Questa è una rubrica sulla realtà virtuale. Su tutta la realtà virtuale, non solo quella videogiocosa. E non storcete il naso, giuro che proverò a ficcarvela in gola con la forza se non fate almeno lo sforzo di interessarvi almeno un pochino a questa ormai bistrattata tecnologia. Di tutta la VR, dicevo, perché è mia ferma convinzione che il suo più grosso potenziale non sia da ricercarsi in ambito ludico ma in tutta una serie di applicazioni che prima o poi cambieranno il nostro mondo, pure il vostro.

Vi avevo promesso un episodio più ravvicinato e… dai, quasi ce l’ho fatta. La qualità dei titoli si sta alzando, questo periodo ne è la prova lampante, segno che il mercato sta maturando e che si è superata la fase di pura sperimentazione.

Asgard’s Wrath

È il gioco del momento, acclamato da pubblico e critica, e io… non me ne sono innamorato. Devo ancora vederne buona parte, magari ci ritorniamo in futuro, ma niente di quello che ho visto mi ha entusiasmato. Ha sicuramente degli scorci interessanti, graficamente si è visto raramente di meglio, ma sono anche convinto che i giochi tradizionali non vadano affrontati sul loro campo. Perché le venticinque ore richieste per finirlo sono tante da digerire con un caschetto, perché tecnicamente comunque prende gli schiaffi da Red Dead Redemption 2 (per esempio) e perché quella spada deve avere tutt’altro peso, per farmi sentire davvero Dio. Rimandato, per ora.

Asgard’s Wrath su Oculus

Art Plunge

Applicazione che costa due spicci ma che, ancora una volta, mostra le potenzialità non ludiche di questa tecnologia. Tutto quello che fa è prendere alcuni quadri famosi e darvi la possibilità di finirci letteralmente dentro. È un filino grezza, gli ambienti non sono ricostruiti a 360° gradi, per esempio, ma osservare cosa accade fuori dalle finestre della Gioconda è un plus non indifferente.

Art Plunge su Oculus Go
Art Plunge su Oculus Rift
Art Plunge su Steam

Stormland

Diversamente da Asgard’s Wrath, questo mi sta piacendo parecchio. Non che faccia cose rivoluzionarie, il gioco è anche piuttosto ripetitivo, ma cavolo, si vola in giro che è una meraviglia e l’ambiente è piacevolissimo da esplorare. Le soluzioni anti motion sickness funzionano a meraviglia e ci si sente completamente padroni del corpo robotico che si sta manovrando. Meno convincenti le sparatorie (e il peso delle armi, dannazione, il peso delle armi è fondamentale in VR) e quei maledetti sottotitoli (in inglese) spostati troppo a destra. Però ad avercene, pochi dubbi, e ha anche delle idee simpatiche per l’endgame.

Stormland su Oculus

I’m Hungry

Dovreste conoscere il mio amore per i giochi di lavorare, ormai, e non ho mai negato la mia folle passione per Job Simulator… quindi troverete normale sapere che ho aspettato parecchio questo giochino in cui devi preparare hamburger dentro un chioschetto ambulante. Al lancio c’era solo per PSVR, però, e l’altra notte ho scoperto della recente uscita su Steam, quasi per caso. E niente, alle tre di notte ero lì a preparare panini e bibite per improbabili clienti. Tutto bello, immediato e semplice ma sembra davvero non esserci spazio per la varietà. Spero di sbagliarmi.

I’m Hungry su Steam
I’m Hungry su Playstation Store

Pistol Whip

Ultimo, ma non ultimo, il vero gioco VR del 2019. Pistol Whip è una figata pazzesca, come Beat Saber, pure se è quello che ha ricevuto meno copertura mediatica. Mentre il protagonista si muove autonomamente su un carrellino immaginario, te spari a tutto quello che si muove (mira assistita) e, nel mentre, schivi i proiettili, scansi colonne e ascolti musica. Puoi pure sparare ascoltando musica, per fare anche più punti, ma l’importante è sopravvivere. Un gioco semplice semplice, bello da vedere, ma meravigliosamente appagante e potenzialmente infinito. GOTY! C’è solo il piccolo problema che finisco sempre a sbattere contro il muro… ma ci sto lavorando.

Pistol Whip su Oculus
Pistol Whip su Steam