Dicembre 2001: Auto pericolose e il figlio di Sparda | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 7 dicembre del 2001 segna il ritorno dalle nostre parti della serie di Twisted Metal che, essendo amata praticamente solo nei magici iuessei, non si manifestava sul mercato PAL da cinque anni, ovvero da Twisted Metal 2. Torna quindi in Europa con il quinto episodio, Twisted Metal Black, che invero, nonostante gli altri due capitoli usciti nel frattempo, non presenta grosse innovazioni di gioco rispetto all'ultima apparizione dalle nostre parti. La grande novità, al di là ovviamente del balzo grafico generazionale, sta nella virata cupa e sanguinaria di grafica e impianto narrativo. Il gioco segna anche il ritorno alla serie del designer David Jaffe, assente proprio da quel secondo episodio e successivamente impegnato nella creazione di God of War.
E a proposito di God of War, lo stesso giorno vede l’arrivo in Europa di Devil May Cry, gioco nei confronti del quale la creatura di Jaffe sarà discretamente debitrice. Inizialmente concepito come quarto capitolo di Resident Evil ma poi trasformato in altro, Devil May Cry conserva dalla serie zomba Capcom la struttura generale di mappe, livelli, enigmi, ma la strizza dentro un action game a base di mazzate che ci fa scoprire per la prima volta il concetto di azione “stylish” firmato Hideki Kamiya. La versione europea fa piangere sangue per i soliti problemi a base di hertz ma insomma, è comunque un giocone, che lancia una serie di successo e getta le fondamenta per un intero nuovo filone videoludico, che potremmo considerare la rivisitazione moderna dei picchiaduro a scorrimento.