Ludophìlia # 13 – Mi Piace, non mi piace
Ludophìlia (con l’accento così) non è una malattia venerea, ma una rubrica di approfondimento che corrobora mente e joypad, curata da uno che l’avrebbe addirittura voluta intitolare “I Love Tara Long”.
Mi piace: Mario Kart, il tachimetro in Mario Kart, Falco Lombardi, Metal Gear Solid, il cervello di Kojima, il logo di Rockstar, il gufo di Psygnosis, The Warriors, The Thing, The Walking Dead, Gran Turismo, Forza Motorsport, WipeEout, Portal, Pawapuro Pro Baseball, premere i pulsanti, i vecchi joypad, i divani perfetti, il Game&Watch arancione di Donkey Kong, le confezioni dei videogiochi (meglio se di cartone), Turbo OutRun, le OMI intermedie, Brütal Legend, Mashed, Einhänder, avere del gameplay sempre a portata di mano, Jason VandenBerghe, essere Andrea Pessino, Matteo Bittanti, SEGA, Yu Suzuki, Hang-On, Daytona USA, tutti i racing game con la visuale a volo di condor, Samus, Metroid, Mother, voyeurismo videoludico: guardare gli altri che giocano, guardare altri che giocano a Okami, Final Fantasy VII, G-Police, Colony Wars, South Park Rally, NBA Jam, Space Invaders, Maniac Mansion, The Secret of Monkey Island, Super Paper Mario, l'MSX, il Commodore 64, Game Dev Story, Superbrothers: Sword & Sworcery EP, il Dreamcast, Tokyo Bus Guide, Ferrari F355 Challenge, il tasto TV sul GamePad, MotoGP08, Superbike 2000, Excitebike, Yoshi's Story, la grafica della prima PlayStation, le texture sgranate, La canzone di Soul Edge, Castlevania per Nintendo 64, Patapon, Toca Touring Cars, PaRappa the Rapper, Barbarian, Kickstart II, Guitar Hero 3, le recensioni brevi, Kirby, Operation Wolf, Trackmania, Half-Life, Shadow of the Colossus, Gianfranco Pecchinenda, Masters of Doom, Luigi's Mansion, GP500, Commandos, il multiplayer con divano condiviso, le tautologie videoludiche, Afrika, il gioco unico, l'utopia del racing game, soffiare sulle vecchie cartucce, i ghost, l'espressione di Max Payne, Doom, Trial Mountain, ibb and obb, ecc.
Non mi piace: la console unica, Jonathan Blow, i MOBA e gli MMO, le recensioni troppo lunghe, la disinvoltura nel game over, il social, i DLC, Call of Duty e tutti gli altri giochi di guerra, gli user-generated content, LittleBigPlanet (basta!), Kinect, il Nintendo Wii, i joypad bianchi, le persone che dicono "giochini", le persone prive di ludus, i touchscreen, i divani scomodi, Satoru Iwata, i CEO, i PR, i PM, 10,000 Bullets, Sonic, Heavy Rain, Ruzzle, i videogiocatori troppo consapevoli, il Game Gear, gli UMD, i sottotitoli troppo piccoli di Red Dead Redemption, gli unboxing, bloccarmi in un punto, Gioventù Ribelle, il Vigamus, Golden Axe, le confezioni dei giochi per Xbox 360, gli strategici a turni, gli strategici in tempo reale, i joypad con il cavo troppo corto, i televisori troppo lontani, gli achievement, Assassin's Creed, i Rabbids, l'audio di Gran Turismo, l'audio dei racing game in generale, i codici amico, le alfa, le beta, le demo, i firmware, gli aggiornamenti, la maggior parte dei reboot, Naruto, l'attuale democratizzazione del sapere videoludico, i forum di discussione, la morale nei videogiochi, l'industry, le policy, i fanboy, gli NDA e gli embarghi, le videorecensioni, i corridoi della Gamescom, trestellare, il respawn, le patch, le console portatili con poca autonomia, gli endless runner, mettere in pausa, i caricamenti, quelli che urlano contro l'I.A., quelli che si dimenano quando giocano, i sandbox, i free roaming, le nuove sufficienze a forma di 8, lo split-screen, Pitfall, F-Zero, i gusci blu, ecc.
Mi piace, non mi piace: il che non ha nessuna importanza per nessuno; il che, apparentemente, non ha senso. E però tutto questo vuol dire: il mio gameplay è diverso dal vostro. Così, in questa schiuma anarchica di gusti e disgusti videoludici, specie di tratteggiamento distratto dei miei giochi, si disegna a poco a poco la figura di un enigma fotonico che neppure James van Der Beek saprebbe risolvere così su due piedi.
Sopportatemi liberalmente.