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Beat Saber VR - Guitar Hero per Jedi

Beat Saber VR - Guitar Hero per Jedi

Ho visto per la prima volta il gioco di Hyperbolic Magnetism sotto forma di filmatino di trenta secondi che rimbalzava su Twitter e sembrava già una figata cosmica. Spade laser in un rhythm game in VR? Datemelo subito in endovena fino a che non mi cascano le braccia! Poi me lo son trovato davanti all’European Showcase alla scorsa GDC e ho prontamente mollato zaino, macchina fotografica e dignità a un atterrito Nabu per gettarmi nella violenza ritmica in realtà virtuale.

L’idea di base del gioco è che ognuno dei due controller del Vive o dell’Oculus è una spada laser nel mondo virtuale: rossa nella mano sinistra e blu nella mano destra, quasi a voler associare lato chiaro e oscuro in ognuno di noi. Usando queste lame di luce virtuali, è necessario affettare una serie di cubotti che vengono verso il giocatore a ritmo di musica. Ma non basta agitare gli arti a casaccio come scarafaggi colpiti da potente insetticida: la maggior parte dei cubotti ha una freccia che indica la direzione in cui bisogna colpirli e le combinazioni possibili di questa meccanica sono molteplici. Ci sono sezioni che funzionano non molto diversamente da un Taiko no Tatsujin in cui i cubi vanno colpiti dall’alto verso il basso come tamburi, oppure con movimenti alternati alto-basso/basso-alto. Altre costringono il giocatore a colpi laterali, incroci di lame, schivate e fendenti dall’alto in un turbinio di incessanti combinazioni ed esercizio fisico non trascurabile.

Beat Saber VR è uscito qualche settimana fa in Accesso Anticipato su Steam e ho potuto provarlo con calma a casa, senza temere il pubblico ludibrio di una fiera del settore mentre mi agitavo come lo “Star Wars kid” di internettiana memoria. Come testimoniano le braccia doloranti che mi ritrovo dopo averci giocato incessantemente nel corso del weekend, Beat Saber conferma tutte le ottime impressioni che mi aveva dato durante i pochi minuti di prova in fiera. È veloce, preciso, visivamente stimolante e soprattutto maledettamente divertente. La pietra di paragone dei rhythm game in VR è indubbiamente Audioshield e Beat Saber nasce in effetti proprio da lì, o meglio dall’insoddisfazione dell’autore con quanto il gioco proponeva. Se in Audioshield le “partiture” delle canzoni sono generate automaticamente da un algoritmo, creando un archivio virtualmente illimitato ma che spesso manca di mordente, per Beat Saber si è preferita una colonna sonora del tutto originale, con partiture create manualmente dagli sviluppatori per sfruttare al meglio le potenzialità delle meccaniche di gioco. Gli effetti si vedono chiaramente e ogni brano incluso ha molta più personalità per quel che riguarda la sua esecuzione: i beat sono precisi, le combinazioni sono studiate per garantire fluidità dei movimenti del giocatore e la difficoltà è ben calibrata. Discorso differente per quel che riguarda l’effettiva qualità musicale dei brani inclusi al momento, una ventina, che variano fra l’anonimo e l’appena sopra la media e che sembrano scimmiottare vari generi musicali a elevati BPM. C’è il brano finto Kanye, quello finto Pendulum e quello finto EDM. Ma tutto sommato, data la natura indie del gioco, poteva andare molto peggio.

Ovviamente non mancano i pazzi che hanno già legato i due controller a formare la doppia spada laser di Darth Maul.

Ovviamente, la community del gioco, a nemmeno un mese dall’uscita in Accesso Anticipato, ha già creato una mod per giocare a livelli custom (che potete trovare qui) e anche decine di partiture per brani famosi e non (che potete trovare qui). Un editor di livelli ufficiale dovrebbe essere comunque in arrivo a brevissimo, secondo quanto riportato nel blog degli sviluppatori.

Ogni brano ufficiale ha diversi livelli di difficoltà e può essere affrontato anche senza l’ansia di vedere la schermata di Game Over se si sbaglia troppo. Il punteggio è calcolato con un classico sistema di combo con moltiplicatore, non molto diverso da quanto accadeva in Guitar Hero. Inoltre, colpi precisi temporalmente e spazialmente vengono premiati con punteggi più elevati.

È tutto un tripudio di effetti particellari neon, in piena ottemperanza alle regole di chiarezza visiva anni Ottanta del mondo VR.

Che dire, Beat Saber è una figata pazzesca, che dovreste provare se avete a disposizione un Vive o un Oculus. C’è un motivo se al momento è il titolo VR più giocato su Steam. Il connubio fra l’ispirazione starwarsiana e le dinamiche da rhythm game è molto più divertente di quel che mi potessi aspettare e, nonostante sia ancora in sviluppo, Beat Saber sembra già un prodotto finito. Gli sviluppatori, in ogni caso, si ripromettono di completare il gioco entro la fine dell’anno. Indossando il caschetto, Beat Saber trasmette perfettamente la sensazione di trovarsi in un elaborato sistema ritmico di addestramento per Jedi. Peccato che da fuori il giocatore sembri sempre un pirla che si sbraccia senza senso, ma questo vale per ogni gioco in VR, sostanzialmente. Io, nel dubbio, chiudo sempre le tende di casa.

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