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Attack of the Friday Monsters! A Tokyo Tale - Cancelleremo l'apocalisse?

Mi risulta veramente difficile non cominciare questa recensione, o più in generale una recensione su un titolo arrivato sui Nintendo 3DS occidentali attraverso eShop, senza elogiare l'ottima idea avuta da Nintendo per la distribuzione di quei titoli che, senza il negozio digitale, non avrebbero mai visto le console del vecchio continente. Giochi come quelli sviluppati con amore d'altri tempi e spirito quasi indie da sviluppatori giapponesi affermati, prodotti con altrettanto amore da Level-5, e stipati come le migliori conserve nei vasetti con su l'etichetta Guild. Dopo Liberation Maiden, a mio sindacabilissimo giudizio il pezzo migliore contenuto in Guild01, oggi è tempo di parlare di Attack of the Friday Monsters! A Tokyo Tale, ultimo titolo contenuto nella Guild02 ad essere arrivato sugli eShop occidentali. Firmato da Kaz Ayabe e i suoi Millennium Kitchen, famosi soprattutto in patria per la serie di visual novel (o su per giù) My Summer Vacation, Attack of the Friday Monsters! è forse il titolo che meno degli altri estratti dalle Guild può incontrare i gusti del vasto pubblico, vista la sua natura estremamente singolare ed estremamente esotica.

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Il gioco, infatti, si premura immediatamente di contestualizzare dove e quando passeremo le prossime due orette, raccontandoci - qualora ce ne fosse il bisogno - di come, tra il Cinquanta e i magnifici anni '70, in Giappone fosse esplosa la mania collettiva dei kaiju. I mostri giganti, figli dell'inquinamento sempre crescente (o, peggio, di un disastro atomico), monopolizzavano ogni cinema e TV nella terra del Sol Levante e, mentre prendevano schiaffi dall'eroe - anche lui altrettanto gigante - di turno, riempivano l'immaginazione di tutti i grandi e piccini piazzati davanti allo schermo.

Ma se i grandi, prima o poi, perdono col tempo la loro fanciullesca ingenuità a causa dei motivi più disparati, riducendosi a degli svogliati esecutori della quotidianità, per i bambini quella bizzarra metafora con gli artigli e la coda non è altro che un piccolo germoglio, che ad ogni episodio e proiezione non fa che alimentarsi e crescere, crescere e crescere, fino a che la realtà non diventi un tutt'uno con le più smodate fantasie.

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Il piccolo Sohta, trasferitosi con la famiglia dalla grande città alla piccola periferia di Tokyo, realizza ben presto che nel piccolo villaggio di Fuji no Hana - in quel distretto di Setagaya famoso per un certo otaku di nome Hideo Kojima - non lo aspetta solo il lavoretto come fattorino della lavanderia dei genitori. Sohta, e noi con lui, scoprirà infatti che ogni venerdì, quel piccolo bucolico paesello apparentemente sereno, collegato alla "civiltà" da una ferrovia che paradossalmente ci impedisce di uscire dai confini del villaggio, vede comparire nei suoi verdi campi quei kaiju che era abituato a vedere alla TV, mandati in onda proprio dall'emittente di Fuji no Hana.

La timidezza propria di un bambino che si trasferisce in una nuova città, dunque, viene compensata dall'eccitante notizia: nei panni di Sohta ci troveremo presto a familiarizzare con gli abitanti del villaggio e con i loro modi di fare, apprendendo gradatamente qualcosa di più sulla loro storia, e soprattutto conosceremo i loro figli e gli altri bambini del villaggio, che si uniranno a noi nella ricerca della verità sui kaiju e, cosa più importante, diventeranno nostri fedeli compagni di gioco.

La parte più puramente ludica di Attack of the Friday Monsters!, infatti, è costituita dal gioco di carte basato sui mostroni della settimana che, manco a dirlo, spopola tra i bambini del villaggio. Il gioco, che sostanzialmente si basa sulla morra cinese, consiste nel contrapporre alle cinque carte messe in campo dell'avversario la giusta combinazione delle proprie. Sasso, carta e forbice, nello specifico sotto forma di pinguino gigante o volatile assordante, ci permetteranno di avere la meglio sui nostri amichevoli rivali e di conquistare la loro fiducia o, in rari casi, di procedere nella trama.

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Il venerdì di Sohta è dunque un'indagine sui generis di un bambino immerso in un mondo a metà tra mostri giganti e adulti bizzarri, che con occhi curiosi va alla scoperta degli abitanti del villaggio e della loro vita, inevitabilmente contrassegnata dalla convivenza con il pericolo gitano gigante. Un'indagine in cui, nonostante dopo la prima ora sia facile anche per il giocatore smarrire il confine tra realtà e immaginazione, è bellissimo perdersi. Tanto per il mero aspetto visivo del piccolo villaggio, splendidamente disegnato e delicatamente trasposto nella terza dimensione di cui è capace il portatile Nintendo, quanto perché, a conti fatti, Attack of the Friday Monsters! A Tokyo Tale è proprio un piccolo, intenso racconto di un'epoca che non c'è più.

Un'epoca in cui guardavamo con entusiasmo e curiosità a tutto... ma soprattutto alle cose meno plausibili del mondo, cercandole con avidità nella realtà, per cancellare almeno un po' l'apocalisse di tutti i giorni.

Ho giocato Attack of the Friday Monsters! A Tokyo Tale sul mio fido 3DS XL grazie a un codice promozionale fornitomi da Nintendo. Tra l'altro, l'ho giocato dopo aver visto due volte Pacific Rim, che ha un 3D molto meno superfluo di quello del gioco. Per quanto riguarda la lingua, il gioco ha delle parti doppiate in giapponese, ma testo su schermo e sottotitoli esclusivamente in inglese.

Voto: 7,5

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