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Destiny 2: I Rinnegati. Crediamoci, per un'ultima volta almeno

Nonostante sia sempre stato distante dalla community di Destiny, per via di una misantropia che in genere mi ha portato a fruire del gioco solo ed esclusivamente con una ristretta cerchia di amichetti, mi sono in linea di massima trovato abbastanza d’accordo con (quasi) tutti i problemi che di volta in volta venivano sollevati da chi, su Destiny, sia il primo che il secondo, ci ha sempre buttato ore e ore e ore. Il primo Destiny aveva dei problemi strutturali, se vogliamo, fisiologici, dovuti alla sua natura crossover, smorzati però di anno in anno da espansioni e aggiornamenti atti a limarne ogni stortura, radicalizzata in particolare nella longevità di un endgame che tendeva a logorarsi in brevissimo tempo. Destiny, storicamente, ha infatti sempre avuto questo problema: la scarsità di contenuti, lamentata da chiunque sia andato oltre le varie campagne principali. La questione sembrava risolta con l’arrivo de I signori del ferro, quarta e ultima espansione del primo Destiny; eppure il gioco manteneva, a dispetto di ciò, dei problemi strutturali a cui non si poteva ovviare, se non tramite un reset totale, o quasi.

E quindi ecco Destiny 2, con un lancio inizialmente positivo ma andando poi a scemare col passare delle settimane, per via di un’inconsistenza delle formule di gioco: ne ho già parlato in uno degli scorsi Outcast Weekly, ma ecco, detto ciò, il problema di Destiny 2 era lo stesso di sempre: dopo manco un mese, la gente si era rotta le palle. Sempre le stesse attività, sempre gli stessi sbilanciamenti, sempre la stessa sensazione di non essere mai veramente premiati: in poche parole, oltrepassando la soglia dell’endgame, si doveva venire a patti con un sistema talmente rigido che andava a inficiare l’intera, e ristretta, costellazione di attività a disposizione del giocatore. A nulla sono valsi i vari aggiornamenti e, soprattutto, le due espansioni, scarse sia di contenuti che di novità di gioco, poco o nulla prone a svecchiare un gameplay che sentiva il peso del tempo dopo neanche un paio di mesi dal lancio.

Rip Cayde6 :((

Destiny 2 era in pratica arrivato a un passo dal baratro, ma con un ultimo gettone da giocarsi: l’espansione di settembre, da sempre snodo fondamentale per la serie, atta a interrompere i ricorrenti deflussi di utenti e ad invogliare nuovi e vecchi “guardiani” a cimentarsi con nuove avventure intorno al sistema solare. È con questo carico di responsabilità che si è presentato I rinnegati che, più che ultima espansione, si potrebbe definire come l’ultima spiaggia per la serie di Bungie. O ancora, per usare un’altra metafora, si potrebbe dire che gli amici di Bungie si siano salvati in calcio d’angolo. I rinnegati, infatti, funziona bene, raddrizza un gameplay dato per morto forse troppo presto e, finalmente, rimpolpa il gioco di nuovi e diversi contenuti.

Bungie si è giocata tutte le carte a propria disposizione, a partire da una modalità nuova e interessante come Azzardo, giungendo fino alla dipartita (sembrerebbe definitiva) del suo personaggio più amato, Cayde6. Anche per questo è evidente che quest’espansione era un all in per la software house che, anni prima, diede i natali ad Halo. Senza però perdersi nei mille rivoli di cui si compone I rinnegati, la domanda tanto agognata: c’è vita dopo l’endgame? Dopo quasi un mese di gioco abbastanza intenso, posso dirvi con una certa dose di sicurezza che sì, ci si diverte. Anzi, vi dico di più: sui livelli di appagamento e coinvolgimento, siamo dalle parti dell’ultima versione del primo Destiny.

La boccata d’aria fresca più tangibile, si diceva, è Azzardo, nuova modalità che mixa alla perfezione PvP e PvE: in pratica, due squadre composte da quattro giocatori ciascuna, si sfidano a distanza; l’obiettivo è quello di sconfiggere una certa quantità di avversari, ognuno dei quali droppa delle particelle, che vanno poi depositate in un contenitore che, una volta raggiunta una determinata soglia, evoca un boss da sconfiggere. Tutto ciò va banalmente completato prima della squadra avversaria, che può invadere di volta in volta il team ad esso contrapposto, rompendogli le uova nel paniere in svariati modi. Azzardo funziona, appaga, richiede grande concentrazione e diverte, anche parecchio. Non bastava però solo una nuova modalità per svecchiare il gioco, quindi ecco, in ordine sparso:

  • una ricalibrazione del PvP, che torna a sei giocatori e ben si differenzia per approccio fra modalità competitiva e casual;

  • una nuova ripartizione degli slot delle armi, pazzerella e superflessibile - volendo, potete mettervi anche due fucili a pompa, pensate un po’;

  • quattro nuovi assalti, davvero ben riusciti. E un raid incredibilmente figo;

  • due nuovi “pianeti” esplorabili, con una buona dose di figaggine e ben differenziati rispetto a quanto già presentato in passato, graziati da una ricercatezza artistica fuori scala, come sempre capita con Destiny;

  • una campagna senza fronzoli, emozionale ed emozionante;

  • un riassetto delle armi, finalmente (di nuovo) con perk casuali, che diversificano tutti i giocatori e alleviano, non di poco, quella sensazione di piattezza presente fino a pochi mesi fa;

  • un nuovo sistema di pietre miliari e di reset, che è sì settimanale ma non più solo al martedì;

  • una nuova tipologia di nemici, gli infami. Se ne sentiva davvero la mancanza, con la varietà di gioco che ne giova particolarmente;

  • l’arco. C’è un arco ipertecnologico fra le nuovi armi disponibile. Un arco;

  • nuovi contenuti che, per ora, sembra siano in uscita di settimana in settimana: nuove missioni in singolo, nuove mappe, nuove modalità in PvP.

L’arco è tanto bello quanto appagante pad alla mano.

Un elenco abbastanza lungo, che potrebbe continuare ancora per svariate righe. L’unico aspetto che mi lascia qualche dubbio è però il level cap: si passa infatti dal livello 400 della precedente espansione al 600 di massimale, con in mezzo un hard cap fissato a 500. Un salto di ben duecento livelli, di cui i primi cento si possono grindare senza troppe difficoltà durante la campagna principale de I rinnegati. Dal livello 500 in avanti, c’è un pesante rallentamento nei progressi di gioco. La strategia è semplice: dilatare il level cap, sia numericamente che in termini di ricompense (in Destiny si sale di livello droppando pezzi di armatura di livello crescente: più è alto il livello del nostro armamentario, più sarà alto il nostro di livello), obbligando la gente a stare su Destiny 2, sempre. In tre settimane di gioco abbastanza intenso, credetemi, sono arrivato al livello 530; e non è una questione di sfiga, ma di matematica; il gioco droppa infatti engrammi eccelsi (i ‘nuovi’ engrammi leggendari, quelli che, insomma, ti fanno salire di livello) con grande parsimonia e il risultato di tale scelta di game design è duplice: da un lato, come si diceva, si premia chi farma e passa su Destiny 2 intere giornate; d’altro canto, però, si disincentiva il giocatore medio, il quale, inchiodato alle soglie del livello 500, si potrebbe far prendere dallo sconforto e abbandonare il tutto.

Una scelta del genere è legittimata da una chiara decisione da parte di Bungie: quella di ascoltare e premiare lo zoccolo duro della propria utenza; quelli che, appunto, su Destiny ci buttano il sangue. Una volta compreso ciò, sono rimasto interdetto: in un epoca del tutto e subito, dell’ipertrofia di mercato, come può ripercuotersi, sulla vasta e variegata utenza a cui comunque si rivolge Destiny 2, una scelta del genere? In un MMO, sono risposte che si possono dare solo sul lungo periodo. Eppure, a tal proposito, la mia idea me la sono fatta: seppur agli albori di questo secondo capitolo di Destiny ci fosse la volontà di allargare il bacino d’utenza anche a chi, solitamente, gioca in solitaria, questa scelta tende inevitabilmente a risultare appagante solo per chi di Destiny 2 fruisce in cooperativa, con gli amici. I rinnegati, a tal proposito, rimette in carreggiata il gioco di Bungie, per i motivi sopracitati, tra cui, appunto, l’ascolto quasi incondizionato nei confronti del proprio nocciolo di giocatori hardcore. Il problema, a questo punto, sarà convincere i giocatori a tornarci, per l’ennesima volta, su Destiny.

Ho affrontato anche questa nuova espansione di Destiny 2 sulla mia PlayStation 4, grazie a un codice fornitomi da Activision. Ci avrò passato circa una quarantina d’ore e, seppur stia cercando di uscire dal tipico tunnel drogante degli MMO e di Destiny stesso, prevedo di ritornarci con una certa presenza in concomitanza della prossima delle tre espansioni previste entro l’estate del 2019. Mi prendo un attimo di pausa, ecco, ma un salto lungo il sistema solare, di tanto in tanto, me lo farò eccome, sperando di non ricascare nel circolo vizioso. Ovviamente, I rinnegati è disponibile anche per Xbox One e PC. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.