Animecast #1: Introduzione e viaggio negli abissi
Una rubrica in cui esploriamo il mondo degli anime, chiacchierandone e consigliandovi le serie che ci sembrano più interessanti.
I cartoni animati giapponesi sono sempre stati una mia grande passione, a partire dai primissimi robottoni arrivati sui nostri schermi quando ancora la TV di casa era in bianco e nero. Mi sono gustato i film d'animazione dell'intramontabile Miyazaki e, per apprezzare quel capolavoro di Akira, ho importato appositamente dall'America una cassetta VHS, tanti anni or sono. A dire il vero, dopo il boom dei cartoni anni Ottanta, avevo un po' perso di vista la produzione nipponica per il piccolo schermo, in favore di esperienze fatte per le sale e di qualche caso eccezionale, tipo Evangelion, che improvvisamente s'imponeva all'attenzione degli appassionati.
Poi, qualche annetto fa, c'è stata la folgorazione per mano di Sfondamento dei cieli Gurren Lagann, una serie robotica che sì richiamava al passato ma innovava la scena in modi inaspettati. Personaggi grandiosi come Kamina, Yoko e Shimon sono i protagonisti di una storia trascinante, con uno stile sempre esagerato ed esaltante. I toni passano in un attimo dalla commedia al dramma, fino al delirante puro, in uno scenario che ti tiene avvinto fino a una conclusione struggente, destinata a restare impressa. Questa esperienza mi ha aperto gli occhi sulla produzione di anime e mi ha fatto capire che gli amici giapponesi non si sono mai fermati nel creare opere di spessore… era solo difficile procurarsi il materiale. Un'ingiustizia assoluta! E i canali TV di casa nostra non aiutavano, in questo senso, continuando a mandare in loop le repliche di Dragon Ball o serie già conosciute e collaudate.
Dopo anni di sofferenza, il panorama si sta finalmente evolvendo nella giusta direzione e mai come ora è possibile accedere a una massa enorme di anime, spesso praticamente in contemporanea con il Sol Levante.
Netflix offre una selezione limitata ma di qualità spesso elevata, potendo contare su serie come Gurren Lagann, Knights of Sidonia, Sword Art Online e Steins;Gate.
Crunchyroll ha una libreria vasta ma quantità e qualità non vanno a braccetto; in mezzo a una maggioranza schiacciante di serie trascurabili, ci sono però vere e proprie chicche, come Re:Zero, Aldnoah.Zero, Saekano e Thunderbolt Fantasy.
VVVVID offre una scelta limitata, aggiunge nuove serie con il contagocce ma la qualità è sopra la media; ogni tanto compaiono gemme del passato recente e non. Tra gli altri, una menzione speciale va all'ottimo No Game No Life, uno splendido anime del 2014, qui sottotitolato in italiano, apparso di recente sul sito.
Amazon Prime Video presenta un catalogo per lo più rivolto a un pubblico adulto ma, ahimè, anche parecchio limitato. In mezzo ad alcuni classici, ci sono produzioni dell'ultima ora, qualche film, serie storiche o recenti. Tra tutti spicca la seconda stagione di Saekano. Occhio, dunque: per poter apprezzare quest'ultimo anime, occorre vedere la prima stagione su Crunchyroll e passare in seguito alla seconda su Prime.
Infine ci sarebbe la giungla di YouTube, ma qui passo perché, appunto, è una giungla e io sono troppo vecchio per districarmi.
Se è vero che l'offerta è migliorata a dismisura, il tempo a disposizione per goderne resta limitato ed è per questo che voglio accendere i riflettori sugli anime, su di una produzione quanto mai sconfinata, che ogni tre mesi invade tutti i canali con decine di serie inedite e di seguiti. Vediamo quindi (a casaccio) alcune di queste serie, con la speranza di segnalare qualche chicca.
Made in Abyss (su VVVVID)
Serie del 2017, tredici puntate.
C'è una città costruita ad anello attorno a un cratere apparentemente senza fondo; è un vero e proprio abisso, per lo più inesplorato e avvolto nel mistero, popolato da creature letali. Generazioni di esploratori si sono spinte nelle profondità nel tentativo di svelarne i segreti. Riko è un'aspirante esploratrice con un sogno: scendere nell'Abisso e scoprire il fato della madre, scomparsa anni prima. In una delle missioni d'allenamento, Riku incontra lo smemorato Reg: un ragazzino metà umano e metà meccanico. I due affronteranno un viaggio impossibile, costellato di incontri, scoperte... e parecchio dolore. Come se la voragine non fosse già pericolosa di suo, infatti, tutti i viaggiatori che risalgono i vari strati subiscono la “Maledizione dell'Abisso”, uno strano fenomeno che procura effetti indesiderati, da semplice nausea fino a dolori lancinanti e trasformazioni fisiche.
L'elemento più sorprendente di Made in Abyss è il suo stile tenero, tinteggiato con colori pastello, che sembra fare a pugni con situazioni drammatiche, combattimenti disperati e la Maledizione dell'Abisso, che non risparmia a Riku le pene dell'inferno. Il contrasto tra stile e contenuti, in realtà, non nuoce a questo anime, anzi, diventa uno fra i suoi punti più caratteristici e gli dona un carisma unico.
La storia si dipana con un ritmo incalzante, rafforzata da personaggi credibili cui è facilissimo affezionarsi e da un'ambientazione curata nei dettagli. La città, la gerarchia degli esploratori, gli strati dell'Abisso, gli eroi leggendari e la Maledizione trovano in Made in Abyss un'attenta descrizione e il tutto s'intreccia con una resa convincente, che affascina sin dalle prime battute.
L'anime merita una visione tutta d'un fiato, sulle orme di Riku e Reg, con una sola nota “stonata” ad attenderci: il viaggio non si conclude e dovremo attendere al varco una seconda stagione.
Ho avuto la possibilità di guardare tutti gli anime citati grazie a un abbonamento (che mi sono pagato) a Netflix, Crunchyroll e Amazon Prime. Il modo migliore per godersi un anime è di guardarlo in Giapponese (con i sottotitoli) e senza mai saltare le sigle d'apertura e di chiusura, poiché contribuiscono al fascino dell'opera e a restare a lungo nella memoria. Buon divertimento!