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L'uomo del dubbio #1: Demoniaci poteri di realtà azzurre: chi è il più forte?

Per chi è cresciuto con un James Bond interpretato da Sean Connery, è dura pensare di ritrovare un carisma tale anche soltanto in un fumetto, figuriamoci tra i poligoni. Questo perché alcune cose non si spiegano, si possono solo sentire. In fondo ciò che rende Pino Locchi convincente è il sussurro dell’anima che si esprime attraverso la sua voce. Caparbie volontà dimostranti o inarrivabili realtà combattenti? Poteri occultanti o carismi immortali. Sono questi gli abissi sui quali, da anni, volteggia il pensiero dimostrante delle ipotesi vaneggianti su chi è il più forte personaggio dei videogiochi di sempre.

Forze di pensiero o coercizioni di azioni. Immortalità o capacità concrete di risolvere l’indissoluta soluzione creata e mai esistita. Forza è forse la capacità onirica di farsi amare da ogni essere in ogni dove? O piuttosto la capacità plastica di manipolare la materia a piacimento del proprio pensiero? È più forte la gru che scava e agisce o l’assenza di terra nella mancanza di pieno? In fondo tutto è relativo e ciò che cambia è solo il punto di vista dell’osservatore. Ma laddove volessi materializzare l’ipotesi inconcludente sul personaggio più forte di sempre, allora azzarderei a sbilanciare il mio favore su un simbolo, su un’idea. Perché “le idee sono a prova di proiettile”, resistono nel tempo e sfuggono all’opinione. L’idea incriticabile è quella stessa di valore. Un valore può essere emulato, inseguito, appoggiato o condiviso, mentre un potere può morire con il suo proprietario, il suo alza bandiera o chi per esso ne rappresenti le redini, le fondamenta o anche soltanto la sua ombra.

Il valore più grande a cui penso è senza dubbio quello primario; il valore senza il quale, per ordine biologico, non avrebbe senso parlare neppure di valore, perché è un valore che sta all’origine, all’inizio ed è il valore della vita. Sento già infiammarsi le voci dei giocatori di ruolo: somari di vita, esperti di gioco, maestri di ruolo.

Esattamente così.

Eppure la vita è un valore che non si insegna, semplicemente si percepisce. La vita si gioca con un non videogioco a cui è possibile giocare anche con un videogioco. La vita esiste nella delicata e instabile realtà chiamata democrazia. Altrimenti, finisce per essere produzione programmata o dittatura di genere. Ecco perché scelgo tra i più forti il re della democrazia, chi segue la vita oltre le tenebre, il demone che inneggia l’azzurro: Dante di Devil May Cry.

“Il cielo è sopra la testa di tutti, senza fare distinzioni.” (Dante)