Gateways: emicrania indie fra Portal e Braid
Sono raggomitolato sulla sedia in posizione fetale da un'ora: fastidio, umiliazione, vergogna e, naturalmente, paura. La paura di aver gettato i meno peggiori anni della mia vita alle ortiche, di fronte a un monitor, divertendomi transitoriamente nell'attesa, ignara, di questo momento. Il momento in cui ti accorgi che un innocuo giochino 2D, starring Mad Professor Mariarti per Amiga dimagrito, ti sta comunicando che 1) Non sei riuscito a risolvere un enigma e hai dovuto controllare la soluzione 2) Hai visto il filmato della soluzione, non ci hai capito una mazza e non sei riuscito a riprodurlo 3) Sei andato su Youtube a vedere il filmato di una soluzione alternativa, non ci hai capito una mazza e non sei riuscito a riprodurlo 4) È il momento di cambiare hobby, tirare fuori le poche cartoline ricevute negli anni e iniziare a collezionare francobolli.
Gateways è un puzzle-platform 2D indie per PC dal prezzo di circa 4 euro (o 240 MP su Xbox Live). Davvero un'inezia, considerata la quantità, ma soprattutto la qualità, dei contenuti presenti nel gioco. Gli ingredienti della ricetta preparata da Smudged Cat Games sono chiari: Portal e Braid, affogati in una claustrofobica mappa in stile Metroidvania. Quest'ultima, in realtà, mi è apparsa poco più che un pretesto per rendere un po' meno arido il susseguirsi di puzzle: se in un Metroid o in un Castlevania, infatti, nemici ed esplorazione risultano elementi essenziali dell'esperienza di gioco, in Gateways spesso sono più che altro fastidiosi, soprattutto nei, fortunatamente non molti, momenti in cui si è costretti a camminare da una parte all'altra della mappa ripetendo enigmi già superati. La prima oretta di gioco è effettivamente Portal in 2D e poco più, ma è quando si sbloccano il cannone morfodimensionale e quello spazio-temporale che si inizia a intravedere il potenziale ludico e bestemmiogeno di Gateways. Mediante il primo, sarà possibile modificare le dimensioni del protagonista, riuscendo in questo modo a entrare in cunicoli strettissimi diventando piccoli come un topolino o, al contrario, diventare enormi per effettuare balzi disumani, riuscendo così a saltare su piattaforme altrimenti irraggiungibili. A procurare i mal di testa più dolorosi, però, sarà il cannone spazio-temporale: creando i soliti due portali, sarà possibile dare vita a copie del professore, che si potranno utilizzare per attivare pulsanti, deflettere raggi, accendere e spegnere luci e così via. A complicare tutto, ci si mette il fatto che toccare uno dei propri cloni causerà un paradosso temporale che provocherà l'interruzione immediata del tentativo di risoluzione del puzzle in corso. Anche dopo aver capito come risolvere un enigma, spesso sarà proprio la sua messa in atto il problema, ed essere costretti a ricominciare da capo una soluzione particolarmente complessa solo per aver sfiorato uno dei propri cloni può essere piuttosto frustrante.
Come accennato nella premessa, infatti, alcuni enigmi di Gateways sono davvero diabolici: una caratteristica della quale gli sviluppatori sembrano essere ben consci, dal momento che hanno deciso di integrare nel gioco un sistema di Help. Impiegando le gemme blu disseminate per la mappa, il giocatore potrà sapere se un determinato puzzle è risolvibile e, nei casi più disperati, vederne anche la soluzione. Fortunatamente, sulla mappa sarà sempre indicato con una freccia rossa il prossimo obiettivo risolvibile: un ottimo modo per rendere meno dispersiva l'esplorazione del laboratorio in cui è ambientato il gioco. Un consiglio: se vi trovate di fronte a un puzzle che non riuscite a risolvere, provate a esplorare altrove: potreste trovare un enigma diverso in grado di illuminarvi sul da farsi.
http://www.youtube.com/watch?v=OZqZTTJ9CzY
Dal punto di vista grafico, Gateways è classicamente e ruffianamente pixelloso, ma è la solidità della gestione grafica dei vari portali a ipnotizzare e colpire positivamente: creando una coppia di portali, si apriranno effettivamente delle vere e proprie finestre sul mondo di gioco. Detto così sembra una cosa da nulla, ma l'effetto finale risulterà spesso quasi escheriano: affascinante e disorientante allo stesso tempo. Soundscape tratteggiati da pianofortini e inserti sci-fi in stile chiptune difendono egregiamente il comparto audio, che è completato da effetti sonori piuttosto standard, ma mai fastidiosi. Gateways è un gioco delizioso, finché non si resta bloccati. Non c'è niente da fare: pur se integrato nel sistema del gioco, usufruire del sistema di Help è esattamente come leggere una soluzione, e farlo fa male all'autostima, al carisma e al sintomatico mistero di noi videogiocatori che non dobbiamo chiedere mai. Questo, tuttavia, è solo il mio punto di vista: sono certo che là fuori c'è qualcuno che non si farà problemi a utilizzare il sistema di Help di Gateways, considerandolo parte integrante del gioco (vero, giopep? :D). A tal proposito ritengo comunque poco sensata la modalità di presentazione della soluzione: in pratica, sullo schermo viene riprodotta la soluzione dell'enigma prescelto esattamente come se fossimo noi a risolverlo, con il fastidioso particolare che non saremo mai chiamati a doverlo risolvere effettivamente, perché ci avrà già pensato il "filmato" di cui sopra. Onestamente, avrei ritenuto più sensato mostrare la soluzione costringendo il giocatore a doverla almeno riprodurre da sé, ma si tratta nel complesso di un problema decisamente veniale.
Forte del suo prezzo "due cornetti e due cappuccini, grazie", Gateways si rivela un gioiellino imperdibile per chi ama i puzzle game supercervellotici, e il controverso sistema di Help serve comunque a lenirne la curva di apprendimento per chi non mastica pane e portali a colazione. Se, tuttavia, non siete amanti del genere, abbassate pure il voto di otto punti.
Smudget Cat Games ci ha fornito un codice Steam per testare il prodotto. Ho giocato a Gateways circa cinque ore con mouse e tastiera, raccogliendo tutti i fucili ed esplorando in lungo e in largo il laboratorio. Giopep conferma che anche i controlli via pad sono ottimi.