A m'arcord
Io c'ero: Quando i colori erano solo il bianco e il nero. Quando una linea retta era una racchetta da tennis o il giocatore stesso. Io c'ero. Quando una partita costava 50 lire e il cabinato era troppo alto per me. Quando spingevo la seggiola verso la gettoniera e ancora non bastava per vedere il disegno che mostrava in che direzione il pulsante avrebbe fatto ruotare quel triangolo vettoriale che tanto somigliava a un astronave.
C'ero, quando il joystick si è aggiunto ai tasti. Quando sono nati Pac-Man e Space Invaders. Ho visto la trackball, i volanti, i cabinati idraulici a forma di auto e cokepit.
Io c'ero. Quando Jumpman è diventato Mario, quando Mario è diventato super. Ho visto Wonderboy Andare in skateboard, Bub e Bob diventare bambini e lanciare arcobaleni. Cavalieri in mutande combattere zombie e blocchi colorati cadere dall'alto per incastrarsi tra loro.
C'ero con le prime console: 10 giochi in memoria dove la differenza tra uno e l'altro era la posizione e la quantità di barrette che respingevano la pallina. Quando Donkey Kong fu dato in licenza su Intellivision, con il suo controller fatto a tastiera numerica.
Ho avuto i Game & watch e il NES, che hanno introdotto il concetto di joypad. Ho sparato alle anatre dentro una TV e ho avuto i giochi con "la grafica del Bar". Ho aspettato ore mentre il Commodore 64 caricava le conversioni da sala giochi e sono rimasto sconvolto quando le ho viste praticamente identiche all'arcade su Mega Drive e Super Nintendo.
C'ero quando dallo schermo buio è uscito il T-Rex della demo sulla prima Playstation. Gli ho fatto muovere la bocca e aumentare il passo. Ho corso innumerevoli volte su quei tre tracciati di Ridge Racer, ho volato nei cieli di Panzer Dragoon e di Nights.
Ho scoperto internet con un modem a 56k. Ho aspettato decine di minuti per vedere una foto e ore per scaricare un video di tre minuti. C'ero quando Mario è diventato tridimensionale e i videogiochi sono cambiati per sempre. Ho cavalcato per le praterie di una Hyrule che sembrava infinita. Ho agganciato il rumble pack sul joypad del Nintendo 64, ho visto gli analogici diventare due sul pad della PSX e Sega uscire dal mercato delle console.
Ho visto conversioni da arcade starmi tra le mani in uno schermo da 2', mi sono guardato insaponare una finestra dentro lo chermo di una TV, ho giocato con la matematica con uno stilo in mano, gesticolato con un telecomando che diventava una racchetta, un volante o una spada.
Ho fatto yoga su una bilancia di plastica, usato il telefono come una finestra su un mondo virtuale, ho visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo e nell'internet come lacrime nella pioggia.