Outcast

View Original

Parigi-San Francisco via Norvegia-Oakland

Passano gli anni, diminuiscono i compagni di viaggio, aumentano i motivi per non partire, ma sono sempre qui, in momenti imprecisati del mese di marzo, pronto a balzare su un aereo in direzione San Francisco. Quello con la Game Developers Conference è un appuntamento per me imperdibile – nei limiti del possibile – fin da quando mi ci portò per la prima volta l’esimio Soletta oltre un decennio fa, dopo anni di “Tu ci devi troppo andare”. E aveva ragione, ci dovevo troppo andare. I motivi per cui mi piace così tanto frequentare quei corridoi, quelle stanze, quelle praterie a base di moquette, li ho descritti più e più volte nel corso degli anni, entrando in risonanza con le sdolcinate parole versate mano a mano dai miei compagni d’avventura, quindi non ho intenzione di dilungarmi ulteriormente sul tema. Sono qui che, come faccio spesso in questo genere di viaggi, mi invento modi per evitare di dormire sul volo di andata (il coma me lo serbo per il ritorno): leggo fumetti (mi sono portato Mamma, di Aoki Ikebe, e Sabrina, di Nick Drnaso), libri (Histoire Naturelle et Morale de la Nourriture), riviste (sono miracolosamente quasi in pari ma, insomma, ho comunque pagine digitali di Empire, Edge, Retro Gamer e Internazionale pronte da leggere), guardo cose (ho intasato laptop e smartphone tramite l’opzione per il download di Netflix, ho finito per guardare Cargo e due puntate di Bojack Horseman) e, ovviamente, scrivo, forte del mio laptop scassone dopatosi a livelli incredibili grazie alla recente installazione di un SSD.

Che scrivo? Beh, tanto per cominciare, scrivo la tradizionale bloggata transatlantica, assemblata a puntate nel corso del volo. Poi c’è la recensione di Border – Creature di confine, un bel film svedese che esce questa settimana in Italia e ci tengo a consigliarvi. Quindi, un Racconto dall’ospizio per la Cover Story: non è urgente, ma l’ho iniziato a casa e tanto vale finirlo. Che altro? Ah, sì: prendo appunti per la Cover Story di aprile, che abbiamo iniziato a organizzare. E credo siano tutte le attività previste, magari integrate da quel che propone lo schermino di Norwegian. A proposito, Norwegian. Compagnia aerea nordica, low cost, che mi porta con volo diretto da Parigi a Oakland. E, insomma, non è il volo più confortevole o ad alta tecnologia che abbia mai fatto ma ho viaggiato molto peggio su linee ben più blasonate. Qua, comunque, sono relativamente comodo, ho spazio per le gambone lunghe, ho uno schermo personale e ho la presa USB per la ricarica. Poteva andare peggio, anche se, nota mentale, la prossima volta, magari, qualche soldo in più per fare il check-in, scegliermi il posto e non ritrovarmi lato finestrino lo spendo. Se voglio dormire, OK, ma se l’intenzione è di stare svegli, dover rompere le palle a due persone ogni volta che ti alzi è, beh, una rottura di palle.

Ma a noi che ce ne frega, direte voi? No, nulla, è che comunque mi fa piacere pubblicare qualcosa a tema GDC il primo giorno di GDC, quando ovviamente non avremo nulla a tema GDC da pubblicare, dato che c’è quella brutta bestia chiamata differenza di fuso orario. Quindi, GDC

Questa qua sopra è la tradizionale playlist dei video che produrremo durante la settimana. Per ora è vuota ma, insomma, arriverà roba. Certo, siamo solo in due e siamo vecchi, quindi non vi aspettate la pioggia di video vista in altri anni. Inoltre, abbiamo deciso di gestire le videoanteprime con calma, un po’ per questioni di organizzazione nostra, un po’ perché, diciamoci la verità, la GDC non è l’E3, non c’è bisogno di essere super sul pezzo parlando di questo o quell’altro gioco giocato. Comunque, qua sopra appariranno chiacchiere, scemenze, piccoli reportage, magari commenti estemporanei su giochi e conferenze. Registreremo anche vere e proprie videoanteprime, ma ce le sbatteremo la settimana prossima, una volta tornati a casa, avendo quindi modo di prepararle come si deve, senza impazzire in trasferta. Oltretutto, non impegnarci sui video “in loco” ci lascerà un po’ più agili e magari, chissà, pur essendo solo in due, anche quest’anno riusciremo a pubblicare un contenuto al giorno dalla GDC sul sito. Non garantisco e non prometto nulla e, anzi, metto le mani avanti specificando che a ‘sto giro non abbiamo attinto alla cassa delle donazioni per finanziare parte del viaggio, proprio perché preferivo evitare di fare promesse troppo onerose. Ma insomma, arriveranno cose e, comunque, il sito rimarrà bello pieno nel corso della settimana, fra recensioni, Cover Story e podcast.

Ovviamente, poi, al rientro, registreremo il solito Outcast Reportage, per raccontarvi tutto quanto. Anche perché di roba da raccontare, beh, ce ne dovrebbe essere. La pioggia di sviluppatori indie con cui ho negoziato appuntamenti fa spavento e mi è sinceramente spiaciuto doverne rifiutare un sacco ma, insomma, due persone hanno i loro limiti. Innanzitutto, mi aspetto come al solito un sacco di sorprese sparse fra lo spazio espositivo della fiera (uno su tutti: dovrebbe esserci Afterparty, il nuovo di Night School Studio, a cui dobbiamo quel gioiello di Oxenfree) e i vari eventi esterni come ID@Xbox, The Mix e le feste delle associazioni canadese, europea, svizzera, polacca, [aggiungere a piacere]. Ma poi, come dicevo, ci sono gli appuntamenti. Fra i tanti, così, senza consultare con troppo vigore il calendario, mi vengono in mente: Nanotale, dai creatori di Epistory; Where the Bees Make Honey, che ho provato all’E3 un paio di anni fa e mi era parso delizioso; il dolcissimo Falcon Age; Trover Saves the Universe, il gioco del creatore di Rick & Morty; il nuovo lavoro di Benjamin Rivers (Home, Alone With You), dal promettente titolo Worse Than Death; il BioShock italiano Close to the Sun; l’intrigantissimo Neo Cab, che l’anno scorso mi aveva incuriosito un sacco. E, come dicevo, c’è parecchio altro. Nonostante tutti gli appuntamenti a cui abbiamo dovuto rinunciare.

E poi ci sono le conferenze, che sono alla fin fine il cuore – assieme all’atmosfera, alla gente, al piacere quasi fisico che si prova immergendosi in quella comunità per una manciata di giorni – del nostro amare la GDC. Chiaramente, da bravi vecchi titolari di un sito in cui chiacchieriamo costantemente del passato, siamo già gasatissimi per i Classic Post Mortem dedicati a Command & Conquer, Lemmings, Paperboy, Spider-Man 2 e la serie di Panzer Dragoon, ma ci sono un sacco di interventi che fanno salivare: i “soliti” percorsi sulla scena indie e sulla narrazione, la sfilza di talk dedicati all’ultimo God of War e a Subnautica, il ritorno del #1reasontobe di Rami Ismail e l’intervento dedicato alla lavorazione di Devil May Cry 5, che casca a fagiuolo con la nostra Cover Story, sono solo i primi che mi vengono in mente, ma se proprio ci tenete a sapere tutto, trovate qua l’elenco completo.

E poi c’è Google. La descrizione della loro conferenza è vaga ma chiara: “Google ha qualcosa di rivoluzionario da mostrarvi”. Voci, leak e indiscrezioni si inseguono da tempo, è recente l’annuncio dell’assunzione di Jade Raymond come vicepresidente, si chiacchiera tantissimo di una piattaforma dedicata allo streaming e il tutto in un contesto che continua a muovere passi verso quella direzione, attraverso le decisioni prese da Microsoft, Nintendo, Sony, Steam. Cosa ne verrà fuori? Beh, domani c’è addirittura un’ora e mezza di tempo che Google si è presa per raccontarcelo e siamo discretamente interessati, anche perché il tema, qua su Outcast, ci piace parecchio, come dimostrano gli ultimi Outcast Weekly.

Quanto ci sarà, di vero, in quest’immagine?

Altro? Sicuramente c’è altro, ma non è che posso mettermi qui ad elencare tutto, ho fatto già abbastanza. La Game Developers Conference è storicamente l’appuntamento annuale outcazzaro più denso di cuoricini, oltre che quello con cui, in un certo senso, si apre la nostra stagione più densa. Quest’anno, tra l’altro, vale ancora di più: posso confermarvi che ad aprile andrò a seguire il Reboot Develop e a maggio tornerò alla Nordic Game Conference, con l’impegno di raccontarvi entrambi gli eventi su queste pagine nella maniera più abbondante possibile. A giugno, poi, come già detto, sarò nuovamente all’E3 con i ragazzi di IGN Italia, e quindi non mancherà il solito podcast. Poi? Beh, poi scatta la pausa estiva, non ci allarghiamo.

Ah, non vorrei risultare stucchevole, ma grazie. Alla GDC ci si va perché ci piace e, francamente, possiamo permetterci di farlo, seppur limando sui costi in maniere brutali. Ma la voglia di sforzarci a raccontarvela ce la fate venire voi. E alle altre fiere menzionate, invece, ci si va letteralmente anche grazie a voi, dato che quelle spedizioni sono in larghissima misura finanziate tramite le donazioni. Nel suo piccolo, questa cosa è bellissima e genera parecchia gratitudine. Quindi, insomma: grazie.