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[Nordic Game 16] Pillole di Kojima

Una versione romanzata, quindi senza virgolette, delle cose più belle dette da Hideo Kojima, intervistato da Thomas Puha sul palco della Nordic Game Conference 2016.

  • L'immagine che ho pubblicato sul sito di Kojima Productions vuole trasmettere uno spirito da pionieri, di avventura, l'idea di qualcosa che non sia mai stato giocato prima. E ci sta pure un po' di cavaliere medievale.

  • Vogliamo parlare di evoluzione dell'umanità. L'homo sapiens si è evoluto dalla scimmia, ora c'è l'homo ludens, che si evolve giocando, o qualcosa del genere, non lo so, non ho capito manco io.

  • Mi hai citato un sacco di giochi che avete fatto qua in Scandinavia, ma non Mad Max. Perché? Mad Max è fico, mi piace. Frechete.

  • Sono andato a visitare gli uffici di DICE otto anni fa, era un bel posto, facevano bella roba. Ora in Scandinavia fate un sacco di bei giochi, bravi, continuate così. Spero che non siate così produttivi solo perché qui fa freddo.

  • Un saluto al mio amico Fotone che mi ha consigliato i migliori rostelli d'Abruzzo.

  • Voglio tenermi aggiornato ma non c'ho tempo di videogiocare troppo. Ho delle priorità. Prima voglio giocare coi miei figli, poi devo mangiare e dormire, voglio guardare film, leggere libri… e poi gioco anche un po'. Ma i giochi grossi sono complicati, non sono capace, li faccio giocare ai membri del mio staff e poi mi spiegano tutto loro.

  • Sono trent'anni che faccio videogiochi e mi sento di dire che la vera ficata dell'essere diventato indipendente è che non devo più fare riunioni di business.

  • Voglio realizzare un gioco di livello tripla A, ma lavorando con un team dalle dimensioni ridotte. Inizialmente pensavo di gettarmi in un progetto più piccolo, ma poi mi sono reso conto che tutti, da me, vogliono i gioconi grossi, quindi prendo in culo, porto a casa e faccio il giocone grosso.

  • Uscirà presto. Credo. Il prima possibile. Vai a sapere.

  • Penso sia meglio utilizzare tool e tecnologia sviluppati internamente. Ma insomma, non sono scemo, se serve uso anche roba creata da altri.

  • Non è importante la durata di un videogioco, quel che conta è il livello di coinvolgimento che sa darti finché Non importa quanto è lungo, conta saperlo usare. Per una parete grande, ci vuole un grande pennello.

  • Le nostre vite sono cambiate, c'è YouTube, i social, blablabla, le nuove generazioni, mi piace guardare i lavori in corso, ai miei tempi i treni arrivavano in orario, bisogna adattarsi allo stile di vita della gente moderna, creare giochi che vadano bene per la generazione smartphone.

Hideo Kojima in una foto di repertorio.

  • Investi e lavori per cinque anni creando un film o un gioco che la gente consuma in poche ore. Forse è meglio il modello delle serie TV: lavori per sei mesi e poi la gente guarda i tuoi episodi per un bel po' di tempo.

  • Il realismo in sé non serve a un cazzo, quel che conta è dare un senso di presenza nel mondo di gioco e di coerenza, curare i dettagli, dare sostanza. Così facendo, riesci a far funzionare anche mix assurdi di realismo e situazioni bizzarre come quelli dei miei giochi.

  • La realtà virtuale costa troppo e col visore in testa sembri un coglione. Però è una ficata, già oggi a livello tecnologico fa robe folli, chissà fra cinque o dieci anni.

  • Ringcast merda.

Hideo Kojima e le posizioni misurate.

  • La mia fissazione per le scatole è un omaggio allo scrittore Kobo Abe, in particolare al suo romanzo The Box Man. Ci tenevo a omaggiarlo come si deve, mostrando una visuale dall'interno della scatola, e infatti non ero soddisfatto di come mi era venuta nei primi Metal Gear in 2D. Poi è andata meglio.

  • La gente pensa che io sia un perfezionista. La gente c'ha ragione. Però so anche quando devo smetterla, so che a un certo punto devi mettere il gioco nelle mani dei giocatori e che quindi non sarà mai perfetto. E in questo senso, c'è un grosso malinteso: non è vero che la lavorazione dei miei giochi è spesso in ritardo, che spendo troppi soldi… al contrario, sono sempre molto preciso col budget e con le tempistiche. Ho sforato i tempi solo due volte in trent'anni di carriera.

  • Se devo menzionare artisti con cui vorrei lavorare… dai, faccio il piacione e punto sugli scandinavi. Nicolas Winding Refn è un amico e mi piacerebbe lavorare con lui. E anche con Mads Mikkelsen, ci si diverte un sacco con lui.

  • Ogni tanto faccio la comparsa in film giapponesi, ma cerco sempre di stare il più lontano possibile dalla macchina da presa, solo io posso riconoscermi. Una volta mi hanno tagliato da un film perché il regista, mio amico, mi ha detto che avevo un atteggiamento sospetto. Un'altra volta ho fatto la comparsa samurai sullo sfondo mentre i samurai protagonisti si facevano a fette in primo piano.

  • Vi voglio molto bene. Grazie.