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La paura è che Silent Hill Downpour non faccia paura

Silent Hill Downpour è in uscita. Non è certo per ammantarsi di integralismo nipponico, ma da quando la saga è finita in mani occidentali, si è persa quasi del tutto quell'atmosfera malata e torbida tipica dei fasti della serie. Non che il quarto episodio fosse un gioiello, ma nato come un non-Silent Hill, rimane comunque un lavoro interessante. Tutto quello che è venuto dopo è stato fin troppo autoreferenziale e citazionista. Un continuo scimmiottare la serie attraverso suoni, immagini e scenari, in un infinito déja vu degno di un gruppetto di fan esaltati. Non sono mancati guizzi positivi in Homecoming o Shattered Memories - a patto che si giocasse quest'ultimo dimenticando completamente l'originale - ma l'auto-citazione ripetuta fino allo sfinimento, questa sorta di cannibalismo mediatico, che mostrava su schermo senza alcun riferimento simbolico sedie a rotelle, Pyramid Head ed infermiere provocanti, era piuttosto avvilente. Nemmeno fossero guest star col cartellino da timbrare.

Downpour ha cambiato le carte in tavola, ma come in una perversa bilancia, quello che è stato aggiunto in atmosfera, pare sia stato sottratto in termini estetici. Non parliamo di design, badate bene, ma di mera tecnica. Le prime immagini in movimento del titolo di Vatra Games sono state piuttosto sconfortanti. Il frame rate raggiungeva a stento i 25 fps, con cali vertiginosi fino a 10 nelle rotazioni dello scenario. Le texture apparivano sfocate e poco incisive. In breve: un mezzo disastro. Corsi ai ripari, gli sviluppatori hanno rimesso in piedi il motore grafico malconcio, donando una parvenza di fluidità, sacrificando il tutto sull'altare del tearing.

Pur non eccellendo come impatto visivo, però, Downpour restituisce ora un minimo di atmosfera, aggiungendo pioggia oltre che nebbia, e facendo deambulare il nostro fuggitivo attraverso tenebrosi scenari, che fanno dell'innaturale silenzio la loro prima arma emozionale. Purtroppo non mancano momenti in cui la dilatazione del ritmo, scandito per sfociare nei vari climax, non sia puntellato a dovere, rendendo l'esporazione piuttosto monotona e altalenante. Ci sono anche locazioni illuminate a giorno, il che non sarebbe un male se non durassero così tanto.

In questo Silent Hill griffato Vatra Games, molti elementi dell'ambientazione possono essere usati come arma. Nonostante il riserbo quasi totale sul monster design, che si è concretizzato nella sola visione di una sorta di shibito, lottare utilizzando un piccone, un martello, o una semplice sedia si rivela estremamente catartico, anche se i nemici appaiono fin troppo coriacei. In ogni caso, si è tornati al combattimento realistico e "maldestro" dei primi episodi, allo straniamento continuo, alle lunghe deambulazioni attraverso scenari carichi di sussurri, scricchiolii e pianti lontani. Anche se lo scetticismo non manca, Downpour alza fiero la testa, mostrando un minimo di orgoglio e personalità. Il rischio è che il potenziale emotivo rimanga intrappolato in una gabbia tecnica claudicante. Speriamo che stavolta non siano i vuoti cliché a vincere... L'uscita rimane fissata per il 15 marzo. Incrociamo le dita.

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