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Videogiochi questi sconosciuti

Marco D'Amore, che poi ha spiegato meglio la sua posizione, si era espresso così: "Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quando basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi: videogiochi che raccontano solo di futuri distopici in cui devono ammazzare, sventrare e violentare, e si esaltano di questo. Altro è parlare di fascinazione narrativa. Io sono cresciuto idolatrando i miti della letteratura efferata ma non è che sono diventato un omicida, perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale".

Il senso era che la violenza è ovunque, PURE nei videogiochi, e non è necessariamente quello il motivo di tutti i problemi del mondo. Un discorso vecchio come il cucco, direi pure largamente superato, e che ci ha fracassato le guglie da tempo immemore. Ma allora perché ve ne parlo? Perché Marco D’amore non è un videogiocatore, lo si capisce pure da queste poche parole, e questo mi importa.

Nonostante i videogiochi siano protagonisti indiscussi della nostra società, sono davvero pochi i personaggi famosi che si definiscono videogiocatori in pubblico. E con videogiocatori intendo quelli che giocano anche un The Last of Us o un indie ogni tanto, non chi FIFA e basta o Farmville o morte. Sono videogiocatori lo stesso eh, ma non ci servono per ora. Magari qualcuno lo è, di nascosto, ma ho ragione di credere che il mondo parli ancora perlopiù attraverso persone che non si sono formate anche intorno ai videogiochi. Ed è un limite, sia per loro che per i videogiochi stessi.

Un politico importante che consigli di giocare un The Last of Us è impossibile? Un presentatore TV che confessi di essere un appassionato di Mario Kart esiste? Un attore famoso, Marco D’amore per esempio, che conosce anche Death Stranding e Loop Hero lo vedremo mai? Professori che consigliano Return of Obra Dinn come Il Gattopardo ne abbiamo in numero sufficiente? È un limite solo italiano? Negli Stati Uniti e in Giappone, dove i videogiochi sono diventati rilevanti con una generazione di anticipo, è molto diverso?

Quello che mi stupisce più, però, è la mancanza di riferimenti in TV, le sale autori dovrebbero essere ormai piene di nerd capaci di infilare citazioni videoludiche ovunque esattamente come accade col cinema, eppure non succede. Vengono segate perché il grosso del pubblico non le capirebbe? Ha senso? I videogiochi saranno mai davvero rilevanti senza un megafono ad amplificarne la voce?