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Guardare avanti

Premessa: Tutto quello che dirò in questo editoriale non ha nulla a che fare con OutRun 2006, a cui invece gioco ogni anno perché sì, perché è giusto.

In questi giorni si sta parlando un sacco di preservazione. Una battaglia nobile, giusta, forse non completamente mia. Phil Spencer pensa a come monetizzare, gli appassionati a come proteggere la storia, ma entrambi vogliono cristallizare il passato per averlo sempre a disposizione. Mi fa pensare a una vicina di casa che aveva imbalsamato il cagnolino per averlo sempre con sé, pure se quello che rimaneva non era davvero il suo cane. Un videogioco è un figlio del suo tempo, con il suo impatto tecnologico, con il suo hype e le vostre vite di contorno, quello che rimane nelle librerie del MAME è un ricordo, se c’eravate, o una brutta fotografia se, invece, il vostro è solo un recupero storico.

E va bene, ci sta che non si voglia perdere nulla. Dopo tutto oggi la gente conta i passi fatti, mi pare comunque nobile voler dare alle future generazioni la possibilità di toccare con mano la strada che il medium ha percorso, i suoi successi e anche i suoi errori. Ma non è la mia battaglia, dicevo, perché mi piace guardare avanti, mai indietro; quasi mai, dai. Un’opera sopravvive al tempo non con la sua forma statica e immutata ma con i semi che pianta in chi la ama. Quelle persone trasporteranno il polline di fiore in fiore fino a dare vita a forme nuove e io quelle voglio vedere.

Non è la mia battaglia, ripeto, perché trovo più importante che i videogiochi di oggi arrivino a un numero maggiore di persone, in modo che formino gli autori di domani. La storia si è lasciata alle spalle forse le sue opere migliori, non possiamo escluderlo, eppure siamo andati avanti creandone altre, diverse. Questo flusso, questa consapevolezza della perdita, mi spaventa e mi entusiasma allo stesso tempo.

Anche quando gioco ad OutRun 2006, una volta l’anno, penso che non può esserci niente di meglio nella mia vita di videogiocatore. Ma ci rinuncerei oggi stesso per la possibilità di vedere un OutRun 2025, anche se non so quanto potrebbe piacermi.