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eXistenZ #5 – Quantum Conundrum Show

eXistenZ #5 – Quantum Conundrum Show

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Per quanto derivativo sotto tanti punti di vista, magari non riuscito fino in fondo nella ricerca stilistica, senza dubbio limitato sul piano tecnico e ripetitivo nella composizione degli ambienti, Quantum Conundrum può vantare un immaginario visivo dalla personalità non banale. O comunque poco allineata con i temi dominanti del gioco medio in prima persona, forse più vicina a certi cliché stilistici della grafica bidimensionale che dettava legge vent'anni o trent'anni fa. I colori vivaci, l'umorismo surreale e spensierato, le bizzarre geometrie architettoniche, la semplice presenza di un curioso animale morbidoso e pelosissimo che emette versi bizzarri... dai, non è che robe del genere si vedano tutti i giorni, soprattutto lontano dalle macchine Nintendo, in questo grigio mondo marrone del videogioco.

Kevin Pereira e il metodo Stanislavskij.

Kevin Pereira e il metodo Stanislavskij.

Proprio sulla base di questo taglio particolare nasce un progetto frutto della collaborazione fra Square Enix, publisher del gioco, e iam8bit, compagnia di produzione americana strettamente legata al mondo dei videogiochi e dedita all'organizzazione di mostre, eventi, esibizioni e altro ancora. Una banda di fighetti più o meno indie che si divertono a lavorare con, su, attorno al videogioco, realizzando spesso cosette deliziose e che piacciono alla gente che piace. Da Quantum Conundrum hanno tirato fuori una web serie che riproduce un fittizio telequiz, ricalcato sui toni di Chi vuol esser milionario? e imitazioni assortite, all'interno del quale, in ogni episodio, il conduttore interpretato da Kevin Pereira coinvolge un rappresentante del pubblico in prove ispirate alle quattro dimensioni con cui si può pasticciare nel gioco: fluffy, heavy, anti-gravity e slow motion. Il tutto con l'amichevole partecipazione della puffettosa entità interdimensionale nota come Ike. La serie procede a cadenza settimanale e qua sotto trovate i primi tre episodi.

Posso dire che non mi sembra un gran che? Il livello della produzione è sicuramente buono e c'è una grande attenzione a riprodurre il meglio possibile la pacchianeria tipica dei programmi televisivi di questo genere. Il problema è che la natura di quanto messo in scena è francamente piuttosto piatta e l'umorismo su cui si basa Quantum Conundrum, oltre a non rappresentare esattamente un esempio di comicità esilarante, funziona forse di più sotto forma di voce fuori campo. Sbattuto al centro dell'azione in questa maniera lascia un po' il tempo che trova. Oppure sono io che non mi so divertire. In ogni caso è gratis, quindi di che ci lamentiamo? Tanto più che sto scrivendo questo episodio della mia rubrica all'ultimo momento, subito prima di partire per le ferie, quindi non è che possa fare tanto lo schizzinoso. Bene così.

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