Batman Returns, il tie-in fatto bene | Racconti dall'ospizio
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
C’è un termine che nel corso degli anni ha sempre fatto venire un forte brivido lungo la schiena dei videogiocatori, un termine che a volte è stato sinonimo di grandissime produzioni, altre di porcate immonde. Questo termine è tie-in.
Con tie-in si intende un prodotto di intrattenimento, nel nostro caso un videogioco, tratto da un altro medium che sia un film, una serie TV o un libro, ovviamente creato con tutte le licenze del caso.
Il motivo per cui noi videogiocatori, soprattutto di lunga data, non siamo proprio a nostro agio con questo termine è perché molti anni fa le trasposizioni, soprattutto dal cinema, si sprecavano. Venivano prodotti un numero esagerato di giochi tratti da film e, purtroppo, la maggior parte, era una schifezza.
Ovviamente possiamo prendere come primo esempio E.T. per Atari 2600, gioco ritenuto responsabile (a torto ma questo è un altro discorso) del crollo del mercato del 1983, passando per Superman per C64 per arrivare a prodotti agghiaccianti come Fight Club.
Your browser doesn't support HTML5 audio
Uno dei personaggi che hanno più beneficiano negli anni di produzioni di un certo livello è stato sicuramente Batman, che non solo oggi può contare sull’apprezzatissima serie Arkham, ma già nei primi anni Novanta, con l’uscita dei due film di Tim Burton è stato protagonista di diversi buoni titoli su molte piattaforme. Al tempo, data la grandissima differenza tra gli home computer e le varie console, era uso produrre giochi diversi, ma con lo stesso titolo per le singole piattaforme.
Un caso esemplificativo è proprio Batman Returns, che uscì a seguito dell'omonimo film con Michael Keaton (e Michelle Pfeiffer), non solo in versioni completamente diverse l’una dall’altra , ma anche pubblicate da team e publisher diversi.
Your browser doesn't support HTML5 audio
Tra tutte le varianti, quella per Super NES è universalmente riconosciutacome la migliore. Venne pubblicata da Konami e fu accolta in maniera più che entusiasta sia dalla critica che dal pubblico.
Batman Returns per Super NES è fondamentalmente un clone di Final Fight con qualche piccola modifica. Il nostro cavaliere oscuro preferito deve infatti pestare a sangue tutti i nemici che gli si parano davanti, proseguendo da sinistra a destra, sia in livelli con la possibilità di muoversi in profondità, sia in livelli del tutto bidimensionali, che fanno da raccordo agli altri.
Tra queste situazioni, possiamo trovare anche delle sezioni sulla batmobile, che grazie al Mode 7, ci vede sfrecciare ad altissima velocità tra le strade di Gotham, con un senso di immedesimazione probabilmente mai raggiunto fino ad allora
Batman Returns è, ancora oggi, un gioco visivamente spettacolare. Pur basandosi su un concept trito e ritrito come quello dei beat’em up a scorrimento, proprio grazie all’impatto grafico e ad un sistema di comandi molto preciso e reattivo, permette al giocatore di avere di fronte un titolo che non avrebbe sfigurato in sala giochi.
Ricordo che proprio in quegli anni le sale giochi erano piene zeppe di giochi con queste meccaniche (giusto per citarne un paio, TMNT e X-Men) e quindi avere la possibilità di giocare a casa ad un gioco con un livello tecnico paragonabile era veramente esaltante.
Purtroppo, al contrario dei titoli in sala giochi che basavano gran parte del loro appeal sul poter giocare con gli amici (il cabinato prevedeva quattro giocatori massimo), Batman Returns non aveva il multiplayer tra le sue feature, cosa che però non minava di molto la grandiosità del gioco e che probabilmente sarebbe stata impraticabile su un hardware comunque limitato come quello del Super NES.
I vari livelli si dipanano fra strade addobbate per le festività natalizie, treni in movimento, parchi divertimenti inquietanti, il tutto condito da effetti speciali, trasparenze, esplosioni, con enormi personaggi che affollano lo schermo.
Con tal goduria grafica, non poteva certo mancare un accompagnamento sonoro di riguardo. Pur nella limitatezza dell’audio del Super NES, la colonna sonora riprende in maniera abbastanza fedele le musiche del film, compreso anche l’immortale tema principale di Danny Elfman, probabilmente l’unico vero tema musicale di Batman.
Batman Returns è veramente un gioco incredibilmente ben riuscito ed è un fulgido esempio del fatto che anche usando delle meccaniche “standard” è possibile tirare fuori un gran gioco. In un momento storico nel quale i tie-in viaggiano al contrario, andando dai videogiochi verso il cinema o le serie TV, fa sempre piacere fare un tuffo nel passato e riprovare uno fra i migliori esempi di tie-in di sempre.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Konami, che trovate riassunta a questo indirizzo.