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Il Giappone dopo l'uomo, a.k.a. Tokyo Jungle

Il Giappone dopo l'uomo, a.k.a. Tokyo Jungle

Cosa accadrebbe se gli esseri umani scomparissero dalla faccia della Terra e da Tokyo in particolar modo? Secondo JAPAN Studio, i palazzi crollerebbero come su History Channel, la natura e gli animali detterebbero nuove leggi e la sopravvivenza diventerebbe una questione di zanne affilate e istinto. La verità è che Tokyo Jungle è un gioco oltremodo giapponese, parecchio decadente, con l'aspetto di un vecchio titolo per PlayStation 2 o poco più e le movenze di un arcade di un lustro fa, zeppo di branchi di volpini che sventrano linci, mentre altri animali (praticamente ci sono tutti) s'accoppiano per strada, tra mugugni d'amore, cuoricini luminescenti e techno music. Eppure, al di là del suo essere un videogioco così tanto ardito e stramboide, l'ultimo di Crispy's merita molto più del tipico sorrisetto di compiacenza che si riserva agli scemi, per tutta una serie di fatti e fattori, oltre che per certe cose di gameplay.

Mettiamola così: Tokyo Jungle è un action/stealth/rpg/survival game a quattro zampe che non sarà certo un bijoux da vedere, ma funziona alla perfezione... alla faccia di tutti gli animalisti! A dispetto del nome, lo Story Mode è subordinato all'importanza del Survival Mode, che qui è necessaria incombenza per sbloccare nuovi animali e placare il desiderio di provarli (quasi) tutti. La scelta della bestia da controllare è altresì determinante, perché in grado di modificare l'intero gameplay del gioco. Al di là delle decine disponibili (per oltre cinquanta specie evase da zoo, abitazioni domestiche o fattorie di Tokyo) e di tutti gli assurdi abbigliamenti possibili, l'imbarazzo iniziale tra un minuscolo volpino (carnivoro) e un cervo Sika (erbivoro) lascia ben intendere che Tokyo Jungle può dispensare in egual misura cruda violenza e stealth acquattato tra i cespugli. I predatori carnivori come i Beagle (ehm… ) o le tigri dai denti a sciabola, ad esempio, hanno bisogno di procacciarsi continuamente del cibo, preferibilmente gli erbivori (non mancano i bovini), adottando precise strategie di caccia, pena la morte per superbia tattica. Ciascuna bestia, infatti, come fosse un personaggio di un qualsiasi gioco di ruolo, possiede svariate barre d'energia (vita, fame e resistenza) da monitorare attentamente, mentre notte e giorno s'alternano con bizzarra rapidità.

Tutto ruota attorno all'alimentazione e alla sopravvivenza, ma occorre persino portare a compimento obiettivi collaterali, conquistando ad esempio determinate zone e stabilendovi il proprio predominio, oltre al fatto che i Survive Points accrescono indubbiamente il prestigio animale e che le uccisioni "silenziose" portate a segno dopo un paziente appostamento tra i ruderi della metropoli giapponese valgono di più. Per non parlare poi delle fasi di "calore", ché bisogna trovarsi alla svelta una compagna (ma che sia all'altezza del proprio rango!) e darci dentro, per mettere alla luce la prole. Questa non solo possiederà gran parte delle caratteristiche dei genitori, ma addirittura sarà parte attiva all'interno del gioco, in quanto controllabile direttamente per assalti simultanei e da intendersi finanche come naturale discendenza (o continue/restart che dir si voglia) nel caso in cui muoia il capobranco o si voglia ricominciare daccapo la scalata ai vertici dell'animale.

È sufficiente anche solo una partita per volerci subito riprovare ancora un'altra volta -  sbloccando chissà quale fiera (addirittura i dinosauri!) – e per capire che Tokyo Jungle, di fatto, è un survival-action piuttosto profondo, articolato e impegnativo, avido di dedizione e di parecchia esplorazione (strade, anfratti di ogni sorta, tetti di palazzi, ferrovie abbandonate e fogne infestate da coccodrilli). Non è certo un mirabile open world in cui scorrazzare liberamente e non possiede affatto panorami mozzafiato, da rimirare in lungo e in largo. Anzi, tutt'altro, quasi che qui l'occhio si mortifica ripetutamente, a dispetto del counter del punteggio/reputazione che continua a salire a suon di kill, finish e brutali sgozzamenti.  La ricerca dell'high score è agevolata dal sistema di controllo, che è del tutto elementare (si attacca, si schiva, si salta e si finisce la preda avversaria col dorsale destro) e al contempo risulta efficace ed appagante, mentre al giocatore è concessa ampia libertà di movimento tra i meandri della mappa: può letteralmente decidere come e quanto osare, come "vivere" o "cucirsi addosso" il gioco, tanto da essere persino libero di gettarsi nel sottosuolo con un esercito di cagnolini d'appartamento al seguito e sfidare i coccodrilli. Non manca, infine, la possibilità di prolungare la già soddisfacente longevità del gioco, cimentandosi con le rocambolesche porzioni di avventura (con tanto di boss fight) dello Story Mode, proposte dagli sviluppatori col malcelato intento d'invogliare a provare anche il maiale o dell'inutile pollame.

Andrebbe premiato anche solo per il suo inedito concept, Tokyo Jungle, magari chiudendo un occhio sulla blanda qualità delle animazioni (appena sufficienti) e anche l'altro per quel che riguarda la bassa caratura del comparto grafico (decadente sia stilisticamente che tecnicamente). Se ne avanza anche un terzo, sarebbe peraltro necessario soprassedere su gran parte del "piatto" level design e su certi altri pattern di perlustrazione dei nemici (con tanto di mappa à la Metal Gear Solid), che appaiono fin troppo rigidi, palesemente arcade, insomma vecchi. Solo così, allora, Tokyo Jungle potrà essere letteralmente sbranato, per una buona dozzina d'ore (o anche più), azzannando, schivando, saltando e fornicando per le strade di Tokyo. Sia che via piacciano gli animali o che li odiate, compratelo pure, senza badare troppo al voto in calce.

Ho ricevuto da Sony il codice per scaricare Tokyo Jungle via PlayStation Network e, ovviamente, ho incominciato il gioco con un volpino, gradualmente mutato in ferocissimo e implacabile dinosauro. E... no, Tokyo Jungle non vanta autenticità zoologica: uno stormo di pulcini può uccidere anche un grosso mammifero. Per confezionare questa recensione è stata necessaria una vera e propria strage di animali.

Voto: 7,5

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