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Ecco the Dolphin: Il delfino ketamino | Racconti dall'ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Nel 1974, John C. Lilly, che solo qualche tempo prima era uno stimato medico, neuroscienziato e scrittore americano, non se la passa molto bene. Si è lasciato alle spalle gli anni della ricerca scientifica più o meno rigorosa, specie dopo i suoi esperimenti falliti in cui cercava di insegnare l'inglese ai delfini per farli parlare attraverso il loro sfiatatoio. Esperimenti il cui risultato principale consiste in una registrazione in cui il povero delfino scimmiotta malamente "one, two, three" a mo' di pappagallo. Che tocca fare, per guadagnarsi un pescetto, di questi tempi! C'era poi anche quella storiaccia che coinvolgeva il povero delfino isolato innamorato della sua istruttrice, che spesso era costretta ad "alleviare" manualmente la sua solitudine. Non di quelle esperienze che metteresti a curriculum, ecco. In più, da qualche anno, Lilly aveva deciso di curare le sue forti emicranie con un sapiente miscuglio di LSD e ketamina, ché tanto erano gli anni Settanta e quella roba la trovavi al supermercato come se fossero orsetti gommosi della Haribo.

Ad ogni modo, in una sera a caso del ‘74, Lilly si spara una buona quantità di ketamina: abbastanza per ottenere il suo effetto dissociativo (ovvero lo sballo, a cui bisogna ricordarsi di dire no), ma non per collassare. Miracolosamente, non ci rimane secco, ma allo stesso tempo non se la passa molto bene: vede mostri, alieni e soprattutto il fantasma dei delfini ingrifati passati. A un certo punto, la moglie lo sente urlare: Lilly grida che l'Earth Coincidence Control Office gli ha tagliato il pene e glielo ha offerto in dono. La moglie, porella, gli risponde qualcosa del tipo "Ma è ancora attaccato, coglione!", al che Lilly risponde urlando frasi a caso contro il cielo come un Ligabue qualsiasi. L'Earth Coincidence Control Office è un'entità ricorrente all'interno delle visioni lisergiche del neuroscienziato americano. È costituita da un gruppo di alieni onniscienti e benevoli che controllano la vita sulla Terra e che, apparentemente, talvolta ritengono opportuno tagliare i cazzi delle persone con cui vengono a contatto.

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Mega Drive Mini nei nostri ricordi | Outcast Speciale Outcast Staff

Tutta 'sta storia di ordinaria lisergicità americana di inizio anni Settanta si connette all'articolo che state leggendo se si ripensa agli esperimenti coi delfini di Lilly e se si fa caso all'acronimo di Earth Coincidence Control Office: E.C.C.O. Tutto torna. Perfino i Vortex, gli alieni cattivi di Ecco the Dolphin, trovano un loro corrispettivo nella droghereccia mitologia di Lilly, solo che si chiamano Solid State Intelligence e sono bestie meccaniche. O, in altri scritti, rappresentano più la coscienza collettiva di tutti i nostri apparecchi elettronici, che prima o poi ci ammazzeranno tutti. Cercare un senso logico nelle parole di un tizio che si sparava LSD come se fossero mentine non è esattamente semplice.

È comunque ovvio lo stretto legame fra la genesi(s) di Ecco the Dolphin e i libri che Lilly ha scritto per descrivere le sue esperienze extracorporee, che spesso coinvolgevano anche camere di privazione sensoriale à la Fringe. E nell'era di Twitter, la chiara ispirazione è stata anche più volte confermata dagli autori del gioco. A ben pensarci, torna tutto: Ecco trovava nella sua progressivamente inquietante atmosfera gran parte del suo fascino. Si partiva col combattere timide meduse saltando allegramente fuori dall'acqua durante un tramonto che più VAPORWAVE non si può, e si finiva a prendere a testate un'orrenda testa aliena xenomorfa che perdeva pezzi ad ogni attacco. Nel mezzo c'erano viaggi nel tempo, Atlantide e un'altra forma di vita aliena a forma di doppia elica del DNA. Sembra un trip in acido e in effetti lo è. Poi, per carità, Ecco the Dolphin, come gioco duro e puro, ha i suoi bei problemi, non ultimi un sistema di controllo abbastanza criminale e una difficoltà ridicolmente elevata, ma lo stile e l'atmosfera riescono a prevalere su tutto.

Se Sonic costituiva il cuore pulsante e spaccone del Mega Drive, il mite e lisergico Ecco ne era l'anima nascosta, la volontà non sempre propriamente espressa di creare qualcosa di diverso in un panorama creativo che, specie all'epoca, tendeva ad appiattirsi sui soliti cliché, soprattutto in occidente. Il delfino curioso ha resistito bene alle maree del tempo (ammicco ammicco) e continua ad ispirare anche oggi bizzarre visioni di mondi lontani ma non troppo. Citavo prima la Vaporwave, bizzarra sub-cultura musicale e visiva prettamente internettiana, che proprio da Ecco trae le sue prime mosse, con l'ironico ed iconico album di Chuck Persona Eccojams vol.1, un folle e quasi inascoltabile remix dei brani new age della colonna sonora di Ecco nella sua versione Mega CD, mischiati a brevi e ripetitivi riff di musica pop. Il tutto rallentato di un buon 50%. Che è un po' "la prugna che galleggia nel profumo in un cappello da uomo" di simpsoniana memoria, però, oh, Eccojams vol.1 ha dato il via a un intero e molto prolifico genere musicale, che col tempo ha prodotto roba sempre matta e spesso interessante. E pure quel classico gradiente rosa-azzurro che da sempre accompagna l'estetica vaporwave è preso pari pari dal cielo di Ecco, così come l'ossessione per colonne, busti e statue classiche, onnipresenti nel livello ambientato ad Atlantide.

Ispirato da deliri lisergici, ne generò altri, diversi, più moderni e su una rete che non era ancora stata inventata. Non male per un delfino con delle stelle sulla testa, eh?

BONUS: mentre ricercavo cose per quest'articolo, ho scoperto che Jacques Cousteau faceva la pubblicità in TV di Ecco the Dolphin:

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata al Sega Mega Drive (Mini e non), che potete trovare riassunta a questo indirizzo.