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L'evoluzione del Ragno: i cartoni animati di Spider-Man dagli anni Sessanta al 2000

"Spider-Man, Spider-Man, does whatever a spider can!"  riecheggia nelle menti di tutti quelli che l'hanno sentita almeno una volta. La storica sigla della vecchissima serie animata dell'Uomo-Ragno, ma anche la cover dei Ramones o di Michael Bublé quando non cantava solo canzoni natalizie. Era il 1967 e la Marvel portava sugli schermi americani la prima incarnazione extra-fumettistica del suo personaggio di punta. La serie animata Spider-Man si affiancava ad altri prodotti come The Marvel Super Heroes e Fantastic Four che di animato, però, avevano ben poco, proponendo di fatto vignette delle serie a fumetti arricchite da doppiaggio e qualche effetto che sembrava muoverle, tra zoom e carrellate. Veri e propri videofumetti. La fiducia nel personaggio di Spidey, invece, fece aumentare il budget e, seppur minimalista, l'animazione c'era.

Le ragnatele un po' meno, proprio a causa del budget che era sì aumentato, ma comunque non raggiungeva vette elevatissime. Ergo, il costume di Spider-Man aveva le ragnatele solo sulla testa, sulle mani e sugli stivali, lasciando il resto di un bel rosso liscio, decisamente più facile da animare. La serie fu comunque un successo, diventando un vero e proprio culto, coi suoi 52 episodi (tre stagioni) dal 1967 al 1970. Anche nel nostro paese è arrivata tutta, andando in onda ovunque, da Supergulp a Solletico, e guardarla è ancora oggi un piacere. Episodi brevi, trame scemissime, patria di migliaia di meme su internet. Ma era Spider-Man che si muoveva e tanto bastava. C'erano tutti i cattivi dei fumetti, spesso trattati come macchiette, e anche qualche new entry dimenticabile. Dubito che qualcuno non abbia mai visto almeno uno spezzone della serie, si trova facilmente in DVD anche in Europa e inoltre la rete è costellata di episodi o montaggi dedicati. Un cult, appunto.

Arriviamo negli anni '80, se togliamo la piccola parentesi di Spider-Woman, e arrivano due serie parallele, anch'esse in qualche modo diventate cult. Partita prima come produzione, Spider-Man (conosciuta anche come Spider-Man 80 o anche Spider-Man 5000 in Inghilterra, non chiedetemi perché) ci regala un Peter Parker ispirato al tratto di John Romita, di fatto creando l'icona visiva del personaggio presso il grande pubblico. La serie va in onda dal 1980 al 1981, per un totale di 26 episodi. Celebre la soundtrack che accompagna gli episodi, che non offrono grandissima varietà di nemici, proponendo spesso il Dottor Destino e addirittura il Teschio Rosso, scostandosi quindi un po' dai nemici più classici del Ragnetto. In Italia abbiamo avuto sia la sigla originale che quella meravigliosa cantata da I Sorrisi, che è qualcosa di magnifico, altro che i Ramones. Se non la conoscete, fate subito ammenda. «Più in alto, più in alto, tu vai, tu vai, tu vaiiiiiiiiii!»

La serie chiude in un solo anno, mentre è leggermente più fortunata la sua gemella, L'Uomo Ragno e i Suoi Fantastici Amici (Spider-Man and His Amazing Friends). Pare dovesse essere un sequel diretto della precedente, ma divenne un vero e proprio progetto a parte. Spider-Man unisce le forze con l'Uomo Ghiaccio, preso in prestito agli X-Men, e Stella di Fuoco, personaggio inventato per la serie (inizialmente doveva essere Mary Jane). La serie divenne super popolare, tanto che Stella di Fuoco è poi diventata un personaggio anche fumettistico e ancora oggi la Marvel sforna occasionalmente miniserie a fumetti nelle quali i tre si riuniscono per affrontare qualche avventura. I toni della prima serie anni Ottanta "solitaria" erano quasi seriosi e politici e forse per questo ebbe meno successo rispetto a questa "di gruppo", che proponeva avventure sopra le righe e un'atmosfera decisamente più fumettosa. Pare che Marvel non fosse pronta a tale successo e, tra un ripensamento e un tentennamento, non portò avanti la serie oltre al 1983. Basta citare il salotto di Peter che diventa laboratorio/base operativa sotto gli occhi di Zia May, per far capire che bellezza fuori di testa fosse questa serie. Muoveva una statuetta e tutti i mobili ruotavano rivelando computer e quant'altro, fantastico.

Un decennio dopo, nel 1994, ecco spuntare in collaborazione con Fox la serie di Spider-Man per eccellenza, ancora oggi forse la miglior produzione animata sull'Uomo Ragno. Spider-Man, così si intitolava, per la terza volta. Ma divenne presto per tutti, anche per il reparto marketing, Spider-Man - The Animated Series, per fare il verso all'omonimo cartone di Batman che aveva avuto un successo stellare un paio di anni prima. Il tratto dei disegni è chiaro e pulito, ispirato allo Spider-Man di fine anni Ottanta. Le trame riprendono saghe storiche di quegli anni, proponendo un mix di avversari classici come il Dottor Octopus e nemici figli di quell'epoca, come Venom e Carnage. Niente più soli episodi conclusivi, le semplici avventure si alternano a saghe di tre, quattro o addirittura cinque puntate. E in generale, tutta la serie porta avanti trame orizzontali che creano veri e propri filoni narrativi, come succede nelle serie TV contemporanee.

Cinque stagioni, 65 episodi, è rimasta fino a pochi anni fa la produzione più lunga su Spider-Man. La sigla è anch'essa famosissima, con un testo fuori di testa (Spider blood! Spider blood! Radioactive spider blood!) e dei bellissimi colpi di chitarra elettrica. L'animazione non raggiunge l'eccellenza della serie di Batman, ma propone qualche bella sequenza. Unico pugno nell'occhio, l'utilizzo del 3D quando si tratta di mostrare la città di New York durante i volteggi o le sequenze di inseguimento/scontro in città. Ma erano gli anni Novanta, cosa devo dirvi. Si riguarda che è un piacere, chiudendo qualche occhio, anche perché fu la prima serie a proporre Hobgoblin come super cattivo (addirittura introducendo Goblin solo dopo) o Kingpin e le sue mani in pasta dappertutto. Compariva anche Stan Lee in un episodio finale celebrativo, un ottimo modo per dare una sensazione di chiusura dopo una lunga saga fatta di cloni e universi paralleli, ispirata a Guerre Segrete. Per il sottoscritto, rimane semplicemente la serie animata Marvel più bella di sempre, se la gioca forse con Gli Incredibili X-Men, a cui fra l'altro era affiancata all'epoca.

Nel 1999, ebbra del successo della serie, Marvel prova a farne una sora di sequel/spin-off. Spider-Man Unlimited ci propone un Uomo Ragno che finisce in una dimensione parallela dai toni futuristici, cambia costume e affronta l'Alto Evoluzionario, il folle genetista cosmico già conosciuto nei fumetti. La serie sbarca anche nei fumetti, ottenendo più successo che in TV, dove viene fermata a soli 13 episodi, con un inizio di seconda stagione mai andato in onda. L'idea non era malvagia, la realizzazione un po' meno, tendente al noiosetto, lontano dai ritmi quasi sincopati di The Animated Series. Mi sembra giusto farvi del male proponendovi la sigla italiana di quel birbone di Giorgio Vanni.

Arriviamo al 2000, Marvel si prende una pausa di riflessione mentre i diritti venduti per i film iniziano a macinare qualche introito e le sale cominciano a riempirsi di cinecomic. È l'alba di una nuova era anche per l'animazione. Ne parliamo presto, tornate sull'Outcast per saperne di più!

Questo articolo fa parte dell'amichevole Cover Story di quartiere su Spider-Man, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.