Rebel Galaxy Outlaw, ultima frontiera e raggi laser
Sono per i fatti miei a sbronzarmi su una stazione spaziale. La nave aveva bisogno di riparazioni e, mentre aspetto che vengano completate, decido di buttare giù qualche bicchiere. Dopotutto, come chiunque sa, i bar sono i posti migliori per avere notizie su traffici, rotte commerciali, e magari qualche taglia da intascare. In realtà sto anche bevendo per cercare di contenere la fortissima irritazione che ho provato nel visitare la zona equipaggiamenti della base: c’era un cannone che sarebbe stato magnificamente sulla mia Crimson Eagle, ma mi mancavano un migliaio scarso di crediti.
Sto alla quarta birra quando uno di quegli alieni che sembrano seppie spaziali mi si avvicina, e mi propone di fare una partita a biliardo. La posta in gioco? Duemila crediti. Se perdessi andrei sul lastrico, ma in caso di vittoria potrei comprare il cannone. Decido di accettare, di correre il rischio, e la partita si fa subito serratissima. Per un paio di momenti temo che il mio avversario stia per infilare in buca la palla della vittoria, ma un suo errore mi permette di vincere. Intasco la somma con signorilità, e vado a far montare il nuovo strumento di morte sulla mia nave: due cannoni a energia e due cannoni a proiettili, per bilanciare le cose e poter uccidere pirati e feccia spaziale in modo vario, sia mai che ci si ripeta troppo.
Controllo il mio diario e ho un piccolo lavoretto da fare, sei tonnellate d’acciaio da trasportare in una seconda stazione spaziale in questo stesso sistema, per mille e seicento crediti. Non è un lavoro propriamente dignitoso, ma è sicuro e veloce. Parto, ma tempo neanche due minuti, e sui sensori di bordo mi compare una richiesta di soccorso. Di solito le ignoro. In fondo, se qualcosa ha messo in pericolo altri viaggiatori spaziali, potrebbe benissimo mettere in pericolo anche me. Ma ho appena vinto una partita a biliardo e sento che la fortuna è dalla mia parte. Cambio rotta, e c’è un mercantile che chiede aiuto per dei non meglio precisati problemi. Mi è già capitato: a volte vogliono essere accompagnati a un punto di salto perché non si sentono sicuri, o magari è finito in un campo minato.
«Avanti ragazzi! Ci è cascato!».
Il messaggio del tizio mi coglie un attimo di sorpresa, e poco dopo arrivano in zona dei segnali ostili, prima che il mercantile stesso inizi a spararmi addosso. Una trappola, un’imboscata, e dallo starmene tranquillamente per i fatti miei mi ritrovo ad avere attorno cinque caccia più un mercantile, che pur non essendo una nave da guerra, ha comunque delle pericolose torrette che possono tenermi sotto mira.
Non una buona situazione. Per niente.
Ma ho un cannone nuovo e voglia di usarlo.
Con un po’ di manovre agili, e grazie al fatto che comunque la mia nave ha un equipaggiamento di livello standard, abbatto l’ultimo pirata mentre ho allarmi e luci rosse che impazziscono sul mio cruscotto, oltre a una crepa sul lunotto che non riesco a smettere di fissare: l’ultima cosa che vuoi, mentre sei nello spazio, è che l’unica sottile lastra di vetro che ti separa dal vuoto cosmico si spezzi. Credetemi. È di gran lunga più terrificante quella crepa, rispetto ai pirati che ho appena abbattuto.
Faccio un giro nella zona per raccattare equipaggiamenti e merci eventualmente ancora sane dai relitti spaziali che mi circondano, tra di essi trovo, con una certa sorpresa, il pilota del mercantile che era riuscito a mettersi in salvo prima dell’esplosione della nave. Le opzioni sono molte, potrei catturarlo in stiva e poi lasciarlo alle forze dell’ordine alla prima stazione, la cosa mi frutterebbe qualche centinaio di crediti. Oppure, potrei sempre venderlo in un mercato di schiavi per una somma di molto superiore. Il problema è che la stazione deputata più vicina è oltre un punto di salto instabile che potrebbe danneggiarmi la nave. In definitiva, sarebbe più il fastidio che altro.
Alla fine decido che togliermi una soddisfazione vale più di qualche centinaio di crediti e mi avvicino al pirata, mi assicuro che mi veda mentre lo saluto, e gli sparo un siluro protonico dove non batte il sole. Uno spreco, ma l’espressione sulla sua faccia quando ha capito cosa stavo per fare non aveva semplicemente prezzo.
Termino il viaggio, consegno la merce, e passo di nuovo a far riparare la nave: il bar della stazione mi aspetta. E, spero, un po’ più di fortuna.
Quella che ho appena scritto non è un racconto fantasioso, ma è il resoconto di una ventina di minuti di gioco in Rebel Galaxy Outlaw. Tutti i dettagli sono veri, al massimo ho romanzato alcune sfumature, ma ogni altro elemento della storia è parte integrante delle opzioni di gameplay di Rebel Galaxy.
Il sistema di gioco è in realtà estremamente libero, e la selezione della difficoltà iniziale permette di iniziare partite con un feeling molto diverso tra loro, mantenendo però le componenti basilari del gioco. Quel che trovo più lodevole, in realtà, è che il titolo di Double Damage riesce a essere contemporaneamente molto amichevole con chi non è un veterano di simulatori spaziali, e al tempo stesso in grado di attirare il giocatore in cerca di un titolo complesso ed entusiasmante.
Hai un po’ di difficoltà a muoversi in tre dimensioni e capire come inquadrare le navi nemiche nel mirino? Nessun problema: premendo un pulsante la nave manovrerà automaticamente per inquadrare il bersaglio.
Si desidera viaggiare tra un sistema e l’altro attivando la velocità subluce per godersi la traversata? Si può fare, ma volendo si può anche lanciare l’autopilota e saltare interamente il viaggio.
Andando poi ad analizzare il sistema di danni e combattimento, siamo davanti a qualcosa di molto profondo. I missili a ricerca di calore, ad esempio, funzionano solo se inquadrano i motori dell’astronave nemica (per permettergli di registrare la temperatura dei razzi, appunto), e ogni arma è dotata di proprie caratteristiche uniche. Ogni componente della nave può venir danneggiato indipendentemente dagli altri, e questo vale sia per noi che per i nemici, senza contare il profondo sistema di reputazione che permette di porsi sia come un pilota estremamente rispettoso della legge, che come un pirata.
A livello visivo la fatica di Double Damage si difende benissimo, con un design gradevole e un colpo d’occhio che sa farsi apprezzare. Non si raggiunge la magnificenza visiva di altri giochi, ma il risultato finale è assolutamente dignitoso. Inoltre, probabilmente Rebel Galaxy Outlaw vanta la miglior colonna sonora mai uscita nell’intera storia dei videogiochi, ed è un’affermazione che sono disposto a ribadire e difendere, a meno che non si sia per qualche motivo allergici al rock e al country rock (ma in quel caso, neanche si è persone serie).
Contando l’enorme ammontare di possibilità di gioco, la profondità del gameplay, la facoltà di semplificare le funzioni basilari in modo da avvicinarsi ai neofiti del genere, Rebel Galaxy Outlaw è a mio avviso uno dei migliori simulatori spaziali che siano mai usciti sul mercato. Se dovessi trovargli dei difetti, forse le navi tra cui scegliere sono un po’ pochine. Avrei preferito un parco macchine più ampio, con magari diverse classi di mezzi a disposizione. Non che quelle presenti siano poco ispirate, ma sono così poche, e così smaccatamente migliori l’una rispetto all’altra, che non c’è in ballo tanto una preferenza personale quanto, semplicemente, un percorso verso “la nave finale”, che riduce la scelta tra il caccia più potente e il trasporto merci più potente. Peccato.
Prima di chiudere vorrei lasciare due segnalazioni. La prima è che, se lo si desidera, è possibile giocare con un HOTAS. Il gioco lo supporta completamente, così come supporta un buon sistema di controllo via Joypad, mouse e tastiera.
La seconda segnalazione vorrei tenerla lievemente criptica per non rovinare totalmente la sorpresa ai piloti spaziali. Diciamo solo che se avete amato il film Giochi stellari, troverete pane per i vostri denti.
Ho sbloccato il gioco grazie a un codice fornito dallo sviluppatore. Il contatore interno al gioco mi segnala che ho giocato per più di 25 ore durante le quali ho acquistato l’equipaggiamento più potente a disposizione ed esplorato buona parte delle missioni principali e secondarie. Conto di giocare almeno fino a completare ogni singola missione che abbia una sua trama, ma dopo, sfortunatamente, non so quanto avrò ancora voglia di esplorare una galassia in cui ho già ottenuto tutto ciò che desidero. Ah, se lo acquistate su Epic Games Store da questo link, una piccola percentuale di quello che spendete va a voi, senza sovrapprezzi per noi.