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Old! #177 – Settembre 1996

Old! #177 – Settembre 1996

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Iniziamo a parlare del settembre 1996 dal 30 agosto 1996, dato che un mese fa mi sono dimenticato di menzionare quella bomba di Grand Prix 2, secondo capitolo nell'epopea in quattro atti che segna il rapporto fra il virtuoso Geoff Crammond e i giochi di Formula 1. Grand Prix 2 simula la stagione 1994 del circus, fra l'altro introducendo per la prima volta nella serie la licenza ufficiale FIA, con circuiti, auto, piloti e squadre aggiornati al gran premio di Gran Bretagna. Nel gioco non appaiono quindi Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, morti durante il gran premio di San Marino.

Caratterizzato da un motore fisico preistorico, ma per i tempi notevole, da svariate innovazioni (per la prima volta in un simulatore le auto possono staccarsi dal terreno) e dall'attenzione al dettaglio e al realismo che Crammond ha già dimostrato col primo episodio, Grand Prix 2 offre una notevole profondità di gioco e un alto livello di personalizzazione, tale da permettere addirittura di trasformarlo in una specie di arcade pasticciando con gli aiuti alla guida. Nonostante alcune mancanze, per esempio quella delle condizioni atmosferiche variabili, il gioco viene accolto trionfalmente da critica e pubblico, con una comunità che rimarrà attiva per decenni, e la serie andrà avanti per altri due episodi.

Guarda tu le coincidenze, il primo di settembre del 1996 esce invece Formula 1, primo episodio nella serie targata Sony. Il gioco segna l'esordio di Bizarre Creations, un team che in precedenza, sotto il nome Rising Hell Software, ha lavorato su The Killing Game Show e Wiz 'n' Liz. Si tratta anche del loro primo esperimento coi racing game, un genere che segnerà a fuoco gli oltre dieci anni di vita dello studio.

Formula 1 ha un approccio meno rigoroso rispetto alla creatura di Crammond, ma ha anche dalla sua il vantaggio di essere basato sulla stagione più recente del campionato di Formula 1, oltretutto con statistiche e scuderie aggiornatissime, data l'uscita successiva al termine delle gare. Accolto con buon successo da critica e pubblico, dà il via a una serie che durerà fino al 2007, attraversando tre generazioni di console.

Ma la bomba di settembre del 1996 è Virtua Fighter 3. Il picchiaduro targato Sega, dopo un mese di test, fa il suo esordio vero e proprio nelle sale giochi del pianeta, forte del suo essere il primo gioco sviluppato sulla potentissima scheda Sega Model 3, culmine della collaborazione con Lockheed Martin. Il gioco introduce una serie di novità sul fronte del gameplay, per esempio il tasto per la schivata, e oltre ai culi dei suoi lottatori spacca anche quelli della concorrenza dal punto di vista tecnologico.

L'annunciata e attesa con ansia conversione per Sega Saturn non vedrà mai la luce, se non sotto forma di prototipo. In compenso, la riedizione Virtua Fighter 3tb, dopo essersi fatta il suo bel giro in sala giochi nel 1997, si manifesterà su Dreamcast nel 1998 e continuerà a spaccare culi anche nei salotti bene della comunità videoludica. Inoltre, Wikipedia ci insegna che il clamoroso successo di Virtua Fighter 3 e del suo seguito sarà tale da permettere a Sega di riprendersi completamente dal tonfo commerciale di Shenmue. Non che sulla lunga distanza servirà a molto.

Sempre a settembre del 1996 (o del 1994, dipende un po' da di quali fonti ci vogliamo fidare), arriva nei negozi l'Aura Interactor, una specie di zaino basato su una tecnologia che converte i bassi in vibrazioni, al fine di riprodurre sul corpo del giocatore la putenza di calci, pugni, colpi di pistola e via dicendo. In pratica, il sogno bagnato di Tetsuya Mizuguchi con vent'anni d'anticipo sulla sua realizzazione. Peccato solo che il sistema funzioni in maniera rivedibile e tenda a interpretare anche le musiche come elementi sonori da tradurre in vibrazioni, con risultati non proprio ottimali. Ciononostante, ne verranno piazzati circa quattrocentomila pezzi.

Avviciniamoci alla fine del mese per citare l'uscita di Meridian 59, verificatasi il 27 settembre. Vent'anni dopo, il gioco di ruolo pubblicato da 3DO se lo ricorderà probabilmente solo chi legge Retro Gamer, ma stiamo parlando del primo MMORPG 3D della storia, pubblicato fra l'altro un anno prima che Richard Garriott coniasse il termine MMORPG. Sviluppato da Archetype Interactive, Meridan 59, da bravo capostipite, non può vantare svariate caratteristiche dei suoi successori. Per dirne una, non si può saltare, incidentalmente come in Doom, il cui motore grafico è molto simile a quello di Meridian 59.

Pensato soprattutto per gli amanti del PvP, il gioco non basa la sua struttura su un sistema di livelli e classi e ruota invece attorno alle singole abililità del personaggio, da sviluppare eseguendo azioni ad esse legate. Il gioco riscuoterà un discreto successo, per quanto non paragonabile a quello che grazierà certi futuri concorrenti, e verrà tenuto in vita da 3DO fino al 2000, per poi essere ripubblicato da Near Death Studios nel 2002 in una versione aggiornata, sopravvivere in versione commerciale fino al 2010 ed essere infine ridistribuito in versione open source nel 2012.

Infine, il 30 settembre del 1996 fa il suo esordio BioWare, lo studio fondato a febbraio 1995 che diventerà leggendario grazie ai suoi giochi di ruolo (e derivati) ma che si presenta al mondo con un simulatore di mech intitolato Shattered Steel e creato sulla falsariga dei MechWarrior. Il gioco segna anche fin da subito l'avvio della collaborazione fra BioWare e Interplay, che andrà a pubblicare anche quelle due cosette note come Baldur's Gate.

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