Outcast

View Original

Old! #292 – Febbraio 1989

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

A febbraio del 1989, Atari lancia in sala giochi, Hard Drivin', uno fra i primi coin-op di guida realizzati in grafica poligonale (le cronache ci dicono che è stato preceduto da Winning Run di Namco), con una quantità smodata di varianti per il cabinato distribuite in giro per il mondo. Fra le caratteristiche che più colpiscono c'è senza dubbio il realismo del sistema di controllo, che propone una leva per il cambio manuale e, addirittura, il pedale della frizione. Molto meno realistico, invece, il design delle piste, che piazza una vettura simil-Ferrari su circuiti spericolati, con tanto di salti e giri della morte.

Nonostante alcuni ritardi nella produzione dovuti al dubbio che un cabinato da diecimila dollari sia troppo ambizioso, Hard Drivin' arriva nelle mani dei giocatori e, chissà, magari proprio grazie a quel cabinato così costoso, riscuote un buon successo. Seguiranno, inevitabilmente, le solite conversioni su tutti i sistemi casalinghi del pianeta, senza per altro alcuna possibilità di avvicinarsi anche solo lontanamente al concetto di "arcade perfect". Anzi, la versione per Commodore 64 verrà ricordata come uno fra i port peggiori della storia. Andrà ovviamente molto meglio quando il gioco finirà incluso nella raccolta Midway Arcade Treasures 2 su GameCube, PlayStation 2 e Xbox. Hard Drivin’ sarà tra l’altro il primo episodio di una serie dalla breve durata, con un seguito in sala giochi, un altro riservato alle sole piattaforme casalinghe e ben due capitoli successivamente messi in lavorazione ma mai pubblicati.

Lo stesso mese, per la precisione il 2 febbraio 1989, vede l’uscita, su Amiga e Macintosh, di un giochetto da poco: SimCity. Ideato da Will Wright riciclandosi l’editor che aveva usato per creare le mappe di Raid on Bungeling Bay, SimCity ci affida il compito di costruire una città e gestirne crescita, sviluppo, problematiche, ambizioni, senza obiettivi specifici da raggiungere. Si possono dedicare le varie zone a scopi commerciali, industriali o residenziali e bisogna occuparsi di svariate minuzie, più o meno specifiche, da gestire nel tempo. Il gioco propone comunque anche tutta una serie di eventi cataclismatici (inondazioni, incendi, terremoti... perfino mostri giganti) per dare pepe all’esperienza e, su suggerimento di Brøderbund, il publisher con cui Wright aveva lavorato al suo gioco precedente, anche degli scenari basati su obiettivi.

SimCity arriva alla pubblicazione solo nel 1989, e su quei due formati, nonostante sia di fatto già pronta da tempo una versione originale su Commodore 64, perché Brøderbund non crede nel progetto e Wright non riesce a trovare un accordo con nessun altro publisher. Decide quindi di mettersi in proprio, fonda lo studio Maxis e mantiene il rapporto con Brøderbund solo in termini di distribuzione. La storia gli darà ragione, regalando alla sua creatura un successo clamoroso, un ruolo fondamentale nel percorso del settore e una valanga di seguiti e spin-off.