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Guardiani della Galassia Vol. 2 - Come prima, più di prima

Guardiani della Galassia Vol. 2 - Come prima, più di prima

Succede spesso che, ogni qual volta la Marvel riesca a buttar fuori un film di un certo livello, in tanti lo etichettino come “il miglior film sui supereroi uscito fino a oggi”. Una definizione del genere fu data sul finire del 2013 al primo Guardiani della Galassia, diretto da James Gunn. La vulgata popolare c’aveva ragione? Su due piedi, beh, non saprei. È una definizione un pelino assolutistica, ecco, quindi per partito preso mi sta un po’ sulle palle. Però, a essere onesti, nella top 3 ci rientrava, e ci rientra tutt’oggi, senza problemi. Quel film aveva veramente tutto: un piglio personale, nonostante le citazioni si sprecassero, poi le musiche, i colori, gli sketch, i personaggi. Tutto era una vera ficata, e le sue due ore di durata ti scivolavano addosso senza problemi, grazie anche a un ritmo perfettamente cadenzato, che riusciva ad alternare battaglie e mazzata a cazzatine divertenti e momenti strappalacrime. Insomma, una bomba, e sequel praticamente obbligato, con sempre James Gunn alla cabina di regia.

Gunn che, senza remore, si può dire che è riuscito a bissare quanto fatto col suo debutto nel mondo dei cinecomics. Anche Guardiani della Galassia Vol. 2 è infatti una bomba di esplosioni e colori, che addirittura riesce a fare meglio rispetto a quanto fatto vedere nel precedente capitolo. Le battute fanno ancora più ridere; i combattimenti, sia spaziali che no, sono anche più spettacolari del passato, e la regia di Gunn riesce a scandire incredibilmente bene ogni momento. Artisticamente, poi, il tutto risulta molto più maturo e sì, insomma, superficialmente questo è anche un film migliore del sequel. Però non mi ha convinto del tutto. Mi spiego: per definizione sì, migliore, ma forse anche fin troppo. Guardiani della Galassia Vol. 2 sembra infatti scoppiare per quanto è tronfio, così pieno di cose che boh. Gli sketch, ad esempio, cercano in continuazione - in modo forse pure nevrotico quando passano per la figura del pur sempre splendido Dave Bautista - di far ridere a tutti i costi.  Ma anche Groot, che nella sua nuova forma bonsai radicalizza il suo status di mascotte, risultando a tratti, per quante volte te lo schiaffano in primo piano, quasi coccolosamente irritante. O ancora gli slow motion, bellissimi, per carità, ma anche forse fin troppo ricorrenti... ma anche quei tre/quattro momenti da film per famiglie, che diamine.

Minions puppatemi la fava.

Insomma, uscito dalla sala la sensazione era che James Gunn (che ha curato anche la sceneggiatura della pellicola) abbia voluto, sorretto ovviamente da Marvel, dar vita ad un qualcosa che fosse come il primo Guardiani della Galassia (e pure giustamente, tanto che la sua natura seriale, in questo suo sequel, si avverte davvero chiaramente) ma che lo superasse in resa. Sia chiaro, il risultato è di ottima fattura, e Guardiani della Galassia Vol. 2 si fa guardare con estremo piacere, però, ecco, forse un pizzico di coraggio in più non avrebbe fatto male a un film che, molto più rispetto al prequel, dà più l’idea di essere una roba della Marvel che una dal taglio fantascientifico.

Ho visto Guardiani della Galassia Vol. 2 in lingua originale con sottotitoli italiani in occasione di un’iniziativa del Future Film Festival 2017, a Bologna; un evento che, nei prossimi giorni, avrò modo di seguire per Outcast. Quindi stay tuned, che non è mica finita qui.

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