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Mutant Year Zero: Road to Eden è bellissimo anche se non sei capace

Mutant Year Zero: Road to Eden è bellissimo anche se non sei capace

Che tu sia un papero o un maiale, nella vita è bene saper riconoscere i propri limiti. Gli eroi hanno la gloria e muoiono gridando parole importanti, le persone umili possono ubriacarsi in qualche pub. Avessi mentito a me stesso, fingendomi un tattico sopraffino, di questo Mutant Year Zero: Road to Eden avrei superato giusto un paio di livelli. E invece, con il coraggio che solo i vili sanno sventolare, ho accettato di umiliarmi con il più basso livello di difficoltà e niente è andato storto.

Mutant Year Zero: Road to Eden, persino con tutti gli aiuti possibili, è un gioco impegnativo, perlomeno soddisfacente. Se la battaglia inizia con troppi nemici su schermo, infatti, la sconfitta è quasi sempre assicurata. L’unico modo per portare a casa la pellaccia è muoversi con attenzione nello scenario alla ricerca di vittime isolate. Divisi dal gruppo, i nemici hanno poche possibilità di salvarsi… sempre che si riesca a uccidere in silenzio e in poche mosse. In questa fase, è importante il posizionamento dei tre membri del gruppo a disposizione, un lavoro che va fatto con calma e tenendo conto delle abilità a disposizione di ciascun personaggio. Solo dopo aver pulito il perimetro, ci si può buttare a testa bassa contro i pochi nemici rimasti che, per dirla nel modo più tecnico possibile, non sono certo lì per vendere posaceneri.

Questo modo di operare, a mio avviso anche l’unico a disposizione, ha però un grosso punto debole: ogni nemico isolato si affronta sempre nello stesso identico modo. Trovata una strategia vincente, infatti, è troppo conveniente continuare a ripeterla ancora e ancora, finché non c’è più nessuno da affrontare. Considerato che i livelli possono essere molto grandi e contenere anche una decina i nemici da sfoltire, è chiaro che la varietà tende a risentirne parecchio. Risulta invece più divertente lo “scontro finale”, con classi e nemici speciali di cui tener conto e più variabili da cui difendersi.

Le prime fasi di gioco, sprovvisti come si è di equipaggiamento adeguato, risultano inoltre le più complesse. Setacciando con calma i livelli, infatti, si possono trovare diverse risorse utili per migliorare il proprio equipaggiamento ma anche guadagnare dei punti utili per sbloccare le utilissime mutazioni dei protagonisti. Alcuni rami dell’albero vi sembreranno inutili, OK, ma si può variare di molto il proprio modo di giocare, sbloccando questa o l’altra abilità.

Sorprendente, poi, l’atmosfera che il gioco ti insinua nelle orecchie, sfruttando sopratutto i dialoghi tra protagonisti. Senza spiattellare nulla, senza spararti in faccia ricordi o indizi appariscenti, il giocatore viene lentamente a conoscenza di quello che è stato, di quel mondo ormai dimenticato, attraverso gli occhi di chi non lo ha mai visto. Ma qual è esattamente la verità?

Non sono un eroe, non ho mai amato farmi sculacciare dai soulslike, per esempio, e credo che Mutant Year Zero: Road to Eden mi avrebbe fatto a pezzi, senza le dovute protezioni. Quindi le ho usate, quindi mi sono divertito. Devo davvero sentirmi in colpa?

Ho giocato a Mutant Year Zero: Road to Eden dopo averlo acquistato su Steam. Ho completato l’avventura in circa quindici ore di gioco al livello di difficoltà più basso, senza desiderare mai di alzarlo. Mutant Year Zero: Road to Eden è disponibile solo tramite download su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One.

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