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Maggio 2010 (2/2): Arriva John Marston e i giochi di guida arcade si accartocciano | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 20 maggio del 2010 arriva dalle nostre parti Prince of Persia: Le sabbie dimenticate, con cui Ubisoft ripudia il Prince of Persia del 2008 e si ricollega alla trilogia lanciata nel 2003 da Prince of Persia: Le sabbie del tempo, anche per accompagnare l'uscita del film omonimo. Il gioco si ambienta nei sette anni fra il primo episodio e Prince of Persia: Spirito guerriero, recuperando a grandi linee meccaniche e struttura di quei giochi. Accolto con moderatissimo entusiasmo, Le sabbie dimenticate rimarrà l'ultimo capitolo della saga per almeno un decennio, con due uscite mobile (un remake di Prince of Persia 2: The Shadow and the Flame e l'inedito Prince of Persia: Escape) a tenerne alta la bandiera.

Il giorno dopo arriva Red Dead Redemption, con cui Rockstar Games rilancia il non prestigiosissimo marchio nato grazie a Red Dead Revolver e gli fa fare un salto di qualità pazzesco. Red Dead Redemption applica al western il classico approccio strutturale e narrativo à la Grand Theft Auto, seppur con tante differenze, e fa saltare il banco grazie a un'ambientazione spettacolare e una narrazione di gran livello. Il gioco godrà fra l'altro di vita prolungata grazie alla componente multiplayer e all'uscita, nel corso dell'anno, dell'espansione Outlaws to the End e della nuova campagna Undead Nightmare, che aggiungerà gli zombi, così, perché no. Bisognerà attendere otto anni per un terzo Red Dead.

Contemporaneamente, si manifesta anche Split/Second: Velocity, roboante gioco di guida arcade targato Black Rock Studio e Disney Interactive, che pare pensato da un Michael Bay in crisi esistenziale, tutto all'insegna del disastro, delle esplosioni, del macello avvitato. Il gioco viene accolto favorevolmente dalla critica ma vende malissimo, annullando ogni speranza di vedere il già previsto seguito e sentenziando anzi la chiusura dello studio di sviluppo. L'ha ricordato Stefano Calzati qui.

Una settimana dopo, tocca al concorrente diretto, Blur, sviluppato da Bizarre Creations per conto di Activision. Anche in questo caso, si tratta di un gioco di guida brutalmente arcade nonostante l'aspetto "serio" dato dalle vetture realistiche: l'impostazione, infatti, è a base di power up in stile Mario Kart e/o WipeOut. Non andrà in maniera particolarmente diversa, con il gioco accolto favorevolmente dalla critica ma ignorato dal pubblico e lo studio chiuso un anno dopo.

Infine, il 28 maggio 2010 arriva sui Wii europei No More Heroes 2: Desperate Struggle, secondo episodio del bizzarro esperimento action open world lanciato due anni prima dalla Grasshopper Manufacture di Suda51. Il gioco conserva l'approccio fuori di testa e sopra le righe del primo episodio ma corregge un po' il tiro sul piano strutturale, trovando una maggiore quadratura e risultando più rifinito. Questo, se lo chiedete a me, gli fa anche perdere un po' di fascino, ma che ci dobbiamo fare? La serie rimarrà poi ferma fino all'uscita di Travis Strikes Again: No More Heroes nel 2019.

Per la prima parte dell'Old! dedicato al maggio 2010, cliccate qua.