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eXistenZ #3 – Indie Game: The Movie

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Lo scorso marzo, io e Fotone siamo andati a seguire la Game Developers Conference di San Francisco. La sera del primo giorno, posti di fronte a una dura scelta, siamo stati costretti a perderci la proiezione di Indie Game: The Movie e il seguente dibattito che ha scatenato un turbinio d'emozioni nel mondo dell'internet. Ammettendo di aver rosicato un pochino, incasso, tiro avanti e attendo il 12 giugno 2012, data dell'uscita mondiale del documentario di cui sopra (anche se iTunes mi dice di averlo pubblicato un mese fa, boh...), con la lieta sorpresa di aver ricevuto ieri un accesso stampa per guardarlo in anticipo e scriverne in volata. Ed ecco quindi un episodio d'urgenza per eXistenZ.

Indie Game: The Movie è un documentario realizzato dai canadesi James Swirsky and Lisanne Pajot (e musicato da Jim Guthrie), che prova a mostrare da vicino e dall'interno la vita e le difficoltà insite nello sviluppo di un videogioco indie. O, meglio, prova a mostrare da vicino e dall'interno la vita e le difficoltà insite nello sviluppo di Super Meat Boy e Fez. I due registi hanno infatti messo al centro dell'azione Tommy Refenes, Edmund McMillen e Phil Fish, raccontando l'ultimo anno di sviluppo dei rispettivi giochi e puntando l'obiettivo soprattutto sul lato umano della faccenda, sulle motivazioni, le emozioni, le sensazioni provate dai tre e da chi stava loro attorno. E da Jonathan Blow, autore di Braid, che ogni tanto appare, racconta il suo punto di vista sul mondo dei videogiochi, mette in scena le emozioni provate lavorando sulla sua creatura e fa il fico mostrando la propria sagoma in controluce mentre programma.

Jonathan Blow si spara delle pose che levati.

Preso come documentario in senso stretto, Indie Games: The Movie misura la sua riuscita in base alle aspettative di chi lo guarda. Da appassionato che ha seguito lo sviluppo dei giochi in questione, non ho trovato nel film informazioni nuove o particolarmente rivelatorie e, anzi, la chiacchierata di Edmund McMillen sulle idee alla base dei livelli iniziali di Super Meat Boy m'è parsa fin troppo ovvia. Non parliamo poi di Jonathan Blow: Braid è storia passata, The Witness troppo futura, nel mezzo non c'è molto d'interessante da raccontare. D'altra parte, un conoscitore meno attento della scena, così come un turista del videogioco incuriosito dal documentario, potrebbe al contrario scoprire molto di cui non era a conoscenza. Inoltre, è evidente che i due registi hanno abbandonato in fretta l'idea di raccontare la scena indie nel complesso e hanno preferito puntare altrove. Riuscendoci benissimo.

Swirsky e Pajot hanno infatti confezionato un racconto dalle forti emozioni, che mostra la vita delle persone dietro ai giochi, ne approfondisce il pensiero e le idee, mettendo in luce le motivazioni, le fonti d'ispirazione, la natura stessa di ciò che prima di tutto s'intende con indie, quella voglia di realizzare un qualcosa di personale, di realmente “proprio” e non filtrato dall'intervento di mille altre persone. Il film racconta più le persone che i giochi, e lo fa in maniera emotivamente forte, coinvolgente, capace di toccare davvero nei suoi momenti migliori. Il tutto, poi, è confezionato con una gran cura per l'immagine, che magari ogni tanto si sforza un po' troppo di cercare la soluzione visiva ganza e fine a se stessa, ma che riesce anche nella non facile impresa di mostrare il videogioco in azione in maniera cinematograficamente sensata senza annullarne il senso o mancarvi di rispetto. È, insomma, un gran bel lavoro, che racconta cose interessanti in maniera emozionante.

Considerando il periodo temporale raccontato, la proiezione alla GDC 2012, due giorni prima dell'incoronazione di Fez e Phil Fish all'Independent Games Festival, è stata davvero la morte sua.

È possibile guardare Indie Game: The Movie in tre modi. Sul sito ufficiale si paga 9,99 dollari e si sceglie poi fra la visione in streaming e il download in diversi formati, senza alcun DRM (inclusa un'opzione per ascoltare una traccia audio priva di volgarità). Su Steam si paga 7,99 euro (7,19 se lo si acquista prima dell'uscita, a cui manca ancora qualche ora) e si ottiene l'accesso a un'applicazione che, oltre alla visione in 1080P, garantisce l'accesso ad alcuni contenuti extra (il commento audio di Edmund McMillen e Tommy Refenes e delle scene aggiuntive). Su iTunes è possibile procurarsi il film secondo tutte le “solite” vie proposte da Apple: 6,99 € per l'acquisto in HD, 4,99 € per il noleggio in HD, 5,99 € per l'acquisto in SD, 3,99 € per il noleggio in SD. Sempre dal sito ufficiale è inoltre possibile acquistare una copia fisica, in DVD o Blu-ray. Il film è in lingua originale con opzione per i sottotitoli in italiano. E adesso sta pure su Netflix!