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Venimmo, vedemmo e lo montammo!

Ogni fascia d’età ha le sue paure: fino a tre anni, il timore più grande è l’abbandono, nell’infanzia quella di stare male, nell’adolescenza si è spaventati dall’immagine che gli altri possono avere di te, in età adulta dell’indipendenza, del lavoro, della famiglia, da qualcosa che possa succedere ai propri cari, dalla Juve che perde un’altra finale, da omioddio-cos’è-quel-neo-gigante-che-l’altra-settimana-non-c’era. 

A un certo punto, però, in ogni caso, si ha anche paura dei fantasmi.

Succede abbastanza spesso, sia tra bambini che adulti, e ci sta. Un rumore inaspettato, uno scricchiolio notturno, una folata di vento improvvisa. Quando non si capisce cosa può essere, quando ci si fa prendere alla sprovvista, è abbastanza naturale pensare alla causa soprannaturale e non a quella logica. Poi certo, uno supera i cinque anni e un po’ dovrebbe capirlo che lo sgabuzzino non è pieno di Poltergeist, ma tant’è. A un certo punto uno dovrebbe pure smettere di investire ogni fibra del suo essere nel giocare con i LEGO, ma nemmeno questo è scontato

Ricordo ancora quando Il quartier generale dei Ghostbusters divenne disponibile per il preordine, e ricordo esattamente la foga con cui lo prenotai: ero a casa di Mottura a festeggiare (sigh) il capodanno, e 2 minuti dopo la mezzanotte segnata dall’ennesima puntata capolavoro di Capodanno in Piazza (è quel programma dove i vecchi ballano tutti acchittati da festa) ho prenotato sul LEGO Shop il set, giusto per non correre rischi.

Storia abbastanza brutta tra l’altro quella della genesi di questa caserma dei vigli del fuoco (che è il set 75827, al tempo il terzo più grande mai prodotto), con i due progetti Ideas di Sergio Horencias e Brent Waller ignorati (e forsi presi un po’ troppo ad esempio, soprattutto il primo) in favore di una soluzione prodotta direttamente da LEGO (che pure magari era in produzione già da prima, vai a sapere).

Detto questo, però, il quartier generale dei Ghostbusters è una costruzione strepitosa, imponente e progettata con cura. Le quattrocentoventi pagine del manuale di istruzioni sono d’altra parte un biglietto da visita sufficiente per far capire quanto impegno (e tempo) ci sia da dedicare alla costruzione. Il tutto è diviso in una quindicina di fasi (fase più, fase meno), che permettono di costruire il quartier generale in tutta la sua imponenza, soprattutto una volta aperto. Il set, infatti, si può aprire sul lato per mostrare gli interni della caserma, che non sono forse curati come in quello dedicato a Stranger Things, ma che il loro lo portano decisamente a casa.

Al piano terra, ci sono la postazione di Janine e gli spogliatoi, oltre che lo spazio per inserire la Ecto-1 del set Ideas (che ci entra, è vero, ma non proprio perfettamente, visto che bisogna spostare alcuni arredi, per farcela stare). All’esterno, il portone è a doppio battente e con un passaggio pedonale, mentre sul marciapiede che delimita la base del set ci sono il cestino dei rifiuti e il semaforo.

Al primo piano si trova la cucina, che è un ambiente pieno di dettagli e realizzato benissimo: i pensili sono pieni di tazze, ci  sono il frigo, il microonde, un cabinato e il tostapane di Ghostbuster II. A fianco della cucina si trova la camera da letto con tre letti, mentre nelle due pareti più piccole (quelle che si possono aprire e chiudere) ci sono il bagno, altra stanza completa di tutto ad eccezione del beh, bidet, e le scale, che partono dal garage al piano inferiore.

Il secondo piano è quello del laboratorio di Egon, quel posto, per intenderci, dove un Rick Moranis con uno scolapasta in testa si fa esaminare. Anche qua il livello di dettaglio è notevole, con scaffali pieni di apparecchiatura assortita, provette e computer. Nella parete mobile si trovano invece il laboratorio con le foto di Vigo e il pratico estintore poco fuori la porta, che non si sa mai cosa può andare a fuoco all’improvviso. Chiudono, dai lati opposti, la fine delle scale che salgono dal garage e sopratutto l’asta intorno alla quale far scendere al volo i pompieri (o i Ghostbusters).

Chiuso, il set è massiccio e stabile, ripropone perfettamente il look della caserma: la doppia parete di mattoni, diversa per l’interno e per l’esterno, ha una resa eccezionale, soprattutto da fuori, dove i colori scelti sono assolutamente perfetti. Peccato solo per il retro, un po’ sacrificato e sceso a patti con troppi compromessi costruttivi.

Anche sul fronte minifigures c’è praticamente tutto quello che deve esserci, con ovviamente Spengler, Venkman (con giacca verde coperta di slime), Stantz e Zeddemore, completi di zaini con flussi incrociabili (anche se insomma, non si dovrebbe), trappole e strumentazioni assortite. Fanno bella figura poi Janine, Dana (il Custode di Porta), Louis (Mastro di Chiavi) e ovviamente i fantasmi, tra cui Slimer, quello della biblioteca, i fantasmi blu e rosa e il tassista Zombie. Manca Gozer, ecco.

Quanto ci vuole, a costruirlo? Più o meno quanto guardare tutto Rick and Morty, la prima stagione di Justified o una delle due trilogie de Il signore degli anelli. Insomma, tanto. Scordatevi poi di poterlo tenere aperto se avete gatti, anche se chiuso si trasforma in buon trespolo per cuccioli. 

Vale la pena di comprarlo? Certamente sì, anche se è un prodotto ritirato e si trova quindi a cifre folli, ma è pieno di chicche, passione e una certa conoscenza del materiale originale. E anche se dei fantasmi ve ne frega poco, ma vi piacciono i LEGO, è un set unico, importante, e dalla notevole presenza.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Luigi e ai fantasmi, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.