Outcazzari

La dolce inutilità di PixelJunk 4am

Amo le cose inutili, specie quando hanno a che fare con la musica. Esistono oggetti strani, affascinanti, in grado di produrre suoni tramite forme di interazione fuori dal comune. A cosa servono? Assolutamente a niente, se non a distrarsi, a stupirsi, a scimmiarsi. Qualche anno fa, per esempio, ho speso una cifra poco sensata per procurarmi un Tenori-on, un meraviglioso ammasso di LED partorito dalla psichedelica mente di Toshio Iwai, autore dell'altrettanto inutile Electroplankton. Alcuni amici, dopo averlo provato, mi hanno chiesto se fossi pazzo, a spendere così tanti soldi per un hardware così limitato. In effetti, immaginandolo come un sequencer, e paragonandolo a software moderni come Fruity Loops, Logic, Cubase e quant'altro, è goffo, poco flessibile, contorto. Ma nessuno ha mai detto che deve essere un sequencer professionale: per me è un modo diverso di rapportarsi alla musica, a metà tra la performance e l'esperienza audiovisiva. Il movimento dei LED, la visualizzazione luminosa delle note, la componente tattile del premere i pulsanti... chissenefrega se è limitato. È stupendo. Lo amo, gli voglio bene e lo tratto come un altare al dio della musica, venuto direttamente dal futuro. Questa sviolinata al mio adorato Tenori-on è una degna introduzione a PixelJunk 4am, l'ultima sperimentazione playstationara di Q-Games: un bizzarro strumento musicale, con una stranissima e coreografica interfaccia a base di Move, pieno di limitazioni ma con un cuore grande così. Deliziosamente inutile, proprio come un Tenori. http://youtu.be/b3ncbg0E6Mg

Oltre alle cose inutili, amo anche i dettagli stupidi, e quel 4am nel titolo mi ha conquistato sin dal primo istante. È azzeccato, preciso, e descrive meglio di qualunque aggettivo il tipo di esperienza. Le sonorità prodotte da questo PixelJunk hanno quel che di rarefatto delle ore piccole, delle prime luci del mattino, di quella serata in cui hai fatto troppo tardi e torni a casa con i semafori che lampeggiano. Nonostante ci sia moltissimo spazio per gli input del “giocatore” (anche se, sia chiaro, non stiamo parlando di un gioco), tutto l'output orbita intorno a un sound minimal techno, con qualche divagazione house e un pizzico di trance tranquillona. In soldoni, la musica che potreste sentire in una discoteca fighetta di Berlino, di quelle con i divani strani di design e i cocktail che costano come una piccola utilitaria. L'artista che si cela dietro ai loop, alle scelte dei sample e alle melodie è Baiyon, il geniaccio giapponese che ha già prestato il suo talento a PixelJunk Eden. La musica creata da 4am si concretizza su schermo con una serie di spettacolari visualizzazioni, dove le parole d'ordine sono psichedelia e sinestesia: se avete amato i viaggioni mentali di Rez o Child of Eden, non potrete non farvi catturare dai sinuosi paesaggi audiovisivi partoriti da Q-Games. Se invece siete Jeff Minter, questo è il gioco che avreste voluto fare sin dai tempi dell'Atari Jaguar.

A questo punto vi starete chiedendo: “sì, OK, psichedelia più sinestesia più bulgaria più più più, ma come diamine funziona questo PixelJunk 4am?” Domanda legittima, ma credetemi, non è la cosa più importante, in questo caso. Se dovessi descriverlo a un amico, mi limiterei a dirgli che è una via di mezzo tra un disco di elettronica, un'esperienza musicale interattiva e un'interfaccia a base di PlayStation Move. E aggiungerei, con tutto il cuore: “Non fare troppe domande e compratelo.” Detto questo, se proprio ci tenete, ecco i dettagli: in PixelJunk 4am ci sono delle immaginarie tele musicali, sulle quali si dipingono suoni con il cono gelato di Sony. Ogni tela è un insieme di loop e campioni, che si vanno a intrecciare intorno alle trame preparate da Baiyon. Ai quattro tasti del controller sono associati altrettanti canali (Synth, Batteria, Bassi e Suoni complementari), ai quali è possibile applicare tutti i classici effetti dell'arsenale dei DJ, con equalizzazioni, filtri passa alto e soprattutto con la possibilità di far suonare un solo strumento, silenziando tutti gli altri. Muovendo il controller ai bordi dello schermo, inoltre, è possibile trascinare nuovi loop all'interno della canzone, aggiungendo via via nuovi strati sonori. Le varie tele, naturalmente, propongono possibilità musicali diverse, ma anche delle bellissime visualizzazioni, rigorosamente astratte. Volendo semplificare, si potrebbe dire che il succo di 4am è quello di remixare i lavori di Baiyon usando la bizzarra interfaccia di Move, ma sarebbe riduttivo. Infatti, con un po' di impegno e qualche idea, si possono aggirare le limitazioni del mezzo, creando pezzi estremamente personali. Ovviamente non si ha nemmeno lontanamente la libertà creativa offerta dai veri sequencer, ma del resto PixelJunk 4am non è un sequencer, e non prova nemmeno ad esserlo.

http://youtu.be/sWpS1WZ7SoA

L'altra grande meraviglia, oltre all'aspetto musicale, è l'utilizzo di Move, che improvvisamente si trasforma in un modo elegante e futuristico per fare musica. Il tutto funziona alla grande anche con un solo controller, ma avendone due è possibile esibirsi in cooperativa o, volendo, darsi al dual wielding e sprofondare in uno svarione di note e colori. Interessante anche la possibilità di esibirsi davanti al pubblico di PlayStation Network, o più semplicemente di assistere alle performance live di altri utenti, avendo addirittura la possibilità di applaudire per manifestare la propria approvazione. PixelJunk 4am è un esperimento audace e innovativo, che potrebbe stufarvi nel giro di tre minuti o stregarvi per mesi. Non è un gioco, non è uno strumento musicale completo, eppure è stato il motivo per cui, dopo averlo provato da un amico, mi sono fiondato a comprare un controller Move (e, conoscendomi, sono sicuro che finirò per comprarne un altro). Una killer application anomala, per carità, ma con il mio amore per gli inutili oggetti musicali non ho potuto resistere. Viva l'inutilità, viva Q-Games, e viva PixelJunk 4am. Di roba come questa, per quanto mi riguarda, non ce ne sarà mai abbastanza.

Come avete appena letto, il gioco me lo sono comprato assieme al Move. In realtà Q-Games ci aveva mandato un codice per il download tempo fa e l'aveva usato giopep, divertendocisi un sacco ma sentendosi inadeguato alla recensione. Per questo motivo ha chiesto l'intervento di Super Kenobit: una recensione di PixelJunk 4AM doveva esserci, su Outcast, chissenefrega se in ritardo colossale. Ah, giopep ha anche scritto questo paragrafo, perché Kenobit se n'era dimenticato.

Voto: 4/3πr^3
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