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Librodrome #101: OST, VGM e altre sigle bizzarre che fanno rima con musica

Librodrome #101: OST, VGM e altre sigle bizzarre che fanno rima con musica

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

L'elemento sonoro è sempre stato fondamentale per un buon videogioco. Lo era quando si trattava di quattro bip messi in fila che, per quanto magari oggi definibili solo come "fastidiosi", contribuivano comunque a dettare il ritmo delle partite ai mille e più giochi nati da Pong. Lo era quando esplose il tripudio di jingle e temi musicali accattivanti, inarrestabili nel loro appropriarsi dei nostri padiglioni auricolari. Lo era quando la complessità delle composizioni che accompagnavano l'azione di gioco divenne maggiore, accompagnata per mano da innovazioni tecnologiche sempre più incredibili. Lo era con l'esplosione del formato ottico e di tutte quelle colonne sonore orchestrali ad alta fedeltà che un tempo era impossibile immaginarsi. Lo è oggi, nei mille modi, moderni e retrò, con cui ogni singolo videogioco sulla piazza cerca di insinuarsi fra le pieghe del nostro cervello.

Alla storia di questo lato del videogioco così fondamentale, che forse molti danno per scontato (noi no, diciamocelo), la solita casa editrice Pix 'n Love ha voluto dedicare qualche tempo fa una coppia di libri, a suo tempo venduti anche assieme in pratico cofanetto di cartone che ho quasi fatto a pezzi durante il mio ultimo trasloco. Si tratta, purtroppo, di una fra le tante produzioni dell'editore francese mai tradotte in altre lingue e, sì, questo è un altro dei miei articoli in cui vi consiglio di recuperare, se masticate almeno un po' quella lingua, dei libri stampati nel solo idioma d'oltralpe. E che ci dobbiamo fare? Niente, ci si adegua.

I libri in questione sono VGM – Video Game Music: Histoire de la musique de jeu vidéo, di Damien Mecheri, e OST – Original Sound Track: 100 albums indispensables de jeux vidéo, di. Anche se il francese non lo masticate, direi che i titoli si spiegano da soli. VGM affronta l'evoluzione e la complessità delle colonne sonore videoludiche in ogni loro sfaccettatura. Parte dalle basi, ragionando sull'importanza del rapporto simbiotico fra musica e immagini al cinema e sulle diversità introdotte dall'elemento videoludico, per poi raccontare nei vari capitoli l'evoluzione tecnologica, le componenti che costituiscono le musiche di un videogioco, il ruolo rivestito da una OST, le diversità di stili e mondi, ma anche divagazioni sul filone dei giochi musicali e altri temi particolarmente significativi. A punteggiare i vari capitoli si trovano profili dei principali compositori nella storia del videogioco e in coda sfila una serie di interviste ad autori del calibro di Garry Schyman, Jesper Kyd, Olivier Derivière e Hitoshi Sakimoto.

OST, invece, analizza cento diversi album dedicati a questo o quel gioco, spaziando fra ogni epoca e genere: Devil May Cry, Dragon Quest X, Final Fantasy VI, Max Payne 3, Nier, Parappa the Rapper, Persona 3, Rayman Legends, Sonic Adventure... ce n'è davvero per tutti i gusti, con proposte anche inaspettate, e in alcuni casi si tratta di album non dedicati a un singolo gioco, ma a una serie (è per esempio il caso della scheda su Rockman/Mega Man). Le schede offrono analisi approfondite e ricche di letture interessanti sulle composizioni, impreziosendo sempre il tutto con dettagli sulla produzione, suggerimenti su altri album simili e talvolta approfondimenti su altri dischi dedicati allo stesso videogioco.

Insomma, se VGM è il classico libro di approfondimento storico e tematico, magari un po' meno generalista rispetto a tanti altri di cui parliamo spesso qua dentro, OST è più una guida per andare alla scoperta o riscoperta di questa o quella colonna sonora dal gran spessore. In entrambi i casi, si tratta di volumi estremamente interessanti e da consigliare senza tante riserve. A parte una, s'intende e s'è già detto: bisogna essere in grado di leggere il francese.

Casomai voleste comprarvelo, vi segnalo che dovete farlo dal sito ufficiale dell'editore.

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