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L'ineluttabilità della morte in Pillars of Eternity II: Deadfire - Beast of Winter

Beast of Winter è la prima delle espansioni previste per Pillars of Eternity II: Deadfire, e va ad espandere il mondo di gioco di questo GdR che ha saputo farsi apprezzare per molti aspetti, e un po’ meno per altri. L’avventura inizia teoricamente presto: si riceve una lettera legata all’espansione appena si abbandona l’isola iniziale. Dico “teoricamente”, perché in realtà, per affrontare le sfide di Beast of Winter è necessario un party attorno al 15° livello (su 20 massimi). Il che, di fatto, significa che sarà difficile poter realmente visitare i territori del dio della morte prima di aver raggiunto circa i due terzi della trama principale. Segnalo anche che se si hanno salvataggi solo dell’area finale di gioco, questi saranno inutili e ci si ritroverà costretti a iniziare una partita da zero.

Raggiunti i requisiti per iniziare l’avventura, l’esperienza che aspetta il giocatore è in linea con quanto già visto nel gioco originale per quel che riguarda la qualità di scrittura e la tipologia di contenuti. Un mio timore, per dire, era che l’espansione fosse tropo incentrata sui combattimenti (come capita più o meno dai tempi di Throne of Bhaal), ma con mia sorpresa, mi sono trovato davanti a molte occasioni per interpretare il mio personaggio oltre a situazioni quasi da avventura grafica, in cui vi erano da risolvere enigmi di vario tipo. Nulla di particolarmente complicato, beninteso, ma comunque assolutamente apprezzabile.

Purtroppo anche i difetti sono in linea con il gioco originale. Il nuovo compagno è… “interessante”, tecnicamente un sacerdote di Rymrgand su cui non posso dire praticamente niente per evitare spoiler, ma non ho molto apprezzato il suo sviluppo psicologico e il modo in cui viene presentato. Per carità, alla fine è una questione di gusti ed è dagli albori dei giochi di ruolo con un party dotato di personalità che vi sono simpatie e antipatie. Più grave il fatto che la libertà d’azione viene data realmente solo in alcuni momenti, nello specifico quelli meno importanti, mentre per quel che riguarda le questioni principali, il giocatore è poco più di uno spettatore impotente. L’esempio lampante è proprio nella campagna base di Pillars of Eternity II, in cui alla fine, se ci si pensa, il personaggio del Watcher potrebbe pure essere completamente assente e comunque gli eventi principali si sarebbero svolti nello stesso identico modo. Trovo che questo sia come minimo discutibile in ogni gioco, ma in un gioco di ruolo è un difetto importante, che va a danneggiare in maniera irrimediabile quella che è definibile come “player agency”.

In Beast of Winter, la sensazione è leggermente meno forte che nel gioco base, ma comunque rimane presente ed è bene tenere in considerazione questo fatto per capire se si possa apprezzare o meno giocare al titolo in questione. Trovo che sia un peccato, soprattutto perché, escludendo questo singolo difetto, l’intero sistema di gioco si regge benissimo e le opportunità di vivere il proprio personaggio sono notevoli, specialmente nell’ambiente creato dagli artisti, che è adeguatamente opprimente, considerando che ci si trova nel regno dell’entropia.

Andando a tirare le somme, il mio giudizio sul prodotto finale è comunque positivo. Le dieci ore che sono richieste per completare l’espansione sono passate in modo piacevole e il tasso di sfida, misto all’atmosfera angosciante, genera un ottimo mix. Il mio unico rammarico è che Pillars of Eternity II: Deadfire (e questa espansione) potevano essere molto migliori, e invece ci si deve accontentare di prodotti che a conti fatti sono “soltanto” molto buoni.

La mia consolazione? È che in fondo è comunque meglio del finale di Mass Effect 3.

Ho sbloccato l’espansione grazie a un codice fornito dallo sviluppatore. Avevo già terminato l’avventura ma sfortunatamente non ho potuto in alcun modo usare il mio salvataggio originale, ho quindi ricreato un nuovo Watcher, sviluppandolo fino al livello richiesto per Beast of Winter. Tolta la delusione per i problemi descritti più su, attendo comunque con una certa curiosità le altre espansioni, soprattutto perché almeno in teoria ci sono gli appigli sia per migliorare il finale originale del gioco, che per rendere le espansioni più apprezzabili. Pillars of Eternity II: Deadfire e Beast of Winter sono al momento disponibili solamente su PC, ma sono previsti per fine anno anche su PlayStation 4, Switch e Xbox One.