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VA-11 HALL-A: Barista, l’amica di tutti

Glitch City, 207X: una megalopoli del futuro dominata da corruzione e criminalità, dove la qualità della vita peggiora ad ogni secondo che passa (adesso è già peggio di prima); dove la gente, pur di riuscire a sopravvivere, è costretta ad attaccarsi alle piccole cose, all’apparenza insignificanti, come osservare il fondo di un bicchiere in un piccolo bar nascosto tra i meandri inestricabili della città. Ma è proprio di fronte ad uno sconosciuto, con un bicchiere nel mezzo, che è più facile lasciarsi andare.

Benvenuti a VA11 HALL A: Cyberpunk Bartender Action, un cocktail videoludico per palati raffinati, l’incrocio improbabile tra Cyberpunk 2077 e Tapper ma in versione visual novel.

Nato come risultato di una game jam del 2014, VA-11 HALL-A è uscito nel 2016 su PC e a seguire anche su altri dispositivi (come PS Vita), riscontrando un moderato successo. Al punto che, nonostante siano passati tre anni, Sukeban Games si è decisa a pubblicarne una versione anche per Nintendo Switch, lasciando inalterata la formula del mix originale.

Formula peculiare per il fatto di essere presentata come racconto interattivo di ambientazione cyberpunk con una fuorviante componente waifu (basta leggere l’indirizzo del sito ufficiale: https://waifubartending.com/). In realtà, protagonista è una barista che si guadagna da vivere preparando cocktail per gli avventori del Valhalla e, assecondando (o meno) il loro desiderio di evasione alcolica, partecipa involontariamente alle loro esistenze.

Non ci sono combattimenti epici o inseguimenti mozzafiato, e nemmeno conquiste sessuali, ma solo piccole storie di vita vissuta, filtrate attraverso le comande al bancone del bar. Avventori che entrano ed escono dalla nostra esistenza nel giro di un drink e altri abituali, si alternano sullo schermo, cedendo poi il posto al ricettario, che ci permette di creare i cocktail come richiesti, oppure variando la formula per aiutare una sbronza o risparmiare sugli ingredienti e incassare di più. A seconda di quanto riusciamo a soddisfare (a volte anche in maniera inconsapevole) i gusti degli avventori, cambiano la loro reazione emotiva e la porzione di dialogo che riceveremo.

Sullo sfondo degli stralci di vita quotidiana non c’è chissà quale disegno o complotto. La stessa protagonista vive una vita ai limiti del sostentamento, in un piccolo appartamento con un gatto per coinquilino. Appartamento che è possibile decorare acquistando oggetti d’arredo, le rare volte in cui avanzano i soldi dalla rata d’affitto e dalle altre bollette.

In tutto questo, per quanto l’ambientazione generale sia deprimente, c’è sempre un briciolo di speranza nelle persone che frequentano il bar e l’idea di un nuovo incontro è ciò che spinge il giocatore a perseverare nel compito di interagire con il racconto. Il tutto è presentato con una pixel art scarna ma decorosa, che si distingue per l’azzeccato character design e un po’ meno per la leggibilità dei testi e dell’interfaccia in generale. Per contro, la produzione è impreziosita da un gradevole commento sonoro, probabilmente la parte più esaltante dell’esperienza: brani che è possibile remixare a piacimento dal menu, per creare la giusta colonna sonora di una serata al bancone.

Preparare drink, tuttavia, è percepito più come un lavoro che come un’occupazione piacevolmente interattiva, nonostante l’interfaccia touch renda immediata la selezione degli ingredienti rispetto ad altre versioni. Sarebbe stato magari più interessante usare la funzione rumble HD dei Joy-Con per i mix. O forse no. Di base, per riuscire ad apprezzare fino in fondo VA-11 HALL-A, occorre avere voglia di leggere. Il che non sempre è quello che cerchiamo dall’intrattenimento interattivo. O su uno schermo ridotto come quello di Switch. O con un font poco leggibile. O con il fatto che sono anziano e fatico a leggere.

Ma se anche su questo è possibile soprassedere, al di là di un’ambientazione intrigante, e di alcune storyline interessanti, non si può dire che la scrittura sia il punto forte dell’esperienza. Come per ogni chiacchiera da bar, alcune conversazioni sono sincere, altre forzate e rigide. Certo, si parla anche di sesso, ma se ne parla in maniera un po’ superficiale, come farebbe un nerd che tutto quello che sa lo ha appreso da un hentai. E, per rimanere in tema, la voglia di andare avanti potrebbe essere pari a quella che si ha quando ci si ritrova tra le mani il volume della serie manga di cui vi siete dimenticati di cancellare l’abbonamento in fumetteria. Il che non è sempre un male ma avreste anche passato il vostro tempo in altro modo.

Magari non mi sono impegnato con la determinazione con cui avrei affrontato un gioco di cui tutti parlano ma, giurin giurello, ho provato a farmelo piacere in tutti i modi. Purtroppo non ci sono riuscito. E un po’ mi spiace per la povera Jill, la cui misera vita, dopo un paio di ore, è rimasta sospesa dietro al bancone di un bar di una città in cui non ho voglia di tornare.

Ma è bastato un goccio di sambuca per farmene una ragione.

Ho ricevuto il gioco in forma di codice per il download su Switch dal publisher. Non sono riuscito a finirlo per incompatibilità con lo stile retro dell’interfaccia ma ho giocato quanto basta per riuscire a crearmi una visione completa dell’universo di gioco e delle meccaniche principali. VA-11 Hall-A: Cyberpunk Bartender Action è disponibile solo tramite download su PC, su Switch, su PlayStation 4 e su PlayStation Vita.