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Leisure Suit Larry è tornato

Partiamo dalle basi: Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry compie il crimine di stare sui maroni ai fan integralisti della saga targata Sierra On-Line perché Al Lowe, creatore della serie, non ha partecipato allo sviluppo e non è nemmeno stato contattato. A occuparsi del gioco è stato infatti CrazyBunch, uno studio tedesco che si è presentato con un documentario in tre parti nel quale, perlomeno, i ragazzi sembrano sinceri nell’ammirazione per la saga e nelle intenzioni. Insomma, Al Lowe, che per altro, dopo le delusioni di Leisure Suit Larry Reloaded, ha deciso di tornarsene in pensione, ha a che fare con questo gioco tanto quanto con i due tragici capitoli dedicati al “nipotino” Larry Lovage: per nulla. È un problema? Beh, ognuno avrà la sua opinione al riguardo, immagino, e certamente mi spiace che – qualsiasi sia il motivo – Lowe non abbia avuto nemmeno la possibilità di decidere se partecipare, ma alla fine, a me, da fan nostalgico della serie, interessava soprattutto capire se potesse venirne fuori un nuovo episodio perlomeno decente. E tutto sommato, direi che ci siamo.

Sigla!

Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry, oltre ad avere un titolo sufficientemente idiota da poter entrare agevolmente nel canone (nonostante Lowe lo consideri troppo idiota), ha uno spunto di partenza che segue l’approccio del recente Halloween e lo potenzia con una sorta di viaggio nel tempo. Si parte infatti ignorando tutti i sequel, con un Larry Laffer che, ancora coinvolto nelle vicende di Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizard, finisce nel laboratorio sotterraneo che ospitava la gag legata alla morte del personaggio e si ritrova, per motivi mai chiariti, trasportato nel 2018. Il protagonista delle vicende è quindi l’ancora relativamente giovane cretino rimasto mentalmente agganciato ai peggiori cliché degli anni Settanta e abituato a vivere negli anni Ottanta, ma trasportato all’epoca moderna, con tutte le incomprensioni e i drammi da pesce fuor d’acqua del caso. E, attenzione, dato che non ha portato a termine la sua prima avventura, è ancora vergine. Dettaglio non da poco.

Partendo da premesse del genere, il motore delle vicende non può che essere la solita disperata voglia di “concludere” con l’altro sesso da parte del protagonista. Inoltre, come accaduto spesso in passato, i suoi maldestri tentativi portano Larry a infilarsi in vicende ben più grandi di lui. Tutto come da copione, insomma, anche nella misura in cui, inevitabilmente, il racconto si confronta con l’evoluzione moderna della sessualità, con i social network, Tinder e via dicendo, offrendo gag forse un po’ facili ma per lo più ben congegnate. Inoltre, il processo di “aggiornamento” va inevitabilmente anche a toccare, secondo me con il giusto equilibrio, quello che ai tempi del remake citato sopra fu un aspetto problematico: la comicità bassa, volgare, sessualizzata e tarata sulla mentalità di decenni fa che caratterizzava i giochi originali.

Il nuovo Larry, fra l’altro doppiato dal “solito” Jan Rabson, conserva la sua caratterizzazione da allupato molto cretino, senza senso della vergogna ma in fondo con un cuore d’oro, e la inserisce in una scrittura che rielabora i soliti temi in maniera sensata. Il linguaggio e le battutacce non mancano, e inevitabilmente qualche cliché potrà infastidire, ma svanisce quella scorrettezza un po’ crudele tipica degli anni Ottanta e, anzi, emerge un apprezzabile parlare di sessualità in maniera aperta, libera, senza falsi pudori ma anche senza timori di alcun tipo. L’approccio all’omosessualità segue ovviamente il taglio comico del gioco ma mostra una naturalezza e un senso di normalità che (1) fanno piacere e (2) sono francamente inediti per una serie che ha sempre messo i gay al centro di prese in giro abbastanza banali. E le stesse figure femminili, pur ovviamente inquadrate come “obiettivi”, sono tutte figure forti e dominanti nel rapporto con Larry (ma, va detto, questa è invece una caratteristica storica della serie). Insomma, Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry non è certo un capolavoro di scrittura ma fa il suo dovere, diverte e affronta nella maniera giusta gli aspetti forse più delicati del suo racconto.

Inoltre, il racconto sa regalare qualche sorpresa. I primi due terzi dell’avventura sono solidi ma, francamente, un po’ privi di grandi sorprese: la struttura è quella solita, con Larry che mira a una donna e, per raggiungerla, si ritrova invischiato in svariati altri tentativi di conquista, mentre vicende più grandi di lui gli si sviluppano attorno a sua insaputa. Nella parte finale, però, scatta una svolta surreale davvero riuscita, con numerose trovate che scombinano le carte tanto sul piano del racconto, quanto su quello del gameplay, e che mi hanno davvero divertito. Insomma, ho affrontato l’intera avventura col sorriso sulle labbra ma è nell’ultimo paio d’ore scarse che mi sono fatto qualche vera e propria risata.

Dal punto di vista delle meccaniche, Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry è un’avventura grafica piuttosto classica, che prova a offrire qualche piccolo twist ma segue sostanzialmente il modello consolidato dalla serie nei suoi anni “punta e clicca”. Si passa quindi la maggior parte del tempo esplorando conversazioni ad albero e risolvendo enigmi pesantemente incentrati sulla manipolazione di oggetti e su una logica allineata col taglio demenziale del racconto. È il classico gioco con una sua sorta di coerenza interna delirante, non difficilissimo se si riesce a entrare nella forma mentis giusta ma con quei due o tre enigmi che ti fanno venire voglia di maledire lo sviluppatore. La scansione degli enigmi segue un modello abbastanza tradizionale, che propone tre o quattro “missioni” da seguire contemporaneamente, potendo quindi concentrarsi su più cose assieme e, volendo, staccarsi da quel puzzle che ci sta facendo impazzire, ma essendo anche costretti a portare avanti tutto assieme, dato che i diversi “percorsi” sono legati fra di loro. Il tutto prende una piega un po’ più lineare nella parte finale, che però trova altri motivi di fascino delirante nella virata surreale che citavo in precedenza.

Nel complesso, Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry è un gioco solido, che si inserisce bene nella tradizione della serie, non raggiunge le vette dei capolavori del genere (come del resto, diciamocelo, Leisure Suite Larry non ha quasi mai fatto) ma si merita il suo posticino nella mitologia del personaggio, al netto delle polemiche sul mancato coinvolgimento di Al Lowe. Il gioco c’è, l’umorismo anche e la realizzazione audiovisiva reinterpreta in maniera accattivante stile e caratterizzazioni storiche. Poi, certo, anche in questo può deludere, ma si va davvero a sensibilità personale. Per dire, se volete la rissa, venitemi a dire che la caratterizzazione estetica dei Monkey Island successivi al secondo è valida. Provateci.

Ho ricevuto un codice Steam dallo sviluppatore e ho completato il gioco nel giro di circa sette ore, sbloccando 23 achievement su 31. Ammetto di aver chiesto un piccolo suggerimento per un enigma su cui ero davvero incastrato e, chiaramente, va da sé che la durata può variare in base a quanto si entra in sintonia con lo stile dei puzzle. Leisure Suit Larry - Wet Dreams Don't Dry è disponibile solo tramite download digitale su PC.