Spesso, nelle mie recensioni, faccio presente se un gioco è troppo ripetitivo, un more of the same, una mera riproposizione di meccaniche già viste, perché credo davvero che il panorama videoludico abbia bisogno di evolversi costantemente per mantenere vivo l'interesse di chi lo segue. Tuttavia, c'è sempre un'eccezione che conferma la regola, un punto fermo come il Fuji di Hokusai, che deve rimanere sempre tale, perché se cambiato troppo stravolgerebbe gli equilibri naturali e, con tutta probabilità, scatenerebbe una rivolta del popolo di internet (e non solo di quello). Per quanto mi riguarda, quell'eccezione è Football Manager.
Da bravo abitudinario, Football Manager è uno di quei giochi che mi riesce facile apprezzare, proprio grazie alla sua immutabilità: tutti gli anni compro il gioco, lo installo, e clicco sul tastone "inizia una nuova partita" che campeggia nella scarna schermata iniziale. Non ci sono alternative, nessuna modalità extra, ed è giusto così. Potete quindi capire lo shock nel vedere non una, ma ben tre modalità di gioco diverse starsene in bella mostra nel menu iniziale minimal chic di Football Manager 2013: Football Manager, Football Manager Classic e Sfide. Dopo aver superato lo sgomento iniziale, però, cliccando sulla prima voce ci si sente subito a casa, nonostante la veste grafica sia rinnovata anche qui, ancora con tendenze minimal, mettendo in soffitta i cari vecchi pulsantoni. La modalità simulativa, a parte il look, è sempre la stessa, immutata ed immutabile. Le novità, comunque, non mancano. Come ogni anno, Sports Interactive non si è adagiata sugli allori, ha migliorato alcuni aspetti già presenti e ne ha implementato di nuovi.
Il restyle grafico non è vincolato solo ai menu, infatti: il motore 3D che anima i match, ad esempio, è migliorato ulteriormente, facendo risultare la visualizzazione 2D un'opzione relegata agli amanti del vintage (presente!). Le varie informazioni sulla partita, che una volta erano relegate ad altre schermate, ora sono comodamente visualizzabili di fianco alla partita stessa, e i vari suggerimenti e momenti chiave vengono notificati in un angolo dello schermo. Oltre alla forma, però, c'è anche tanta nuova sostanza: tutta la parte relativa allo staff è stata ampliata ulteriormente, aggiungendo i capi osservatore e i capi fisioterapisti, responsabili diretti dei subalterni e fidati referenti di tutti i vari report sull'astro nascente o sulla stella caduta (sul campo, si intende). Inoltre, sono stati aggiunti il responsabile dello sviluppo dei giovani, già presente gli anni scorsi come figura "fantasma" che portava in primavera i giovanissimi, e il direttore sportivo, che, a seconda dell'autorità e dell'autonomia che gli verrà conferita, sarà responsabile degli acquisti e delle cessioni dei giocatori. Anche le varie interazioni con giornalisti, staff, squadra e dirigenza hanno subito un miglioramento, sebbene non evidentissimo, come invece è stato evidente il cambiamento della parte fiscale del gioco.
La parte economica di Football Manager 2013 è stata completamente rivista in virtù della prossima introduzione del fair play finanziario, e ha implementato a dovere i diversi regimi di tassazione che vigono nei vari stati europei, apportando una differenza notevole tra il potere d'acquisto di una squadra inglese e una squadra italiana, non solo in termini di mercato ma anche di strutture d'allenamento e di qualità dello staff, cosa che gli anni passati non sempre si avvertiva così tanto. Questo, come potete immaginare, sarà un punto focale di cui tener conto nella propria avventura da manager, rendendo ancor più importante ogni decisione e ogni dettaglio, dalla selezione accurata di uno staff funzionale e possibilmente non gravoso per le casse del club, al preferire una giovane promessa ad un esborso milionario per un campione affermato. Se già amavate perdervi nel dettaglio gli anni passati, questa attenzione al centesimo introdotta in Football Manager 2013 rischia seriamente di rapirvi definitivamente.
Se invece, vostro malgrado, non potete più perdervi tra gli spogliatoi e gli uffici virtuali a causa di mogli, figli e lavori reali, Sports Interactive propone il suo gioco in maniera più "soft". Chi non ha più i mesi da dedicare al tentativo di spodestare Sir Alex Ferguson dal trono di manager più longevo del mondo del calcio, infatti, può provare una delle nuove modalità introdotte in Football Manager 2013: Football Manager Classic. FMC propone il classico Football Manager, spogliato però di tutti gli elementi che lo rendono il tentacolare e infinito dedalo di impostazioni e azioni collaterali che conosciamo, offrendoci solo il gioco, puro e semplice. Le interviste saranno sporadiche e mono-domanda, le interazioni con la dirigenza saranno dosate col contagocce e lo staff include solo i responsabili di ogni settore, riducendo di conseguenza la pagina degli allenamenti ad un semplice compendio sulle azioni che si intende valorizzare durante la partita.
Sebbene la scelta di semplificare il gioco per chi ha meno tempo sia un'iniziativa mirabile, ci si ritrova quasi subito a pensare che manchi qualcosa, che gran parte del fascino, più che nella partita simulata che vediamo su schermo e che, tra l'altro, in FMC può essere saltata ottenendo subito il risultato, stia proprio in tutto il contorno. Perdersi alla ricerca di uno staff completo, assegnare loro i compiti per l'allenamento, mandare gli osservatori in paesi diversi per avere gli scouting report più accurati... si riesce perfino a sentire la mancanza delle interviste, in FMC. Altra cosa che non convince è la presenza di uno shop dove è possibile acquistare delle "scorciatoie". Se infatti il gioco presenta ancora qualche cavillo fastidioso, che allunga la partita o che ne ostacola l'andamento, questo può essere rimosso ad un prezzo esiguo. Un solo osservatore è troppo poco? Osservatori illimitati. Il permesso di lavoro non arriverà per tempo? Togliamo i permessi di lavoro. I risultati non arrivano e il presidente vuole cacciarmi? Compro l'immunità. Non ho abbastanza soldi per costruire un dream team? Pago soldi veri per un tot di milioni in game.
Perché, tappandosi il naso, si riesce anche a condividere l'idea di semplificare, anche snaturando un po' il gioco, ma quella dei DLC a pagamento sembra davvero un'idea sbagliata, col solo fine di corrompere l'esperienza di gioco, alla stregua degli editor dei salvataggi che girano su internet e che permettono di modificare i bilanci o di concludere acquisti miliardari solo spostando il giocatore nella squadra desiderata, senza sborsare un centesimo. Certo, ogni acquisto dipende solo dalla volontà del giocatore e gran parte di queste facilitazioni viene sbloccata al raggiungimento di un determinato obiettivo, ma la loro stessa presenza è qualcosa che, più che fare la gioia del fan storico che non riesce più a giocare con regolarità, sembra voler andare incontro alle nuove leve che approcciano Football Manager in maniera un po' casual e che, spaventate forse dalla sua immensa profondità, hanno bisogno di un'ancora di salvezza.
Altro discorso riguarda invece le Sfide, arrivate direttamente da Football Manager Handheld 2012. Sebbene vengano proposte attraverso il sistema semplificato di FMC, il raggiungimento del traguardo prefissato è un quid sufficiente da giustificare tutte le varie sforbiciate proposte dal sistema e, anzi, permetterà ai malati di achievement di dribblare la pratica in agilità, almeno per quanto riguarda le sfide brevi. La modalità, infatti, propone svariati scenari di lunghezza e "mood" diversi, dal clima pesante di uno spogliatoio invischiato nella lotta salvezza alle ultime giornate, all'apparente leggerezza del saper cogliere i frutti di un reparto giovanile florido nel corso di un'intera stagione. Solo apparente, però: tutte le sfide proposte sapranno sicuramente impegnare adeguatamente chi non dispone più di 500 ore per entrare in ogni aspetto della sua squadra del cuore, così come sapranno incuriosire anche chi cerca qualcosa di "diverso" dalla sua carriera principale in modalità simulativa.
Ciliegina sulla torta, una modalità online finalmente al passo coi tempi, che grazie ai server di Steam abbandona i giocatori-server e tutti i residuati dell'epoca 56k. È infatti possibile affidarsi ad un sistema di matchmaking che mette a disposizione tutti gli utenti connessi al gioco, così come è possibile organizzare e partecipare a trofei di vario stampo: dal tabellone stile notte europea, che può includere la bellezza di trentadue allenatori, fino a un campionato a sei con andata e ritorno o a una sfida uno contro uno al meglio delle cinque partite. E se non avete paura dei paradossi temporali, è possibile utilizzare i salvataggi della modalità simulativa per le partite online, per vedere se "il nuovo Messi" che vi ha segnalato il capo osservatore è davvero all'altezza (almeno quella sportiva) dell'originale.
Insomma, Football Manager 2013 aggiunge novità importanti al gameplay simulativo, marchio di fabbrica della saga, e offre anche una versione semplificata, perfetta sia per chi non ha più il tempo di girare il mondo alla ricerca del nuovo crack del calcio mondiale, sia per chi è alla prima avventura da allenatore e non se la sente di spingersi nelle profondità della tana del Bianconiglio calcistico che SI Games ha allestito nel corso degli anni e che, con l'edizione 2013, raggiunge decisamente uno dei punti più alti della sua storia.
Ho giocato Football Manager 2013 sul mio Macbook pro del 2010, che durante gli anni ha subito vari tuning ma è tutto meno che una macchina da gioco col Quedex seal of quality. Ho finito una stagione e mezzo in modalità simulativa, mi sono annoiato un po' con FMC e mi sono cimentato in alcune sfide, il tutto rimanendo sotto le cinquanta ore. Oltre al suo profondo gameplay, comunque, Il gioco propone anche una scelta morale importante: la vita sociale o Football Manager?