoro di Feperd Games incespica un po', piuttosto, è sul livello di sfida. I Sonic classici sono sempre stati giochi abbastanza facili e Spark ne recupera anche questo aspetto, con pochi passaggi davvero impegnativi (giusto un paio di boss). Va però detto che, dopo aver completato l'avventura, si sbloccano diverse modalità extra, compresa quella che permette di affrontare il gioco con un personaggio differente, dalle doti molto diverse e con un tasso di sfida ben più elevato, quindi di materiale con cui divertirsi ce n'è. Nel complesso, Spark the Electric Jester è un bel gioco, forse imperdibile per chi ama alla follia i modelli a cui si ispira, anche in un momento che ha visto la recente uscita del miglior Sonic 2D da tempo immemore. Fra l'altro è in lavorazione un seguito che passerà al 3D. Ha pure il Patreon dedicato. Speriamo solo che coi poligoni gli vada meglio di com'è andata al porcospino.