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Hyper Jam porta la sufficienza a casa, senza infamia né lodi

Hyper Jam porta la sufficienza a casa, senza infamia né lodi

È interessante che, in un’epoca dominata dalla costante interconnessione, e quindi anche dai sempre più fruibili mezzi a disposizione offerti, ci siano sviluppatori, anche piccoli, che si dedicano a titoli la cui fruizione principale è da ricondursi a una cooperativa esclusivamente, o quasi, in locale. L’inevitabile frammentazione in tante piccole comunità, e dunque in altrettante nicchie di consumo che internet ha portato a galla, ha senza dubbio la sua influenza: per quanto piccola possa essere, se c’è una domanda è comprensibile che arrivi un’offerta a soddisfarla; anche se si tratta di giochi con una proiezione di pubblico relativamente limitata, come lo sono in questo caso i couch game, ci saranno sempre degli sviluppatori, pur ridotti nell’organico, pronti a rispondere alle richieste dei giocatori.

E infatti, in questi anni, gli esponenti che sono andati ad arricchire una categoria apparentemente anacronistica come quella dei videogiochi in locale non sono pochi: Towerfall Ascension, Lovers in a Dangerous Spacetime e Overcooked sono probabilmente i più riusciti, ma esplorando questo pur ristretto sottobosco si possono trovare anche diversi altri esponenti, magari meno sorprendenti, ma con un’identità di gioco forte, basata sul divertimento gomito a gomito, che forse non è così vetusta come si credeva. E se gli investimenti ci sono, i risultati possono pagare anche degli sforzi reputati magari fin troppo ingenti – e A Way Out lo dimostra.

Gli arena brawler incarnano perfettamente il concetto di cui sopra: una grammatica di gioco abbastanza semplice da assimilare, carini da giocare online, ma molto di più se in compagnia di qualche amico in carne e ossa. Come lo è appunto Hyper Jam, un brawler arena in cui quattro giocatori devono darsele di santa ragione fino a che solo uno non resterà in piedi, e che a ciò unisce una marcata estetica anni Ottanta. Il video qui sotto è a tal proposito abbastanza emblematico: luci al neon predominanti, synthwave a palla, citazioni a Blader Runner e Miami Vice e, soprattutto, quel tocco action parecchio tamarro e surreale tipico di molti film di quegli anni.

Nonostante sia in controtendenza per la sua già citata natura al gioco gomito a gomito, Hyper Jam presenta  anche una contraddizione d’essere: è in linea con l’andazzo odierno visivo, quello iper-nostalgico, degli anni Ottanta in particolare. Una scelta forse fin troppo comoda per dare colore e personalità al gioco, ma che comunque non risulta stucchevole; non almeno in quelle massimo due ore che può tenere impegnati, prima che il gioco in sé inizi a stancare. Hyper Jam, pad alla mano, manca di profondità, e questo viene a galla dopo nemmeno una dozzina di partite.

I comandi sono pochi, e tutti abbastanza semplici da padroneggiare: c’è il tasto per il parry, quello per lo scatto, quello adibito a raccogliere le varie armi che verranno droppate nell’arena durante la partita e, ovviamente, quello con cui utilizzarle – il classico grilletto destro. Le armi si dividono in bocche da fuoco abbastanza classiche (lanciagranate e lanciarazzi) e armi bianche (per lo più spade e martelli), tutte funzionali, sia pur senza particolari vezzi creativi. Una volta assimilate le meccaniche, sta all’abilità del giocatore saperle padroneggiare, con una curva d’apprendimento, tuttavia, abbastanza lineare, e che solo quando c’è da eseguire un parry riesce a sorprendere.

Forse è un po’ ingeneroso, visto che comunque la tensione rimane generalmente alta per via di una struttura a round alla quale corrisponde, ad ogni conclusione, una lista di perk (neanche questi troppo originali: vanno ad aumentare varie statistiche di gioco) da scegliere per ogni giocatore, avvantaggiando sempre quello al momento in svantaggio, e permettendogli così di recuperare terreno anche durante le fasi finali del match; Hyper Jam, infatti, riesce a divertire e, se preso con il giusto approccio scanzonato, può garantire diverse ore di divertimento, sì disimpegnato ma comunque con una buona dose di competitività, a chiunque ami giocare in compagnia. Eppure, offre ludicamente troppo poco, non riuscendo mai a sorprendere come invece fa, per citare un esponente diverso ma per certi versi molto simile, Towerfall Ascension, che incentiva la vena creativa del giocatore con armi peculiari e arene di gioco pronte a mettere in difficoltà in modo diverso.

Fin troppo derivativo per sorprendere, in fin dei conti. Eppure, Hyper Jam riesce ugualmente a divertire, non prendendosi troppo sul serio con quella sua estetica smaccatamente citazionista, ma risultando comunque più che godibile se giocato in compagnia, specie se dopo l’assunzione di sostanze psicotrope – e a ragione, con tutti quei neon e quei bassi.

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Ho giocato a Hyper Jam su PlayStation 4 grazie al codice gentilmente fornitomi dallo sviluppatore stesso. Ci ho fatto una ventina di partite, dividendomi fra gioco in locale, dove Hyper Jam dà il meglio di sé, e quello online, meno appagante rispetto allo sberleffo dei compagno di gioco in carne e ossa ma comunque godibile. Hyper Jam è disponibile solo tramite download su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One.

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