Senran Kagura Burst: l'insostenibile leggerezza dei davanzali
Potrei scandalizzarmi davanti alla vile mercificazione che si fa del corpo delle donne in Senran Kagura Burst, potrei salire sul pulpito e partire con una potente e politicamente corretta filippica sul come, quando le idee scarseggiano, si restringa il giro vita e aggiunga una misura di reggiseno, potrei addirittura fare un'analisi sociologica sul perché questo genere di prodotti abbia da sempre un discreto successo. Potrei. Ma non lo farò, perché ecco, in questo gioco ci sono tette giganti, arti marziali, ninja, vestiti scollati e ancora tette. Giganti. Ora, mentre valutate se sia più sessista il gioco in sé o quello che ho appena scritto, sempre che non stiate, come probabile, guardando solo le figure, io vi dico che trovare un prodotto come Senran Kagura Burst negli store europei è un po' una sorpresa. Vuoi per le precise scelte di Nintendo, che raramente ha pubblicato giochi del genere fuori dai confini nipponici, vuoi perché si basano su un immaginario e un gusto tipicamente giapponesi (non tanto perché loro abbiano l'esclusiva sull'apprezzamento dei seni giganti, quanto più perché da loro i prodotti di questa tipologia costituiscono un vero e proprio genere), giochi di questo tipo raramente si sono trovati attraverso i canali ufficiali di distribuzione.
Che sia diretto a un pubblico ben preciso lo si capisce dalla quantità infinita di luoghi comuni e stereotipizzazioni di cui è pieno zeppo, a partire dello spunto narrativo: il motore degli eventi è infatti l'antica rivalità tra l'accademia nazionale Hanzo e l'istituto clandestino Hebijo, due scuole che formano le moderne generazioni di shinobi. Entrambe le fazioni raccontano un punto di vista della medesima storia e si può scegliere all'avvio dell'avventura con quale lato della medaglia partire, seppure l'accademia Hanzo venga chiaramente indicata come il miglior punto d'avvio.
http://youtu.be/ei5CZGZrZPU
Immagino si sia tutti d'accordo sul fatto che l'acquirente medio di un ecchi (il genere di appartenenza di questo tipo di produzioni, a cui facevo riferimento prima) non pretenda una scrittura da romanziere classico russo, ciononostante Senran Kagura Burst almeno provi a costruire intorno a delle bocce ballonzolanti un background che abbia un pizzico di interesse, cercando di imbastire una storia che però raramente va oltre il classico processo di crescita personale, o al massimo redenzione di una o più protagoniste. Le stesse pulzelle che compongono il nostro team (cinque per ogni scuola più una segreta per parte) sono sì discretamente caratterizzate, ma sempre all'interno dei limiti del genere, per cui avremo inevitabilmente la secchiona, quella espansiva, quella timida e così via. D'altra parte, visti ambientazione e genere d'appartenenza, era inevitabile finire verso le tematiche da teen drama liceale, che vengono raccontate attraverso degli intermezzi conditi da lunghissime linee di testo (in inglese), accompagnante dal cantilenante e allusivo, almeno a giudicare dal tono, doppiaggio in lingua originale.
Ognuna delle due linee narrative ha come hub la sala comune della rispettiva scuola, nella quale si può, oltre che avviare le missioni che compongono la storia, anche socializzare con le proprie compagne di classe, cambiare personaggio utilizzato, rivedere gli intermezzi narrativi e ovviamente infilarsi nell'immancabile (?) camerino per poter (s)vestire la propria eroina nella maniera più bizzarra possibile, combinando i capi di abbigliamento che si possono ottenere in base alle valutazioni delle diverse missioni.
http://youtu.be/Nv3Th-ug930
OK, ma bocce giganti e gonnellini a parte, che si deve fare, esattamente, in Senran Kagura Burst? Molto semplice: menare. Il gioco Tamsoft è infatti un picchiaduro a scorrimento orizzontale che, pur nella sua semplicità, riesce a divertire discretamente grazie sopratutto a un'azione frenetica, che vede la ninja selezionata menare come se non ci fosse un domani i numerosi nemici che provano in tutti i modi ad ostacolarne il cammino. Il sistema di combattimento è basato sull'alternanza di attacchi deboli e forti, la classica schivata e il salto, e ha una certa predilezione per le combo aree: inanellando una serie di colpi, infatti, appare a schermo un cerchio verde che, se innescato correttamente, permette di scagliare il nemico in aria, situazione nella quale si è liberi di colpirlo senza pietà. Questa meccanica risulta indispensabile per alzare il contatore delle combo e conseguentemente il punteggio finale, che dà diritto alle relative ricompense. Per quanto non faccia davvero nulla di nuovo o particolarmente elaborato, il sistema funziona egregiamente e l'alto ritmo imposto dagli attacchi nemici permette di essere un po' più indulgenti sulla sostanziale mancanza di combo avanzate che vadano oltre la dinamica appena descritta, fatta eccezione ovviamente per le trasformazioni che ognuna delle studentesse è in grado di fare.
Queste si possono effettuare una volta riempito l'apposito indicatore di energia spirituale, e oltre a rappresentare né più né meno che una super-mossa, sono la perfetta scusa per svestire un po' di più il personaggio che si sta utilizzando, dando modo ad una pruriginosa regia di trovare l'inquadratura migliore con la quale mostrare gli esagerati davanzali rimbalzanti. Ci sarebbe anche qualche velleità tattica, se proprio vogliamo dirla tutta, rappresentata dal progressivo logoramento della propria uniforme, che può essere ripristinata una sola volta a missione, o a una speciale modalità che permette, rinunciando quasi del tutto al vestito, di avere dei bonus maggiori all'attacco. Anche le caratteristiche delle diverse protagoniste differiscono (talvolta sensibilmente) tra loro, ma il livello di difficoltà abbastanza basso tende ad appiattire l'esperienza di gioco, non permettendo di apprezzare troppo la variazione nelle statistiche.
Decisamente non all'altezza il motore grafico, costantemente in affanno nel gestire i tanti personaggi a schermo ed evidentemente arrancante con la funzione 3D attivata, il che oltretutto è pure un peccato perché, fondali anonimi a parte, i modelli delle protagoniste sono ben realizzati, con animazioni varie e belle da vedere, oltre ad un cel-shading che amplifica l'effetto rotondità delle giovani ninja.
Senran Kagura Burst è un gioco onesto, che mette subito in chiaro i suoi (due) punti di forza senza pretendere di essere qualcosa che non è. Nonostante sia rivolto ad un target tanto specifico quanto fidelizzato. riesce comunque a mettere in campo un sistema di gioco frenetico e dinamico, che sicuramente non innova, ma riesce a divertire e a regalare qualche ora di combattimenti e situazioni ampiamente sopra le righe.
Ho giocato a Senran Kagura Burst grazie ad un codice inviatomi dal distributore italiano, arrivando quasi al termine della campagna Hanzo. Ho poi provato anche qualche missione della storyline Hebijo, giusto per poter capire in che modo le due storie si intrecciassero.