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Librodrome #110: La storia di Commodore vista da dentro, anche se un po’ di lato

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

I libri dedicati alla storia del videogioco tendono ad essere scritti da punti di vista molto specifici. Di solito, si tratta di giornalisti, appassionati, “esterni”, che lavorano sulle proprie memorie e/o che danno la voce a chi sviluppava i giochi, avvicinandosi quindi molto al lato artistico e tecnologico della faccenda. A volte sono gli insider stessi che si mettono a scrivere ma, di nuovo, tipicamente si tratta di persone che lavoravano strettamente sull’hardware o sui videogiochi. Non è però sempre così e, per esempio, Console Wars dà voce quasi esclusivamente ai dirigenti di Sega of America, ma diciamo che non capita molto spesso di leggere il punto di vista di coloro che hanno lavorato in ambiti diversi da quelli più “specifici”. Eppure, di cose da dire, ne avrebbero parecchie. Lo dimostra David John Pleasance con il suo Commodore: The Inside Story, progetto nato da una campagna di buon successo su Kickstarter e giunto a pubblicazione un paio di mesi fa.

Pleasance è partito dalla Gran Bretagna ma ha lavorato per svariati anni nelle varie divisioni internazionali di Commodore, entrando in contatto con i diversi rami e i momenti più o meno fortunati dell’azienda, vivendola da dentro sotto tanti punti di vista. Il suo campo era quello delle vendite e del marketing, quindi, sulla carta, magari non necessariamente interessantissimo per un appassionato di videogiochi, ma il libro è in realtà un gioiello. Chiaramente offre un punto di vista particolare sulle vicende ma risulta abbastanza trasversale, ricco d’informazioni non scontate e capace di gettare luce su diversi aspetti non necessariamente noti dell’ascesa clamorosa e, soprattutto, della caduta rovinosa del colosso americano.

Il Commodore 64, con i suoi oltre venti milioni di pezzi, è stato il personal computer più venduto della storia e Amiga è diventato un marchio quasi altrettanto forte, eppure Commodore è rovinata in maniera clamorosa. Pianificando con attenzione e seguendo il mercato, avrebbe potuto proseguire un cammino da protagonista tanto nel settore dell’informatica quanto in quello del videogioco e invece andò tutto all’aria nel giro di pochi anni. Colpa della pirateria, come spesso si dice? Certo non ha aiutato, ma la verità è che, come spesso accade quando crollano i giganti, sta tutto nella malagestione, a quanto pare diffusa a più livelli: pianificazione, adattabilità, gestione del personale, utilizzo accorto delle (immense) risorse… tutte cose che sono mancate in maniera clamorosa e a più livelli portando a quel crollo devastante.

Pleasance racconta le vicende dal suo punto di vista, spiegando svariati punti oscuri, gettando luce su episodi fumosi, inserendo una valanga di aneddoti e arrivando anche a quando Commodore UK, che già aveva tenuto in piedi per anni una baracca ormai crollata nei magici USA, arrivò a un passo dal salvare il marchio e (provare a) rilanciarlo come si deve, ma venne “sgambettata” da ESCOM, con risultati ben noti. Ma il racconto di Pleasance, che ovviamente offre il suo punto di vista e propone anche divagazioni strettamente personali sulla propria carriera, occupa solo la prima parte del libro, circa centocinquanta pagine che lasciano poi spazio ad una sezione ancora più grande, in cui leggiamo i racconti di svariate altre persone che hanno lavorato a più livelli presso il gigante dell’informatica.

RJ Mical (ingegnere di livello assoluto, co-creatore dell’Amiga ma anche di Atari Lynx e 3DO), Tim Chaney (sales manager in commodore e successivamente direttore di US Gold e presidente di Virgin Games), Beth Richard (al lavoro sulla tecnologia di Amiga, oggi in Oculus VR), Joe Benzing (grafico negli anni di Amiga), François Lionet (creatore di STOS e AMOS) e diversi altri offrono racconti incredibilmente vari, su mille aspetti del mondo Commodore di quegli anni, andando a rendere più rotondo e davvero ricco un libro che, nella sostanza, è imperdibile per chiunque sia interessato a saperne di più su un pezzo fondamentale nella storia del videogioco.

Commodore: The Inside Story è disponibile (per ora?) solo in inglese e potete acquistarlo tramite il sito ufficiale dell’editore. Se vi accontentate dell’edizione su Kindle, potete recuperarla su Amazon Italia cliccando qui o anche su Amazon UK, cliccando qua. Come al solito, se fate acquisti su Amazon partendo dai nostri link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per noi.