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Librodrome #61 – La difficile disintossicazione di Gianluca Arkanoid è il titolo del libro

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

La difficile disintossicazione di Gianluca Arkanoid ("… il romanzo della joypad generation") è l'elogio degli anni sprecati dinanzi alla Stazione, a Winning, a Bolle Bolle o Pugno di Ferro 3, oltre che un dettagliato resoconto sul senso di colpa "… per tutto il tempo che uno spreca a giocare. Per tutte le serate che interrompe a metà, perché a casa c'è sempre la Stazione che ti aspetta. Per tutte le telefonate fatte senza ascoltare chi ti sta parlando. Il senso di colpa per tutte le persone che uno non conosce. Per tutti i posti che non vede. Per tutti i lavori che rifiuta. Per tutti gli amici che perde. Per tutto l'amore che non riesce a dare alla propria ragazza."

Nonostante le apparenze, Gianluca è un ragazzo napoletano un po' diverso da Ualone.

La Difficile disintossicazione di Gianluca Arkanoid (Simone Laudiero), Fazi Editori, 2008, pp. 206, € 14,50.

"Sono stato a Venezia, a Marrakech, a San Francisco, a Kyoto, Lisbona, Damasco, ho visto i castelli del Galles e le tombe di Myra, la Valle delle piramidi e i giardini di Babilonia, ho visto la Città Proibita a Pechino, le segrete della Muraglia Cinese, la Siberia, la spiaggia di Omaha e la spiaggia di Troia, ho visto la Luna, le colonie di Marte, le miniere asteroidali di Saturno, ho attraversato Azeroth e Ivalice, ho visto l'alba di Coruscant, le sette cerchia di mura di Minas Tirith, l'Università Invisibile di Ankh-Morpork, i reattori Mako di Midgar, le distese ghiacciate di Dezoris e la tartaruga gigante di Yuria, la silhouette mobile di Cybertron, i ponti sospesi di Qualinesti, il porto di Melee Town, le torri bianche di Camelot, i sotterranei di Badehuc, le guglie iridate di Atlantide, e guarda caso non vedo la necessità di un weekend a Parigi." Un bel dì, però, Gianluca decide di liberarsi dalla sua smania videoludica e di separarsi dai suoi affetti più cari (la console), per quaranta interminabili giorni, alla ricerca di un necessario ritorno alla realtà. Chiude, così, la console all'interno di una vecchia valigia, appone sigilli di sicurezza per non incappare in spiacevoli ricadute, ripone il tutto sull'armadio più alto della stanza e consegna la preziosa memory card a Giorgia, raccomandandole che "… questo pezzo qui è fondamentale, è ancora più importante della Stazione stessa. Qui dentro si salvano le partite. È come mettere il segno a un libro. Senza questa cosa, ogni volta che gioco devo ricominciare da capo." Quindi, si affida agli empirici metodi terapeutici del Camerlengo, uno sbandato peggio di lui. L'obiettivo di Gianluca è quello di sbrigare cazzi di lavoro (consegnare all'editore quella maledetta traduzione dall'inglese di Percy Little) e concedersi, finalmente, un weekend a Parigi con Giorgia (la fidanzata).

Ma il ritorno alla normalità non va come sperava. Incontra un'altra ragazza (Sara), e la sua vita sentimentale si fa sempre più... threesome.

L'autore dentro una giacca.

Come se non bastasse, la sua PlayStation gli apparirà in sogno per fargli scenate di gelosia: e chi ne ha più diritto di Lei, che se ne sta chiusa in una valigia?

Nello sforzo, Arkanoid è costretto a guardarsi dentro. Ripercorrendo per flash la sua infanzia e la sua gioventù, scopre il valore fondamentale che i videogiochi hanno avuto nella sua formazione e si trova di fronte al paradosso: come trovare la forza per riuscire a disintossicarsi, se proprio i videogiochi gli hanno insegnato a lottare per ciò che vuole. Sull'armadio, il protagonista conserva gelosamente una pagina strappata dal manuale di Phantasy Star (Sega, 1988) in cui c'è scritto che "... si può fare tutto" (anche in Forbidden Forest, a dire la verità).

Non so se sia davvero il nuovo romanzo di formazione della "joypad generation" ma, nel dubbio, certamente racconta divertito - in maniera asciutta, spontanea, spesso incalzante e talvolta gergale - le crisi di astinenza del protagonista, le sue insofferenze, gli automatismi mentali della devianza ludica e la necessità di ripensare a tutti i rapporti e le relazioni stancamente trascurati nel tempo.

"Io: Avevo paura, volevo cambiare qualcosa.

Lei: E mi hai chiusa dentro una valigia.

Io: Ho sbagliato. Ma ora non ho più dubbi, voglio stare solo con te, per tutto il tempo che vorrai".

Simone Laudiero ha scritto una nuova commedia d'amore, per Sprling & Kupfer, intitolata "Si lasciano tutti".