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Il moderno amarcord di Legend of Grimrock

La ricerca della modernità e l'esigenza di mantenere le radici ben piantate nella tradizione sono due anime che all'apparenza faticano a convivere, sulla carta sono destinate a scontrarsi in un conflitto perenne: questi due universi paralleli si fondono all'interno di Legend of Grimrock, per una volta si uniscono in un connubio unico. Ci vuole coraggio e una certa abilità per rendere attuali le meccaniche di classici come Eye of the Beholder senza banalizzarle, senza scendere a compromessi. Allo stesso modo è difficile evitare le operazioni nostalgia, quello sterile amarcord che alla fine lascia solo una patina di amaro in bocca e un velo di tristezza. Almost Human a mio modesto parere ha trovato la quadratura del cerchio.

Catapultati contro la loro volontà in lugubri e polverose segrete, quattro avventurieri si vedono costretti a scendere nelle viscere della terra pur di non morire, alla ricerca della luce in fondo al tunnel, nella speranza prima o poi di riaffiorare in superficie. La strada verso la salvezza però è lastricata di trappole mortali, enigmi cervellotici e un bestiario affamato di carne umana, in perenne attesa di un lauto banchetto. Come si può notare, la trama è solo un gradevole pretesto per dare inizio all'avventura, il superfluo qui è messo al bando, si guarda solo allo stretto necessario.

Il sistema di creazione dei personaggi offre un ottimo grado di personalizzazione, sebbene si declini in sole quattro classi e altrettante razze: gli estremi dello spettro trovano nel minotauro il classico personaggio rozzo e dotato di forza erculea, mentre l'insettoide predilige i poteri dello spirito, pagando dazio per quanto concerne la prestanza fisica. L'essere umano si colloca perfettamente al centro, non ha punti deboli ma allo stesso modo non eccelle in alcuna caratteristica. Nel corso del mio test ho sperimentato un party di tipo classico, schierando sulla linea frontale due guerrieri, con un mago e una ladra a supporto nelle retrovie, una soluzione che predilige il bilanciamento e si adatta a gran parte delle situazioni.

Abituarsi ad un sistema di movimento a scacchiera non è semplice, in primis per chi non ha vissuto il periodo di Dungeon Master e soci. È un modo anacronistico di procedere nello spazio che diventa piacevole solo con la pratica. Una volta presa familiarità con i comandi, si è perfettamente in grado di creare delle tecniche complesse, aggirando i nemici più coriacei per colpirli alle spalle e poi darsi alla macchia, una strategia che spesso si rivela necessaria. Persino il mostro più debole non va preso sotto gamba: un gruppo di funghi, lenti e deboli, potrebbe creare un'imboscata e piegare la resistenza del party sulla lunga distanza.

Legend of Grimrock parte lento, con enigmi semplici e combattimenti poco impegnativi, per poi ingranare la marcia e procedere con il piede ben saldo sull'acceleratore, senza curarsi o meno della capacità dell'utente. La difficoltà si alza sensibilmente con il passare delle ore, i dungeon diventano dedali complessi, impossibili da esplorare senza il supporto della comoda mappa in linea, sulla quale è possibile scrivere delle preziose annotazioni. I veri fan dei dungeon-crawler, quelli duri e puri, possono tranquillamente rinunciare a questa sorta di navigatore: si armino pure di carta millimetrata, matita e tanta buona volontà, come si faceva agli albori del genere. In alcuni momenti Legend of Grimrock diventa persino crudele, ci si può impantanare di fronte a un enigma particolarmente complesso o la frustrazione può prendere la forma di un essere ributtante e spietato, capace di sterminare il party con pochi colpi. Ci vuole pazienza, dedizione, è come scalare una montagna ripida e priva di appigli, con il rischio di cadere non appena si appoggia un piede in fallo: quando si giunge in cima, però, si domina tutta la valle.

Dal punto di vista tecnico, Legend of Grimrock ripropone tutti i tratti somatici dei grandi classici, riaggiornandoli con le moderne tecnologie. I dungeon sono lugubri luoghi freddi e inospitali, ogni elemento è modellato con dovizia di particolari e le animazioni delle creature non deludono le aspettative. Inoltre, gli effetti di luce rendono l'atmosfera particolarmente riuscita. Peregrinare nel buio con una torcia che illumina timidamente il cammino, mentre a pochi passi un'ombra minacciosa si staglia sullo sfondo, è un'esperienza che regala qualche brivido sincero, più genuino dei sobbalzi sulla sedia telefonati, peccato mortale dei survival horror di quinta categoria. I programmatori hanno deciso di limitare la colonna sonora a brevi intermezzi, lasciando il campo libero ai rumori di fondo: si tratta di una scelta che aumenta il senso di solitudine e smarrimento all'interno delle segrete, contribuendo alla creazione di un'atmosfera credibile e coerente.

Legend of Grimrock è un gioco sviluppato con passione, che guarda al passato senza per forza rivolgersi esclusivamente agli utenti di lunga data e rispolvera meccaniche ludiche forse superate inserendole in un contesto moderno. L'unico vero cruccio riguarda il livello di difficoltà, a tratti persino punitivo, ma a parte questa annotazione mi ritengo particolarmente soddisfatto dell'esordio di Almost Human.

Voto: 8