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Giochi di lavorare #4: Euro Truck Simulator

Giochi di lavorare #4: Euro Truck Simulator

Ogni mattina, in Africa, un leone si alza e già lo sa che, al lavoro, sarà un’altra giornata di merda. Nella migliore delle ipotesi. Poi, però, torna a casa, stanco e nervoso, e si rilassa con giochi che meriterebbero una rivendicazione sindacale. Perché lo fa? Cosa lo diverte? Ma sopratutto, la gazzella si alza o resta a letto in attesa del reddito di cittadinanza?

Oggi guido camion.

Da bambino, come tutti, adoravo i camion. Così grandi, così potenti, li facevo sfrecciare a mille all’ora contro le auto della polizia, mentre eseguivano manovre contro ogni legge della fisica. Euro Truck Simulator non li ama, i bambini: i camion non sono giocattolini divertenti per manovre spericolate ma solo utilissimi veicoli di trasporto, lenti e impacciati.

Con questa consapevolezza nel cuore, salgo sul mio mezzo a noleggio. Dovrò macinare parecchi chilometri, prima di poterne comprare finalmente uno mio, indebitandomi per tutta la vita con le banche. La prima consegna è facile facile… è uscire dal cancello che mi crea qualche problema. Dopo sette miliardi di danni, tre carichi rovinati e la completa distruzione della mia autostima, capisco che forse è meglio cominciare con le manovre automatiche.

Nel mondo fantastico dei camion, puoi essere libero o avere un padrone. Nel primo caso… ti scordi la tredicesima.

Sull’autostrada, tutto è calmo: mantengo il limite di velocità, metto la freccia alle svolte e, solo nei momenti più elettrizzanti, faccio partire il tergicristalli. È un’esperienza rilassante, meticolosa, come se potessi rimettere l’universo al suo posto con la precisione della mia obbedienza stradale. Ho una scadenza, certo, ma basterà non commettere errori per riuscire senza ansia. E per non commettere errori, in Euro Truck Simulator, devo semplicemente starmene buono buono nella mia corsia. A volte faccio la pazza e non rallento troppo a uno stop, ma mentirei se dicessi di farlo troppo spesso.

La radio è fedele compagna delle mie avventure, mi aiuta a passare il tempo. La Roma è in crisi, quindi metto una radio calcistica romana: niente mi rilassa più dei tifosi giallorossi inveperiti che inveiscono contro giocatori e dirigenza. Bastardi! Pagliacci! Buffoni! E intanto vado dritto per la mia strada, fino alla consegna del mio carico, fino alla giusta ricompensa in denaro. E attenti alle auto della polizia: non vedono l’ora di farvi una multa.

Imboccare l’autostrada è sempre una bella botta di adrenalina.

E poi di nuovo verso nord, e poi di nuovo verso sud, e poi verso nord e insomma, ci siamo capiti. Può capitare di prendere un traghetto, certo, ma la magia di Euro Truck Simulator è tutta nel suo alienante e ripetitivo tran tran giornaliero, in quei secondi di attesa per superare un casello. Frena, accelera… ma sopratutto frena di nuovo. Senza sorprese, senza scossoni, senza nazisti o mondi da salvare, scoprendo il videogioco anche come un terapeutico strumento di rilassamento, chilometro dopo chilometro.

Euro Truck Simulator su Steam.
Euro Truck Simulator 2
su Steam.

Bevi il tuo latte, Soldato d’Inverno

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Old! #299 – Aprile 1979

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