Outcazzari

Meganoid 2 è il figlio segreto di Rick Dangerous

E quindi è più sadico di Dark Souls giocato bendati con le mani dietro la schiena. Al di là delle battute, è come minimo doveroso analizzare l'ultimo nato di casa Orange Pixel, team che si è già imposto sulle scene smartphone e tablet grazie all'ottima vena "retrò" e alla qualità dei suoi titoli, tutti ispirati ai classici anni '80 e '90. Se il primo Meganoid era un omaggio a Mega Man nel design e nell'ambientazione futuristica, qui si torna agli albori dei platform game con il classico esploratore a caccia di tesori, braccato da ogni genere di pericolo.

Qualcuno, a ragione, potrebbe obiettare che titoli come La Mulana usano lo stesso scenario e sono anche complessivamente migliori, ma questo non significa che Meganoid 2 debba sparire nell'oblio, anzi. Soprattutto perché, rispetto alla maggiore complessità di La Mulana, si concentra solo ed esclusivamente sul lato "cattivo" dei platform. In buona sostanza, dovete solo raggiungere l'uscita del livello, raccogliendo, se proprio ne siete capaci, i tesori incontrati lungo la strada.

Niente di particolarmente originale, insomma, ma come sempre nel caso di Orange Pixel, la riuscita del concept non si deve ad invenzioni particolari, bensì al modo in cui viene presentato. Per un giocatore di vecchia data, è difficile resistere al fascino di pixel enormi animati in modo simpatico (tutte le mossette del protagonista, ad esempio) e un audio ripieno di "boing boing".  A confezionare il tutto, c'è poi una colonna sonora "finta Midi", che entra in testa dopo pochi secondi, e che vorreste subito usare come suoneria. Insomma: gli sviluppatori sanno come attirare l'attenzione dei retrogamer e non si sono affatto smentiti nemmeno con Meganoid 2.

L'unico problema, se di problema vogliamo parlare, è dato dalla difficoltà eccessiva, abbinata a un livello di frustrazione talvolta veramente sadico. Se i primi livelli sono un esercizio di stile in salsa retrò, già dopo il decimo bisogna misurare al millimetro ogni salto e riprovare uno stage anche venti o trenta volte, perché un solo contatto o salto sbagliato vuol dire game over (e ripartire dall'inizio). Calcolando, inoltre, che molti nemici e trappole sono nascosti finché non vi uccidono, è facile capire come il team creativo ci provi veramente gusto a "torturare" i suoi utenti. Del resto, giochi come Meganoid 2 sono lì apposta per mettere alla prova la nostra esperienza in quanto a platform game, e non fanno sconti a nessuno.

Oltretutto, come precisa la stessa Orange Pixel nella scheda del gioco su Google Play, la difficoltà è alta ma corretta, nel senso che se sbagliate è solo colpa vostra (o quasi: non ci fossero tutte queste trappole... ). Lo dimostra anche il supporto a varie configurazioni dei controlli "touch" e perfino la compatibilità con un qualsiasi joypad via USB, opzione peraltro già vista in altre uscite dello stesso sviluppatore. Anche giocando nella maniera più "casual" possibile, su telefonino e con i comandi tattili, la precisione nei movimenti è più che discreta, con pochissimi episodi in cui il personaggio sbaglia direzione o, peggio ancora, si muove in ritardo. Se mai è l'opposto: la velocità elevata e la rapidità richiesta dal gioco necessitano di riflessi discretamente sopra la media.

Con due comandi, salto e movimento, e livelli che durano dieci secondi l'uno, Meganoid 2 è perfetto per le piccole pause della giornata, tipo sale d'attesa o viaggi brevi. Bisogna solo stare attenti a trovare un posto isolato: la rabbia dell'accumulare game over potrebbe peggiorare i vostri rapporti interpersonali.

Ho scaricato Meganoid 2 da Google Play, dove costa meno di un euro o è anche gratis con la pubblicità. Per la recensione, ho completato il 30% dei livelli in un paio d'ore di imprecazioni, insulti, evocazioni di varie divinità e calci nel vuoto. Ma anche tanto divertimento, ed è quello che conta più di tutti.

Voto: 8

 

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