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Il problema siamo noi

E se il problema non fossero la mancanza di idee, le proprietà intellettuali riciclate e l’impossibilità di stupire. Se il problema, insomma, non fossero i videogiochi ma proprio i videogiocatori?

Ho giocato a Deathloop pensando tutto il tempo a come, quello stesso titolo, potesse essere incredibilmente più affascinante ed epico e indimenticabile se avessi avuto la voglia e la pazienza di cercarmi da solo il loop perfetto. Ravanando nei documenti, ascoltando le chiacchiere, immaginando i movimenti dei singoli personaggi, c’è un gioco della vita dentro Deathloop. Solo che io non l’ho visto, lo faranno in pochi, perché a seguire i segnalini non rimane niente di tutto quello che di incredibile poteva essere.

Io non sono quel tipo di giocatore, io seguo i segnalini, ma era meglio un fantastico Deathloop per pochi o questo, meno indimenticabile, a cui posso giocare anche io? E se il problema fossi io?

Ho cominciato a giochicchiare a qualche soulslike, senza diventarne un fan sfegatato, e mi è capitato spesso di chiedermi se non fosse meglio, per tutti, se esistesse anche un approccio meno spigoloso al genere che permettesse a tutti di goderne. Una modalità semplificata, senza esagerare magari, che invogliasse anche i meno temerari a conoscere, sperimentare e magari ad innamorarsene. Forse non rimarrebbe niente. Parte del loro fascino è anche riuscire dove altri falliscono, magari non avremmo un genere che ha influenzato tremendamente tutta l’industria se non ci fosse stato un muro a protezione delle masse.

Dark Souls è storia e Deathloop non lo sarà mai perché qualcuno ha deciso che c’era un solo modo per venirne a capo, quello senza scorciatoie, e poi altri lo hanno scoperto e hanno voluto provarci a loro volta. Una visione, rigida e a volte incredibilmente stupida, ma unica e chiara, senza compromessi.

Io non sono quel tipo di giocatore, io non amo la sfida, ma Bloodborne mi è piaciuto molto perché era fedele a se stesso, non mi veniva incontro, con segnalini e checkpoint ne sarebbe rimasto qualcosa?

E allora son proprio convinto che il problema siamo noi, io per primo, vecchi giocatori pigri che annusano il bello di Deathloop ma non hanno il tempo e la voglia per farne un capolavoro indimenticabile. Perché c’è una strada più veloce, peggiore, ed è troppo più comodo seguire quella. Ma è quando non c’era che questa industria partoriva le sue idee migliori, quelle che in fondo ci mancano.