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Old! #64 – Maggio 2004

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 4 maggio del 2004 si manifesta su Xbox Rallisport Challenge 2, che potremmo inserire nell'affollatissima categoria "seguito di uno fra i giochi più amati di quel periodo che per qualche motivo non ho a suo tempo degnato di alcuna attenzione". Il motivo? Vai a sapere. Sviluppato da DICE, che all'epoca vanta a curriculum soprattutto flipper e racing game, anche se l'avventura Battlefield ha avuto inizio da un paio d'anni, Rallisport Challenge 2 conserva la natura brutalmente arcade del primo episodio e ci appiccica sopra la novità del supporto a Xbox Live, che in quel periodo sta abbastanza rivoluzionando il mondo del multiplayer console e rovinando la mia vita sociale. E insomma, non so che altro aggiungere, voltiamo pagina

Martedì 11 maggio 2004 è invece il giorno in cui, pensate un po', Nintendo annuncia ufficialmente l'esistenza di Revolution, la sua nuova console casalinga. O quantomeno così sostiene Wikipedia. In lavorazione fin dal 2001, anno della messa in vendita di GameCube, la macchina si stabilisce fermamente al centro della chiacchiera solo un mese dopo, durante l'apparizione di Nintendo all'E3 2004, e viene finalmente svelata nell'edizione successiva della fiera californiana. Il controller a forma di telecomando, però, salta l'E3 2005 perché ancora non pronto e finisce per apparire finalmente solo al Tokyo Game Show. Ma per l'annuncio del nome Wii e la prima, vera, completa dimostrazione delle sue potenzialità, toccherà attendere il fatidico E3 del 2006. A proposito, ma ve lo ricordate il trailer finto qua sotto?

Torniamo a parlare di giochi: il 24 maggio 2004 si manifesta su Game Boy Advance Mario vs. Donkey Kong, sorta di successore spirituale di Donkey Kong (in particolare della deliziosa versione Game Boy, che fra l'altro potete giocarvi sulla Virtual Console del 3DS). Il gioco mette nuovamente di fronte l'idraulico e il gorilla in un puzzle/platform game che recupera nella sostanza le meccaniche del suo predecessore di dieci anni prima, ambientando il tutto in una fabbrica di giocattoli. Rispetto alla versione in cui era stato presentato all'E3 del 2002 (con titolo Donkey Kong Plus), Mario vs. Donkey Kong perde la modalità di creazione dei livelli, che tornerà nel seguito e che comunque è presente nella cartuccia e può infatti essere sbloccata tramite crack.

Nel 2006 arriva un seguito su Nintendo DS, Mario vs. Donkey Kong 2: March of the Minis, che sposta pesantemente il focus sugli enigmi, e tre anni dopo si manifesta sul solo eShop DSi Mario vs. Donkey Kong: Minis March Again!, che a oggi rimane l'ultimo episodio della serie. Mario vs. Donkey Kong verrà poi incluso nell'Ambassador Program con cui, circa due anni fa, Nintendo ha cercato di farsi perdonare l'improvviso taglio di prezzo applicato al 3DS. Chi l'ha scaricato può quindi giocarselo nella sua Virtual Console portatile.

Il 25 maggio 2005 esce nei negozi americani nientemeno che Thief: Deadly Shadows. In Europa arriverà solo un paio di settimane dopo, ma insomma, per quanto esista una versione Xbox, suvvia, è sostanzialmente un gioco PC. E si sa che ai giochi PC della nazionalità frega poco. Terzo capitolo nella popolare saga stealth in prima persona, nonché ultima apparizione della serie precedente al rilancio di quest'anno, non a caso caduto un decennio dopo, Deadly Shadows vanta fra i principali nomi nei suoi titoli di coda quel Randy Smith di cui potreste aver giocato gli ottimi Spider: The Secret of Bryce Manor e Waking Mars (e del quale magari leggete la colonna d'opinione su Edge) e il Jordan Thomas in seguito responsabile per la sezione Fort Frolic del primo BioShock e direttore creativo su BioShock 2 (che vi ricordo essere l'episodio con più gheimplei della serie).

Fra i tanti motivi per cui il gioco viene ricordato ancora oggi, ne butto lì due: il livello Robbing the Cradle, col suo riuscitissimo e sorprendente - perché un po' fuori contesto - taglio survival horror e l'aver sostanzialmente accompagnato alla tomba ben due studi a dir poco amati. Looking Glass, nei guai già dai tempi dello sviluppo di Thief II, chiude infatti a maggio 2000 e il gioco, dopo essere rimasto nel limbo per un po', viene acquistato da Eidos Interactive e affidato a una Ion Storm che ha appena terminato i lavori sul primo Deus Ex. Lo zio Warren Spector si prende in carico non solo il progetto, ma anche parte dello staff rimasto a piedi (compresi i due creativi citati sopra) e il gioco impiega quasi quattro anni per raggiungere i negozi. Appena un anno dopo, Ion Storm chiude i battenti senza aver pubblicato più nulla. E qui l'intero staff di Eidos Montreal si tocca le palle.