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Boardcast #51 - L'evoluzione di Specie Dominanti

Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Continuando con una certa alternanza tra giochi da tavolo più facili e "casual" e altri più complessi e maggiormente rivolti agli appassionati, vorrei parlarvi oggi di un massiccio boardgame del 2010, che solo quest'anno è arrivato nei negozi in edizione completamente tradotta in italiano. Si tratta di Specie Dominanti, versione italiana targata Asterion Press di un boardgame pubblicato in origine da GMT. Una rarità, a pensarci bene, considerando che i giochi della storica società americana specializzata in wargame difficilmente vengono adattati nel nostro idioma.

L'eccezione per Dominant Species arriva grazie a tre motivi principali: innanzitutto, Asterion Press si è impegnata di recente a importare in italiano alcuni titoli prodotti da GMT, come l'eccellente Twilight Struggle e - di prossima pubblicazione - Labyrinth: The War on Terror. Secondo, perché in effetti Specie Dominanti non è propriamente un wargame classico, bensì più un boardgame dal tema più "leggero" e comunque apprezzabile anche da chi non ama le simulazioni belliche. Terzo, e forse più importante: perché è un gioco che ha ricevuto un grande successo di pubblico.

Si tratta di un boardgame per 2-6 partecipanti, ambientato sul nostro pianeta nel 90.000 A.C. circa: i partecipanti alla partita prendono il controllo di specie animali in diretta competizione per la sopravvivenza e cercano di evolversi al meglio delle loro possibilità per uscire indenni dagli scontri con le razze degli altri giocatori e dai pericolosi eventi che animano questo tumultuoso periodo preistorico. L'evoluzione è dunque una meccanica chiave di Specie Dominanti e si traduce in un tutta una serie di "tratti" che le creature dei giocatori possono sviluppare per migliorare le proprie possibilità di sopravvivenza. Sarà così possibile far adattare la nostra razza a territori impervi, divenire in grado di nutrirsi di differenti tipologie di cibo e sviluppare caratteristiche utili per combattere contro le razze degli altri giocatori.

Quest'ultimo elemento aggiunge un forte tasso di interazione fra i partecipanti alla partita, considerando che le battaglie tra specie diverse avvengono piuttosto spesso. Al di la dell'aspetto prettamente "bellico", i giocatori pianificano le azioni del proprio turno tramite una serie di segnalini con cui prenotare le differenti possibilità, un po' come avviene in un tipico gioco di piazzamento dei lavoratori (Caylus, Agricola, Stone Age... ). Un aspetto intrigante di Specie Dominanti è dunque quello di riuscire a mischiare bene parte delle meccaniche tipiche dei giochi di stampo tedesco con una buona dose di interazione diretta che ci si aspetterebbe di trovare in un wargame "americano".

Specie Dominanti è un gioco massiccio: il regolamento è abbastanza corposo e aspettatevi pure che le prime partite si avvicinino pericolosamente alle quattro ore di durata, salvo poi attestarsi sulle tre orette buone per ciascuna sessione. È un gioco che va letteralmente "appreso" prima di poterlo affrontare in modo soddisfacente ed è particolarmente indicato in caso abbiate un gruppo di amici (meglio se composto da 5/6 persone) con cui giocate spesso.

Al contrario, dovrebbero rimanerne abbastanza lontani i giocatori più occasionali o magari coloro che non vogliono impegnare un intero pomeriggio su un boardgame: per loro, rimanendo in tema di evoluzione, c'è il comunque valido Evo, recentemente ristampato in italiano sempre da Asterion Press. La componentistica ha alti e bassi, con alcuni pezzi del gioco (plancia, segnalini) un po' spartani - anche se sempre molto chiari - e carte bene illustrate. Purtroppo, un eventuale tallone d'Achille di Specie Dominanti è il prezzo decisamente elevato con cui è giunto sugli scaffali italiani: difficile portare a casa il gioco con meno di 65 euro, una spesa che viene comunque ben riassorbita in caso il gioco piaccia al vostro gruppo. Il setup dinamico della plancia e la differenziazione delle partite garantiscono infatti una buona longevità per questo mastodontico e ferocissimo boardgame.

Old! #17 – Giugno 1973

I cinque minuti di Hope: The Other Side of the Adventure

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