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Chi non Zelda in compagnia, o è un Ganon o è una spia

Vi ho già parlato dello Zeldino, sui lidi di Outcast, poco tempo fa. E visto che siamo nel ventunesimo secolo e la gente va sempre di fretta, non vi faccio sprecare tempo e vi dico, con la voce del bifolco dei Blues Brothers, che è un “Bellissimo Zeldino, Bob”. Dungeon intelligenti, level design intrigante, squisita cura per i dettagli. Insomma, quello che ci si aspetta da un gioco Nintendo e da uno Zelda. La questione più scottante è la natura multigiocatore di questo Triforce Heroes. Nel caso vi foste persi l'anteprima, l'avventura è esclusivamente per tre eroi, con enigmi pensati per essere risolti da tre giovani Link, che oltre a brandire i soliti gadget della serie possono impilarsi come un totem, per colpire bersagli più alti o lanciarsi verso piattaforme fuori portata. L'idea è deliziosa, ma la resa cambia a seconda di come si gusta il suddetto multigiocatore.

In locale, lo spasso è supremo. Immaginatevi il divertimento casinaro di Mario Kart, quello dove si urla, si impreca, si rovinano le amicizie, si magna bene e si beve meglio. Ecco, è la stessa cosa, solo che è in tre, quindi è più intimo e ha pure il brivido della cooperazione. In pratica, oltre a odiare il vostro amico perché È CADUTO E HA FATTO MORIRE TUTTI DOPO AVER BATTUTO IL BOSS DIFFICILE (sto guardando te, Surgo), vi capiterà anche di amarlo perché vi ha salvato da un'ondata di lava, acchiappandovi col boomerang all'ultimo secondo (grazie, Surgo). La ciliegina sulla torta è il download play, che permette di godersi tutta l'esperienza di gioco in tre con una sola scheda, a patto di rinunciare all'ultimo mondo e ai costumi. Se avete altri due amici dotati di 3DS, Triforce Heroes è una chicca che vi regalerà due o tre pomeriggi di risate ed emozioni zeldiane. Se poi siete come me e ci giocate dopo cena, abilitando la periferica “bottiglia di Braulio”, i giorni di divertimento si moltiplicano.

Online, lo spasso è moderato. Il gioco è sempre lo stesso, quindi è ottimo, ma l'esperienza perde tutta la potenza del contatto umano. Si può comunicare con una serie di icone, ma senza chat vocale gli altri eroi danno l'impressione di essere delle intelligenze artificiali. Per la recensione ho provato anche a giocare con Skype acceso (cosa che, pensate un po', mi capita sempre di fare con i giochi Nintendo), ma nonostante tutto il risultato non è lo stesso. Ci si diverte, sì, ma credo che non mi comprerei il gioco, se sapessi di poterlo giocare solo così. Me ne rendo conto, sto scrivendo una banalità: “La coop in locale è più divertente di quella online.” Ho scoperto l'acqua calda! Detto questo, visto che Triforce Heroes è un gioco incentrato sul multiplayer, vale la pena di sottolinearlo.

Offline, lo spasso è così ridotto che non possiamo più chiamarlo spasso. Diventa, diciamo, un gradevole intrattenimento. Affrontare i livelli da soli è più facile, perché solo il Link attivo è vulnerabile, ma anche più lento, perché bisogna muovere a mano gli altri personaggi. Ci sono dei piccoli trucchetti per velocizzare il tutto, ma in molti casi si ha la sensazione di trascinarsi dietro due pesi morti. Inoltre, dal mio punto di vista, giocando da soli si spoilerano gli enigmi, sabotando il divertimento genuino del vero multiplayer. Dovendo giocare solo in singolo, Triforce Heroes perde tutto il suo mordente. In pratica, se siete soli, senza amici e senza Internet, giocare al nuovo Zeldino è un po' una chiavica (come del resto la vostra vita, ma non è quella che stiamo recensendo). L'unico vero senso del single player è riaffrontare i livelli già fatti, attivando le sfide extra e ottenendo componenti per fabbricare nuovi costumi. Non è il massimo della vita, ma ai completisti piacerà. Le sfide, per la cronaca, si possono attivare anche in multigiocatore, ma quando si è in compagnia nulla batte la sorpresa di un dungeon tutto nuovo.

Morale: Zelda buono, solitudine cattiva, Internet bello, serate tra amici bellissime. E adesso, per cortesia, sbrigatevi a darmi il prossimo Zeldone, che l'antipasto mi ha stuzzicato l'appetito.

Ho recensito lo Zeldino con un codice ricevuto direttamente da Nintendo. L'ho provato con altri giornalisti nella sede di Nintendo a Milano, poi me lo sono portato a casa. L'ho giocato un po' da solo, ma ho subito deciso che preferivo guardare The Last Man on Earth, aspettando qualche amico dal vivo. L'ho giocato con Zave e Surgo, in due serate di scarsa sobrietà e divertimento estremo. L'ho giochicchiato online, con e senza Skype, poi mi sono fatto qualche challenge in singolo. L'ho finito? No, perché non voglio spoilerarmi da solo gli ultimi livelli che mi mancano. A costo di sembrarvi poco professionale, questo dettaglio la dice lunga su quanto mi sia piaciuta l'esperienza in multi. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.